Pirelli P Zero: a Valencia la prova sulle supercar

Valerio Verdone
26 Giugno 2012
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Pirelli P Zero: a Valencia la prova sulle supercar

In pista a Valencia nei giorni del Gran Premio di F1 per provare il pneumatico più performante di Pirelli.

Trends: Pneumatici

In pista a Valencia nei giorni del Gran Premio di F1 per provare il pneumatico più performante di Pirelli.

Sono passati 100 anni da quando Pirelli ha iniziato a calcare i campi di gara con la lontana Parigi-Pechino. Dalle competizioni alle sportive stradali ad alte prestazioni il passo è breve e così, nel 1987, nasce il primo pneumatico della famiglia P Zero per equipaggiare l’irresistibile e furiosa Ferrari F40. Da allora sono trascorsi ben 25 anni di sviluppo ed evoluzione, in cui le gomme contraddistinte dalla sigla P Zero sono state scelte dai principali costruttori di supercar e non stupisce se oggi Case come Porsche, McLaren e Lamborghini, abbiano scelto il marchio della P Lunga per costruire pneumatici pensati ad hoc per la 911, la Mp4-12 C e l’Aventador.

Pirelli P Zero: dai rally alle supercar

“P Zero nasce dall’esperienza dei rally, poi nell’87, quando Ferrari decise di sviluppare la F40, voleva un pneumatico che le permettesse di andare forte in curva – rivela Maurizio Baiocchi, capo del settore ricerche e sviluppo – così compare per la prima volta il kevlar nella zona del tallone del primo P Zero, il P Zero Giallo, costruito nelle misure 245/40 ZR17 e 335/35 ZR17. Con il passare degli anni, P Zero si estende a vetture potenti ma meno estreme, nasce il P Zero Rosso da 18 pollici, la gomma si allarga, diventa “rain” e il kevlar va a rinforzare il pneumatico stesso. Nel 2003- 2007 nasce l’esigenza di avere un pneumatico capace di andare anche in pista e di sopportare l’evoluzione degli impianti frenanti: vede così la luce il P Zero Corsa System. Arriviamo ai giorni nostri, dove potenze nell’ordine dei 600 CV-700 CV sono sempre più diffuse e il P Zero arriva fino alla misura di 21 pollici, presentando rinforzi metallici nella zona del tallone dell’asse posteriore”.

Attualmente, P Zero è disponibile in circa 130 misure (con serie tecnica da /50 a /25 con calettamenti da 17 a 21 pollici) e garantisce il contenimento della deformazione della gomma fino alla velocità di 370 km/h. E’ presente sul mercato nella variante Silver che, mantenendo inalterate le prestazioni dello pneumatico di partenza, ne estremizza alcune prestazioni per soddisfare specifiche esigenze di mercato, aumentandone ad esempio il chilometraggio e la durata. E nella più perfomante versione P Zero Corsa System, disponibile in 23 misure nei calettamenti 18, 19 e 20 pollici che rappresenta il primo equipaggiamento sulle supersportive più prestigiose: Aston Martin, Audi, BMW-M, Ferrari, Lamborghini, Lotus, Maserati, McLaren, AMG-Mercedes e Porsche GT. Esiste anche una variante pensata quasi esclusivamente per la pista, denominata Trofeo, pensata per chi si cimenta nei sempre più diffusi trackday, omologata anche per l’utilizzo stradale in modo da consentire ai possessori di supercar di recarsi in pista con la propria auto.

Sulla pista di Valencia

Insomma, dici P Zero e ti si apre un mondo fatto di ben 621 omologazioni e 53 milioni di pezzi venduti. Un mondo che abbiamo avuto modo di verificare sul circuito Ricardo Tormo di Valencia sia al simulatore che in pista con alcune delle supercar più spettacolari del momento.

