Ford Europa: fine produzione per C-Max e Grand C-Max

Francesco Giorgi
02 Aprile 2019
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ford

Confermato l’imminente fine produzione dei monovolume a Saarlouis: non sono redditizi; per questo Ford punta sulle altre attività più essenziali per l’Europa. Ecco quali.

Il ruolo sempre più “centrale” di SUV e crossover nell’incidenza globale di produzione; il costante calo nelle vendite dei veicoli del segmento monovolume; la necessità di riposizionamento delle future lineup anche in ottica di ottimizzazione dei costi di produzione e della redditività a breve termine.

C’è tutto questo, dietro la decisione dei vertici Ford Europe, relativa all’imminente stop (indicato per il prossimo giugno, anticipa una nota stampa diffusa in queste ore) alla produzione di Ford C-Max e Grand C-Max dalle linee di montaggio di Saarlouis, nelle quali attualmente avviene l’assemblaggio tanto dei due monovolume quanto della gamma Focus (berlina due volumi, station wagon, varianti ST ed Active), individuata quale “famiglia” di veicoli su cui puntare in termini di redditività e di riorganizzazione delle modalità operative.

La notizia era nell’aria

Alla luce delle recenti indicazioni che si sono susseguite negli ultimi mesi dai vertici europei dell’Ovale Blu, la notizia era nell’aria: all’inizio del 2019, Ford Europe aveva comunicato l’attuazione di una serie di misure rivolte ad una graduale evoluzione delle proprie strategie industriali nel Vecchio Continente, rivolte ad un concreto “boost” della propria efficienza di produzione così come, nello stesso tempo, alla riduzione dei costi per gli impianti tedeschi. Un annuncio che, alla luce del drastico calo della domanda di monovolume (nello specifico: secondo una recente analisi Jato Dynamics, le vendite di C-Max e Grand C-Max hanno subito nell’intero 2018 una diminuzione del 21% dall’anno precedente, attestandosi ad un volume complessivo 53.080 unità consegnate), ed unito all’8% in meno fatto registrare dalla lineup Focus, ha suggerito alla dirigenza europea di Ford di puntare sui modelli potenzialmente più redditizi.

Si punta su Ford Focus

Nella fattispecie, riferendosi agli impianti di Saarlouis, la stessa gamma Ford Focus, come del resto anticipa il presidente del Consiglio di Amministrazione Ford-Werke GmbH, Steven Armstrong, secondo cui la decisione annunciata in queste ore di non produrre più C-Max e Grand C-Max (che verranno ritirati, il prossimo giugno, contestualmente alla cessazione del rispettivo ciclo di vita) “Rappresenta un passo importante per focalizzare la nostra attenzione verso linee di veicoli che possono dimostrarsi più vantaggiose”.

Riassetto delle attività in Europa

La notizia dello scorso inverno in merito alla riorganizzazione delle linee di montaggio Ford di Saarlouis – impianto inaugurato a fine 1966 ed ufficialmente operativo dal 1970 come “sponda continentale” da Ford UK, e nel quale attualmente operano 6.200 addetti – aveva fatto seguito alle nuove linee-guida che i massimi dirigenti di Dearborn avevano comunicato in merito ai programmi di riposizionamento delle proprie attività in Europa, da diversi mesi “in rosso”. Nello specifico, un rimpasto dei ruoli dirigenziali (da attuare con l’affidamento di ruoli operativi connessi al processo di trasformazione a diversi dirigenti), ed una contestuale revisione della presenza Ford nel Vecchio Continente: programmi riuniti nella strategia “Sprint to 6 Reset and Redesign” dove il “6” definisce l’obiettivo di margine operativo da raggiungere a breve termine (il 6%).

Fra le attività europee interessate ad un riassetto, c’è appunto l’imminente stop alla produzione dei monovolume C-Max e Grand C-Max, come accennato già in odore di attuazione a fine 2018, e nelle settimane successive concordato dopo l’avvenuta consultazione con i rappresentanti dei dipendenti dell’impianto della Saar. Quest’ultima è stata una fase cruciale, come osservano gli stessi dirigenti di Ford Europe: “Siamo riusciti a prendere questa significativa decisione, essenziale per il futuro di Ford in Germania ed in Europa, anche grazie all’appoggio che ci è stato assicurato dai rappresentanti dei lavoratori, dal management e dagli impiegati – rende noto il presidente del CdA di Ford Werke Gmbh Gunnar Herrmann – Siamo ben consci delle sfide che ci attendono, e ringrazio tutti i dipendenti che supportano questa trasformazione necessaria della nostra azienda”.

I programmi di riposizionamento

Le misure strategiche connesse al fine produzione di Ford C-Max e Grand C-Max, per il quale dal punto di vista organizzativo è stato deciso il taglio ai turni di notte, fanno parte – rende noto Ford – delle riduzioni di lavoro “socialmente responsabili” previste tanto a Saarlouis quanto a Colonia (quartier generale operativo delle attività europee dell’Ovale Blu), che mirano ad un “taglio” di circa 5.000 posti di lavoro, e che fra i programmi-chiave già in esecuzione comprendono una serie di strategie a breve termine per il miglioramento della redditività e l’ottimizzazione dei costi strutturali (e, in parallelo, una riprogettazione a medio-lungo termine delle iniziative di prodotto che includano una lineup di veicoli maggiormente focalizzata su tre maxi-aree di fascia), nuovi modelli 100% elettrici ed ibridi a completamento delle lineup, un possibile ampliamento delle leadership (compresa quella di recente siglata con Volkswagen di sostegno alla produzione di veicoli commerciali: qui il nostro approfondimento), lo stop (previsto per il prossimo agosto) alla produzione di trasmissioni automatiche nello stabilimento Ford Aquitaine Industries di Bordeaux, il riassetto dei costi strutturali – salari ed orari di lavoro – da attuare mediante una riprogrammazione delle attività del personale per i dipendenti Ford in Europa, la cessazione – giugno 2019 – della produzione di autoveicoli per trasporto persone in Russia (Naberezhnye Chelny e San Pietroburgo) e la chiusura dello stabilimento di assemblaggio motori di Elabuga, e contestualmente un progetto di consolidamento della sede centrale Ford nel Regno Unito e del quartier generale Ford Credit Europe interno al Technical Centre con sede nell’Essex, in ordine alla creazione di un “hub” tecnologico orientato alle esigenze dei clienti ed al miglioramento dell’identità aziendale.

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