De Tomaso e DR Motor: tanti soldi, pochi progetti

Fabrizio Brunetti
16 Marzo 2012
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De Tomaso e DR Motor: tanti soldi, pochi progetti

De Tomaso e DR Motor, molti finanziamenti pubblici concessi ma ci sono ancora molte ombre sui piani industriali.

De Tomaso e DR Motor, molti finanziamenti pubblici concessi ma ci sono ancora molte ombre sui piani industriali.

E’ facile leggere in parallelo due vicende che stanno caretterizzando l’industria automobilistica italiana in questi mesi: il rilancio del marchio De Tomaso da parte della famiglia Rossignolo e l’acquisizione dello stabilimento di Termini Imerese da parte della DR Motor di Massimo Di Risio.

In entrambi i casi si tratta di piani industriali che sembrano perlomeno ottimistici, al limite del miracolo e decisamente irrealistici, e che hanno invece inaspettatamente trovato finanziamenti pubblici e credito dal sistema bancario.

Sembra davvero arduo credere che questi sogni possano trasformarsi in realtà. Altrettanto difficile è capire come il mondo del finanziamento pubblico e il sistema bancario – che spesso ha difficoltà nel finanziare progetti ben più solidi – possano aver delegato a questi due discussi protagonisti, Rossignolo e Di Risio, tanto credito. I primi segnali sono infatti, com’era facile profetizzare, tutti di segno negativo.

De Tomaso: arrivano i cinesi

Rossignolo ha annunciato di aver ceduto il controllo della De Tomaso ad un nuovo socio che “agisce attraverso un istituto di credito ed è costituito da un gruppo d’imprenditori esperti del settore automobilistico, che si sono dichiarati assolutamente convinti della validità del piano industriale”. Beati loro perché il resto del mercato ha invece forti dubbi.

Ma chi ci sarebbe dietro questo misterioso gruppo d’investitori? Secondo le solite, non accreditate, voci di corridoio si tratterebbe di una non meglio precisata società asiatica, probabilmente cinese.

Intanto la produzione del maxi SUV Deauville, di cui un anno fa abbiamo visto solo la maquette è di là da venire e delle altre due linee di prodotto previste – la nuova Mangusta o Pantera e una mini rivoluzionaria – neppure l’ombra.

In compenso i 1.100 dipendenti degli stabilimenti ex Bertone di Grugliasco, acquistato con il finanziamento e la partecipazione della Regione Piemonte, e di Guasticce (Livorno), sono in cassa integrazione straordinaria.

Voi credete che entro l’anno i cassintegrati tornino al lavoro? Io no, non riesco a credere che si possa produrre e vendere un brutto maxi crossover come il Deauville a centinaia di clienti di Cayenne, Range Rover, Audi Q7, Mercedes ML, o che attendono con ansia la Maserati Cinqueporte.

Tanto meno riesco a credere che una nuova Mangusta o Pantera possa ritagliarsi un posto di rilievo nell’agguerritissimo settore delle GT di prestigio, né che una “rivoluzionaria” tecnica produttiva possa dar vita ad una compatta da piccoli numeri. E allora i 1.100 operai, e i soldi della Regione Piemonte e delle banche che fine faranno?

DR Motor: quale futuro per Termini Imerese?

Secondo capitolo, i conti di DR Motor e il piano con le banche. Per l’ennesima volta i dipendenti dello stabilimento di Macchia d’Isernia, in Molise, sono rimasti senza stipendio, la DR chiude i conti 2011 con produzione e fatturato in drastico calo e costi e perdita in vistoso incremento.

Colpa del fornitore cinese, dice Di Risio, che assembla con poche modifiche i prodotti, e che non avrebbe assicurato la programmazione della produzione destinata a DR Motor.

Poi c’è un debito di 67 milioni di euro verso le banche, di cui 30 da rimborsare entro 12 mesi. Di Risio sta allora tentando di convincere le banche a rinegoziare il debito nell’ottica di un “gruppo” che ora comprende anche lo stabilimento ex Fiat di Termini Imerese.

Già perché la vittoria nella gara all’assegnazione di Termini, per la quale guarda caso il vincitore più quotato era stato fino a qualche mese fa proprio Rossignolo, significa accedere ad agevolazioni a fondo perduto per 82 milioni di euro e a 95 milioni di garanzie regionali.

Insomma con uno stato di indebitamento pesante DR Motor sta per ricevere finanziamenti per quasi duecento milioni, per un piano industriale che prevede la produzione di 4 modelli per 60.000 esemplari l’anno a regime nel 2015 con il riassorbimento dei 1300 addetti ex Fiat. Voi ci credete? Io, anche in questo caso, proprio no.

Magari mi sbagliassi, nel caso prendo l’impegno ad acquistare personalmente una De Tomaso e una DR. Intanto di vero ci sono solo i tanti soldi che il sistema Paese, alla faticosa ricerca di un recupero, ha già concesso e sta per concedere con così scarsa garanzia.

De Tomaso Mangusta Legacy Concept

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