Operazione compiuta dalla Finanza di Napoli e coordinata dalla Procura antimafia. Un giro d’affari di milioni, ma anche un rischio per i motori
Operazione compiuta dalla Finanza di Napoli e coordinata dalla Procura antimafia. Un giro d’affari di milioni, ma anche un rischio per i motori
Mettevano in commercio gasolio “taroccato”. Adulteravano il carburante con l’aggiunta di olii di varia provenienza e poi lo rivendevano. Un giro d’affari che andava avanti da anni, e che ad alcuni esponenti del clan Sarno, con base a Ponticelli, nella periferia di Napoli, aveva fruttato svariati milioni di euro, portati dai proventi della vendita che era affidata a sette distributori in città e in autostrada.
A fermare questo traffico è stata la Guardia di finanza del capoluogo, che in questi giorni, in una operazione chiamata “Dirty Oil”, ha arrestato 57 persone, ha compiuto 80 perquisizioni, chiuso 16 aziende e sequestrato 30 automezzi, per un valore totale di 50 milioni di euro.
L’azione delle Fiamme gialle, che ha visto all’opera 400 militari, è stata coordinata dalla Procura antimafia di Napoli, e si è svolta nello spazio di una notte. L’organizzazione miscelava il gasolio normalmente in vendita con Sn70, un nitrile inodore e incolore: olio idraulico che, diluito con acqua portata a 90 gradi, permette di ottenere un volume maggiore di gasolio: un quantitativo di 25.000 kg si gonfiava fino a misurare più di 30.000 litri di carburante.[!BANNER]
Le importazioni dell’olio farmaceutico avvenivano dalla Slovenia, con l’utilizzo di autocisterne, e dagli Usa, a bordo di navi cargo. Il quantitativo totale consumato in frode è stato di 16 milioni di litri, dei quali 500.000 sono stati sequestrati.
Per nascondere il luogo di acquisto e la provenienza dell’olio, i trafficanti redigevano fatture false e camuffavano le bolle di accompagnamento. I guai, tuttavia, erano tutti a carico degli automobilisti. Il gasolio “gonfiato” in questo modo, infatti, rischia di regalare solo guasti all’alimentazione e fondere il motore.