Abolizione del bollo auto? Ora la vuole anche Di Maio

Francesco Giorgi
18 Luglio 2019
bollo auto

La graduale diminuzione dello spread potrebbe portare un graditissimo regalo all’ultra-tassata motorizzazione nazionale: la drastica diminuzione, o la totale eliminazione, del bollo. Staremo a vedere.

Trends: Bollo auto

La maggioranza pentastellata di Governo punta all’imminente studio della prossima legge di bilancio per approntare una serie di provvedimenti salva-portafoglio: dalla diminuzione del costo del lavoro al “ritocco” per  alcune delle tasse meno amate dai contribuenti. Non che i tributi siano particolarmente accettati a cuor leggero dagli italiani: ma ce ne sono alcuni meno “desiderati” di altri. Fra questi, il bollo auto, la tassa di proprietà che accompagna l’automobile in Italia pressoché da sempre, e “odiata” dalla maggioranza degli automobilisti. Ebbene: secondo il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, presto le cose potrebbero cambiare (per il meglio): ospite nelle scorse ore al rotocalco televisivo Uno Mattina, il leader M5S ha annunciato una concreta volontà di venire incontro alle esigenze delle famiglie, facendo in modo che la gestione di un’autovettura riesca ad essere meno gravata di tasse. Nella fattispecie, il ministro fa riferimento alla tassa di proprietà: “Il nostro obiettivo – afferma Di Maio – è fare in modo che, entro fine anno, si possa arrivare ad una consistente riduzione, se non all’abolizione, del bollo auto”.

La dichiarazione del ministro pentastellato si è riferita all’attuale positivo differenziale di rendimento fra Btp e Bund, negli ultimi tempi in graduale diminuzione soprattutto dopo che – alcune settimane fa – la Commissione Europea aveva annunciato di non avviare le procedure di infrazione nei confronti dell’Italia in virtù della “limatura” ai conti attuata dal ministro Giovanni Tria: sceso di oltre 50 punti nell’ultimo mese, attualmente lo spread si attesta intorno a 190 punti. “Tenuto conto del fatto che lo spread si è abbassato, ritengo che si potrebbe iniziare ad eliminare il bollo auto”, ha osservato Di Maio, bollando egli stesso come “Odiosa” la tassa di proprietà. “Voglio reperire le somme necessarie a consentire ai cittadini che acquistano un’auto, che mi auguro sia sempre più ecologica, che essa possa essere meno tassata”. Ed ecco l’indicazione, che potrebbe consistere, come si accennava, ad una “Consistente riduzione” del bollo auto, se non alla sua “Reale abolizione”. “Entro fine anno dobbiamo reperire le risorse”, aggiunge il vicepremier 5 Stelle.

Non è la prima volta che la maggioranza di Governo si interroga sul “futuro” del bollo auto: fra le notizie più recenti (in ordine di tempo), la proposta di determinare gli importi della tassa di proprietà in funzione del consumo del veicolo, avanzata lo scorso novembre dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa (qui il nostro approfondimento); ancora prima, e su modalità similari (qui la nostra notizia), il progetto della Commissione Trasporti della Comunità Europea di calcolare l’importo della tassa di proprietà non più (non soltanto) sulla potenza del veicolo espressa in kW, ma anche sul numero di km percorsi e sul grado di inquinamento prodotto dal veicolo stesso.

È chiaro che, per far andare in porto il progetto di drastica riduzione – o di sua abolizione “tout court” – del bollo auto (qui la nostra guida al calcolo, alle scadenze, alle modalità di pagamento ed alle sanzioni; e qui la nostra guida sulle verifiche del pagamento bollo auto per gli anni precedenti), risulta essenziale il reperimento di risorse alternative: l’incidenza della tassa di proprietà per automobilisti, motociclisti, autotrasportatori, imprese ed aziende è nell’ordine di 7 miliardi di euro all’anno. Un introito fra i più ingenti per le casse dello Stato (e, difatti, nei decenni le promesse di riduzione o di eliminazione del “bollo” si sono ciclicamente fatte sentire, salvo terminare “in cavalleria”). Sarà, questa, la volta buona? Le prime “voci” non si sono fatte attendere: “Se questo provvedimento andrà in porto, sarà una misura attesa da tantissimi anni dagli automobilisti, oltre che di sicuro opportuna in quanto ridurrà il carico fiscale sulla motorizzazione, che è fra i più elevati al mondo”, commenta Gian Primo Quagliano, presidente di Centro Studi Promotor, indicando altresì come “A questo punto sarebbe anche auspicabile che il Governo rendesse integralmente detraibile l’Iva sulle auto aziendali così come ha promesso il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini il 14 maggio intervenendo al Dealer Day di Verona”.

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