Aston Martin AM-RB 003: potrebbe chiamarsi Valhalla

Francesco Giorgi
14 Marzo 2019
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Nome mitologico anche per la supercar a motore centrale esposta al Salone di Ginevra. Nuovo motore ibrido V6 turbo e inedite soluzioni aerodinamiche attive alla base del progetto firmato Adrian Newey.

Per il battesimo ufficiale della nuova supercoupé Aston Martin a motore centrale chiamata a collocarsi su un gradino leggermente inferiore (in ogni caso elevatissimo) rispetto alla “ultra-hypercar” Valkyrie, i vertici di Gaydon hanno pronto un nome anch’esso ripreso dalla mitologia nordica.

Secondo una indicazione “captata” in queste ore dai taccuini di Automotive News Europe, l’inedita Aston Martin AM-RB 003 (attuale “nome in codice” della novità esposta in questi giorni al Salone di Ginevra 2019qui la nostra guida generale alla rassegna che si concluderà domenica 17 marzo – insieme a Vanquish Vision Concept, Vantage, DB11 AMR e DBS Superleggera ed al prototipo Lagonda All-Terrain Concept a propulsione 100% elettrica) potrebbe chiamarsi “Valhalla”, che nella mitologia norrena identifica la grande sala del mondo divino creato da Odino e verso il quale convergeva metà del corpo del defunto, lì accompagnato dalle Valchirie: un arricchimento mitologico, per il marchio di Gaydon, a complemento della hypercar Valkyrie equipaggiata con un modulo ibrido – comprendente il poderoso 6.5 V12 da 1.013 CV realizzato da Cosworth, abbinato ad un motore elettrico “made by Rimac” da 162 CV – ed il cui engineering è stato orchestrato con la supervisione di Red Bull Advanced Technologies (da cui la sigla “RB”, ovvero “Red Bull”) e l’impostazione aerodinamica firmata da Adrian Newey.

Da… mitologia anche il prezzo: secondo le indiscrezioni di questi giorni, l’importo necessario, fra un paio di anni (più o meno il periodo di debutto della novità a motore centrale indicato dalla dirigenza Aston Martin) sarà nell’ordine del milione di sterline, corrispondente a poco più di 1,17 milioni di euro.

L’evoluzione hi-tech di Gaydon contagia anche James Bond

Proprio la Divisione tecnica del Team Red Bull di F1 e l’ingegnere capo della scuderia anglo-austriaca sono alla base del progetto AM-RB 003, o Valhalla, stando all’anticipazione da parte dell’amministratore delegato Aston Martin, Andy Palmer, in occasione dell’anteprima al Salone di Ginevra: “‘Valhalla’ è stato registrato nel nostro ‘libro dei nomi’”, fa sapere il numero uno dell’azienda di oltremanica attualmente al centro di un corposo programma di aggiornamento di immagine e di contenuti della propria lineup, che decisamente si allontana dall’elegante sportività che per lungo tempo ne ha contraddistinto la produzione, per avvicinarsi ad un appeal sensibilmente aggressivo e caratterizzato da avanzate soluzioni hi-tech (è del resto notizia di queste ore l’ufficializzazione di una svolta “green” anche per James Bond: nel prossimo capitolo della saga di 007, la venticinquesima pellicola dell’agente segreto britannico che sarà ancora una volta interpretata da Daniel Craig, nel ruolo di “Bond car” è stata scelta una Aston Martin Rapide E, la prima vettura di Gaydon a propulsione 100% elettrica).

Valhalla: ibrido turbo V6 interamente sviluppato in Aston Martin

Una ulteriore analogia con la hypercar Valkyrie, e con i futuri progetti di evoluzione motoristica in chiave elettrificata, deriva dalla scelta di motorizzazione. Aston Martin AM-RB 003 “Valhalla” (la chiamiamo così, abbinando entrambe le sigle non essendo ufficiale la scelta del nome “mitologico”), attesa al debutto sul mercato nel 2021 quale diretta competitor nei confronti di un ristretto club di supercar di grande prestigio (su tutte: Ferrari LaFerrari e McLaren Senna; l’obiettivo dichiarato è di “Superare le attuali rivali nel segmento “ultracoupé” di fascia alta) e programmata in una produzione di 500 esemplari, porterà in dote una ghiotta novità: sarà il primo modello di Gaydon ad essere equipaggiato con un inedito sistema di propulsione ibrido formato da un V6 benzina turbocompresso ed un motore elettrico, il tutto sviluppato in Aston Martin.

Al momento, i dati prestazionali (potenza, forza motrice), unitamente al tipo di trasmissione scelto, non vengono forniti. È chiaro che ovviamente se ne saprà di più: non resta che attendere. Viene tuttavia anticipato l’impiego, nel circuito di lubrificazione, del sofisticato sistema Nexcel a circolazione sigillata, già in uso nel gruppo propulsore della hypercar Aston Martin Vulcan, che permetterebbe la sostituzione dell’olio in appena 90 secondi. Sarebbe, questa, la prima applicazione “stradale”, essendo Vulcan stata progettata per un impiego esclusivamente in pista.