Partiamo con la guida simulata dove proviamo la differenza tra una Lamborghini Countach equipaggiata con gli pneumatici di allora e una Gallardo con le P Zero di oggi. La differenza si avverte in maniera significativa in frenata, in accelerazione e nella tenuta laterale e spiega tante cose sull’evoluzione contemporanea delle gomme e delle vetture. Poi si passa dalla guida virtuale a quella reale e il gioco si fa duro perché entrano in ballo le supercar. Indossato il casco salgo sulla Lamborghini Gallardo Supertrofeo Stradale, la più estrema della sua famiglia, e avvio il suo V10 5.2 che scalpita incurante del caldo valenciano. Per l’occasione calza i P Zero Corsa nelle misure 235/35 ZR19 all’anteriore e 295/30 ZR 19 al posteriore. Prendo le misure della pista al primo passaggio e poi via a tutto gas: la Lambo è un toro scatenato, si fionda da una curva all’altra con forza bruta e scarica tutti i cavalli sull’asfalto grazie alla trazione integrale. Le P Zero la sostengono, le consentono accelerazioni laterali da capogiro tanto che ad ogni tornata sento gli organi interni che sembrano volere prendere la direzione della curva. Nelle staccate a limite qualche volta ondeggia leggermente, ma il battistrada rimane ancorato all’asfalto e tutto si risolve per il meglio: il matrimonio con le P Zero Corsa è davvero riuscito.

D’accordo con un’integrale è tutto ok ma con una trazione posteriore pura? Per scoprirlo saliamo subito sulla McLaren MP4-12C che conosciamo bene visto che abbiamo avuto modo di provarla sul tracciato di Top Gear, la sportiva made in Woking ha un inserimento in curva leggendario, ma in uscita necessita di una gomma irreprensibile, e la P Zero Corsa fa proprio al caso suo, visto che riesce a tenerla a bada con apparente facilità. I 600 CV erogati dal V8 Biturbo sono  decisamente scalpitanti e bisogna stare attenti con lo sterzo e l’acceleratore per tenerli sotto controllo, l’auto scivola bene sull’asfalto e, guidata dalle gomme P Zero Corsa 235/35 ZR19 all’anteriore e 305/30  ZR 20 al posteriore, entra nella parte veloce con disinvoltura e scarica tutta la sua potenza pompando nel sottoscritto fiumi d’adrenalina. Tutto bene, dunque, ma manca la prova del nove: il motore a sbalzo posteriore.

La Pirelli ha pensato proprio a tutto, quindi ecco una 911 S pronta per nuovi giri di pista. La Porsche in uscita di curva è magnetica, si attacca ai cordoli e ti spinge avanti come una fionda, ha “solo” 400 CV,  200 CV in meno della McLaren, ma non sfigura affatto: è un’auto incredibile, figlia di un’evoluzione altrettanto entusiasmante, per lei la Pirelli ha realizzato dei P Zero nelle misure 245/35 ZR 20 all’anteriore, e 295/30 ZR 20 al posteriore che si sposano perfettamente con il suo carattere unico. Anche nella parte veloce in piena accelerazione, dove la 911 S tende ad alleggerire un pò l’avantreno per via della sua configurazione tecnica, le P Zero la tengono incollata all’asfalto e tutto fila per il verso giusto, con buona pace delle coronarie del sottoscritto.

Infine, verifico il comportamento della gomma sul bagnato, salendo su una Mercedes SLK 1.8 da 183 CV e su un’Audi S5 Sportback da 333 CV, le due auto hanno comportamenti e misure di pneumatici differenti, come è giusto che sia, visto che si tratta di una trazione posteriore e di un’integrale. La Mercedes, se provocata, allarga di più con il posteriore, mentre l’Audi a limite passa dal sottosterzo al sovrasterzo, ma i pneumatici della famiglia P Zero fanno di tutto per tenerle sotto controllo e il limite va proprio cercato, approfittando del fatto che siamo in pista. Tutto questo si traduce in un’invidiabile tenuta sulle strade di tutti i giorni, dove si viaggia a velocità decisamente ridotte e nella massima sicurezza grazie alle coperture Pirelli.

 

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