Secondo i periti del Tribunale di Torino un servizio di Annozero ha causato danno d’immagine a Fiat quantificato in 1,75 milioni di euro.
Secondo i periti del Tribunale di Torino un servizio di Annozero ha causato danno d’immagine a Fiat quantificato in 1,75 milioni di euro.
Sarebbe quantificabile in 1,75 milioni di euro il risarcimento per danno di immagine che il gruppo Fiat avrebbe subito a causa di un servizio che vedeva protagonista l’Alfa Romeo MiTo andato in onda il 2 dicembre 2010 durante una puntata di Annozero, la trasmissione di approfondimento di Rai 2 condotta da Michele Santoro. A stabilirlo sono stati i consulenti tecnici nominati dal Tribunale di Torino, chiamato a dirimere la questione dopo la denuncia presentata dai legali del costruttore italiano.
Nelle 63 pagine gli esperti hanno risposto agli otto quesiti posti dal Tribunale, chiudendo con una eloquente frase che conferma la fondatezza delle rimostranze di Fiat: “Per la ritenuta idoneità alla lesione di immagine, individuiamo quale valore economico coinvolto un importo pari a 1,75 milioni di euro“.
La vicenda nasce sulla base di una prova comparativa mostrata nel servizio andato in onda in cui venivano messe di fronte le prestazioni di un’Alfa Romeo MiTo Quadrifoglio Verde 1.4, di una Citroën DS3 THP 1.6 e di una Mini Cooper S, un confronto che, prendendo spunto da un simile test condotto da una rivista specializzata, metteva in risalto una presunta inferiorità tecnica della MiTo rispetto alle concorrenti, con la vettura italiana staccata di 3 secondi dalle altre.
I legali di Fiat contestarono il fatto che la prova originale era di più ampio respiro e prendeva in considerazione diversi parametri oltre alla velocità massima, al contrario di quanto fatto invece da Annozero, che secondo il costruttore torinese avrebbe puntato l’attenzione esclusivamente sulle doti velocistiche dei modelli, penalizzando così la vettura di Alfa Romeo e causandole un danno di immagine.
Una nota diffusa dai legali spiega infatti che: “La prova su strada condotta dalla rivista non era incentrata sulla velocità di percorrenza sul giro o, almeno, non solo. Era, infatti, finalizzata a confrontare, valutare e giudicare una vasta serie di parametri ed elementi delle tre auto, in base ai quali Mito ricevette il punteggio complessivo più alto. Si trattava delle prestazioni tecniche di ripresa e frenata, consumi, prezzi, comfort dell’abitacolo e del posto di guida, accessori, dotazioni di sicurezza”.
Secondo i tecnici, anche in funzione dell’ascolto ottenuto da quella puntata di Annozero (pari a circa 5 milioni di spettatori), si può quindi parlare di effettiva azione lesiva della reputazione di un modello del gruppo Fiat, anche se le cifre riconosciute sono lontane da quanto chiesto dal Lingotto, che aveva inizialmente quantificato in 20 milioni (peraltro destinati in beneficienza) il risarcimento da richiedere al giudice.