Ford: ecco le nuove strategie per l’Europa

Francesco Giorgi
02 Luglio 2019
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I punti-chiave relativi al riposizionamento a medio termine delle attività europee per l’Ovale Blu: tre nuove macro-Divisioni veicolo, riorganizzazione degli stabilimenti e della forza lavoro, sviluppo di nuovi modelli.

L’obiettivo è chiaro, e conferma in gran parte le anticipazioni di riassetto delle proprie attività europee che era stato reso noto, nelle linee guida principali, lo scorso autunno: riportare la Divisione Europe in attivo, dopo due esercizi finanziari conclusi in “rosso”; e provvedere al riposizionamento della lineup sul mercato, attraverso una decisa riorganizzazione dell’attuale asset produttivo in Europa in vista di una presenza più snella tuttavia articolata su nuove lineup di modello (puntando i riflettori anche sui programmi di elettrificazione: qui un nostro approfondimento sui progetti in fase di sviluppo), che verrà perseguita anche con una riduzione della forza lavoro e degli stabilimenti di produzione. 

Ecco, in estrema sintesi, il “manifesto” di rinnovamento reso noto in questi giorni da Ford: un piano, come si accennava indicato in alcuni primi dettagli nei mesi scorsi, e che adesso viene messo “nero su bianco” dalla annunciata “Roadmap to Sustainable Profitability”, indicazione sotto la quale vengono dettagliati i punti-chiave di un annunciato “new deal” Ford nel Vecchio Continente, che – stimano i vertici dell’Ovale Blu, porterà i primi risultati già in chiave 2019: quest’anno, prevede Ford, per la contabilità della Divisione Europe si attende un “Significativo miglioramento” dei risultati finanziari, tale da aprire la strada ad una migliore redditività ed all’obiettivo di un 6% di margine operativo netto in un’ottica a medio termine, quest’ultimo recentemente indicato nella strategia “Sprint to 6 Reset and Redesign” dove il “6” definisce appunto l’obiettivo di EBIT individuato dal top management dell’Ovale Blu.

Ford: il destino di sei stabilimenti in Europa

Per arrivare a questo risultato, indica Ford, il percorso di redifinizione strategica della propria presenza in Europa comporterà una revisione piuttosto profonda, a cominciare dalla chiusura di sei degli attuali ventiquattro siti industriali presenti sul territorio europeo: in particolare, fra piani di chiusura o di cessione dei siti, ad essere interessati saranno gli stabilimenti di Bridgend (Galles) e Ford Aquitaine Industries Transmission Plant di Blanquefort (Francia: qui un nostro approfondimento dei mesi scorsi su questo tema, che non mancò di sollevare polemiche anche in Parlamento), nonché di Naberezhnye Chelny, San Pietroburgo ed Elabuga (Russia); inoltre, per l’impianto Kechnec Transmission Plant (Slovacchia) si prevede la cessione all’austriaca Magna. La riorganizzazione delle sedi produttive per Ford in Europa andrà di pari passo con l’accorpamento, in un’unica sede a Dunton, a nord di Londra, degli uffici amministrativi Ford Britain e Ford Credit Europe di Warley (Regno Unito).

Circa 12.000 posti di lavoro in meno

Come altresì annunciato nei mesi scorsi in occasione dello “stop” produttivo per Ford C-Max e Grand C-Max, monovolume giunti alla cessazione del rispettivo ciclo di vita, la “rivoluzione” Ford interesserà anche il complesso di Saarlouis (impianto inaugurato a fine 1966 ed ufficialmente operativo dal 1970 come “sponda continentale” da Ford UK, e nel quale attualmente operano 6.200 addetti), che verrà “ridimensionato” nei volumi di produzione e nei turni di lavoro, che saranno ridotti; lo stabilimento di Valencia (anche qui con riduzione dei turni di lavoro), ed un riassetto nel management e nelle Divisioni Marketing e Vendite. Complessivamente, il programma comporterà circa 12.000 posti di lavoro in meno (2.000 dei quali fra dirigenti, quadri e impiegati nell’ambito di un progetto che prevede la riduzione di circa 7.000 “colletti bianchi” in tutto il mondo), in gran parte con piani di uscita volontaria.

Tre nuove macro-aree di prodotto

Dal punto di vista delle strategie di gamma, ed in vista del raggiungimento di un Ebit al 6% come si accennava, dal 1 luglio è operativa una riorganizzazione della lineup di veicoli, che si ricollega a tre macro-Divisioni, ovvero Veicoli commerciali (CV), Veicoli passeggeri (PV) e Importazioni. Ciascuna delle quali in possesso di un sistema di organizzazione della gestione interna dedicato, compresi gli uffici di dirigenza Marketing, Produzione e Sviluppo.

Il “Chi è chi” delle nuove Divisioni veicolo Ford per l’Europa

A capo del Gruppo Commercial Vehicles, con sede presso il centro di eccellenza Commercial Vehicles di Dunton (Regno Unito) sarà Hans Schep: compito della nuova Divisione, indica Ford, il “Consolidamento della propria leadership quale marchio produttore di veicoli commerciali più venduto in Europa, anche attraverso un progetto di rafforzamento delle proposte pick-up, ed il raddoppio della redditività per il comparto ‘Commercial Vehicles’ in Europa entro i prossimi cinque anni”. A dare man forte alla stima di crescita, la recente alleanza strategica siglata con Volkswagen, la joint venture Ford Otosan in Turchia ed una ristrutturazione della joint venture Ford Sollers in Russia. Alla guida del “gruppo” Passenger Vehicles sarà Roelant de Waard: dal quartier generale di Colonia si incaricherà di sviluppare una futura gamma di autovetture e SUV di produzione europea, ovviamente con l’obiettivo di incrementare le vendite nel Vecchio Continente. I futuri piani di produzione per vetture destinate al trasporto passeggeri e “Sport Utility” contempleranno anche la attesa nuova lineup 100% elettrica. Infine, la nuova Divisione importazioni avrà il compito di triplicare, e possibilmente superare tale traguardo, il quantitativo di modelli importati in Europa entro il 2024: punti di forza di questa strategia sono stati individuati in Ford Mustang, Ford Explorer e sul SUV-crossover 100% elettrico dalle linee chiaramente ispirate alla pony car-simbolo (qui la nostra anticipazione).

Almeno tre nuovi modelli entro il 2024

Sui taccuini delle priorità per Ford Europe c’è, del resto, il progetto di lanciare “Non meno di tre nuovi modelli” entro i prossimi cinque anni, in modo da ampliare gradualmente il proprio portafoglio di proposte “Utility”: questo programma, anticipano i “piani alti” dell’Ovale Blu, contemplerà, oltre al citato SUV ad alimentazione elettrica ispirato a Ford Mustang, anche nuovi modelli chiamati ad aggiungersi alle recentissime Kuga, Puma ed Explorer Hybrid Plug-in in arrivo all’inizio del 2020. Relativamente ai progetti di “Miglioramento in materia di consumi ed emissioni, che si stanno concretizzando grazie a miglioramenti nei powertrain convenzionali, alla gestione del portafoglio di gamma per Paese di destinazione e ad un’ampia lineup di nuove scelte a propulsione ibrida ed elettrica”, ogni nuovo modello a marchio Ford comprenderà una proposta elettrificata. E si prospetta l’assemblaggio in Europa di una futura “famiglia” di veicoli elettrici Ford.

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