L’attenzione ai pesi sul taccuino delle priorità

Tuttavia, non ci sarà soltanto il ricorso all’ibridazione fra le novità più eclatanti nel progetto AM-RB 003. Un importante capitolo riguarda lo studio dei pesi, uno dei “pallini” tecnici da parte degli ingegneri specializzati in programmi motorsport (e F1 in special modo).

Lo stesso Andy Palmer, riporta Automotive News Europe, ha citato l’intervento di Adrian Newey nella fase di realizzazione della vettura: “Uno degli aspetti che sottolineano il lavoro gomito a gomito con Newey, è la ‘ossessione’ dei tecnici ‘da corsa’ nei confronti del peso. Personalmente, ritengo che ciò costituisca un aspetto che va addirittura oltre a tutto ciò che io possa mai avere assistito nella mia carriera lavorativa automotive. E, a livello aziendale, sta decisamente evolvendo il nostro modo di concepire il discorso automobile”.

Corpo vettura: tutto il carbonio che c’è

Un approccio “racing”, finalizzato allo stato dell’arte in materia di motorsport engineering, che per Aston Martin AM-RB 003 “Valhalla” trova un ulteriore punto di svolta anche relativamente all’impostazione del corpo vettura. È chiaro che si farà ampio ricorso alla fibra di carbonio. Anzi: totale, come indicato dai vertici di Gaydon a Ginevra 2019, che anticipano l’utilizzo del carbonio tanto per il telaio con cellula-abitacolo integrata, quanto per la pannellatura della carrozzeria.

Per un impiego più “versatile” (per quanto tale termine sia da accettare in un senso piuttosto “relativo” stante la natura “estrema” del progetto), la nuova AM-RB 003 “Valhalla” possiede, in rapporto alla ultra-hypercar Valkyrie, un abitacolo di maggiori dimensioni: un po’ più di spazio a bordo per pilota e passeggero, ed utile al comfort in un veicolo che dovrebbe permettere un uso più “generalista” rispetto alla natura squisitamente “track-oriented” di Valkyrie. Allo stesso modo, sono da notare le porte ad apertura verticale, le quali integrano una porzione di tetto ciascuna, per offrire un più agevole ingresso a bordo.

Aerodinamica: deriva da Valkyrie; la nuova tecnologia FlexFoil

Per lo studio dei flussi e del comportamento dinamico delle nuove supercoupé a motore centrale – che, nelle sperimentazioni su strada, si avvale della collaborazione di due esperti collaudatori recentemente reclutati da Aston Martin: Chris Goodwin (proveniente da McLaren) e Matt Becker (già in forza a Lotus) -, i tecnici Aston Martin, riporta Automotive News Europe, hanno impostato per la nuova AM-RB 003 uno specifico sistema di assetto a sospensioni attive a controllo elettronico, ed un marcato ricorso alle tecnologie aerodinamiche già espresse da Aston Martin Valkyrie. Su tutte, l’ampia feritoia anteriore, utile al deflusso dell’aria verso uno specifico diffusore posteriore. Nuova è invece la tecnologia “FlexFoil” per l’alettone posteriore. Si tratta di un sistema ereditato dall’aeronautica, e che – riporta l’edizione online del magazine di Detroit – varia la downforce sul veicolo senza operare alcuna modifica all’angolatura “fisica” dell’appendice aerodinamica. Ulteriori dettagli saranno resi noti più avanti: al momento, i riflettori vengono puntati sul risultato, ovvero una sensibile riduzione della resistenza all’aria anche rispetto alle tecnologicamente avanzate “ali” attive di attuale generazione.

Da segnalare, infine, un elemento che… brilla per assenza: nell’abitacolo di Aston Martin AM-RB 003 “Valhalla”, non è presente alcun modulo infotainment. Non che ciò rappresenti una “marcia indietro” verso il ritorno a soluzioni analogiche: è semplicemente, come fa notare Automotive News, una necessità pratica di ottimizzazione dei pesi e di maggiore semplicità del layout interno. Nella plancia-consolle centrale (prodotta attraverso un procedimento di stampa 3D, che ha consentito di risparmiare un buon 50% di peso in rapporto ad un elemento corrispondente), è stata infatti ricavata una “nicchia” nella quale il conducente (o meglio dire: il pilota) può collocare il proprio telefonino: “Vetture di questo tipo vengono concepite essenzialmente in funzione di ciò che si richiede ad una supercar; dunque, anche riguardo ai kg. Tutti possediamo uno smartphone in tasca: è tutto ciò che occorre”, osserva Andy Palmer.

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