Vettel in Ferrari: 5 grandi delusioni

Redazione
18 Maggio 2020
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Il quattro volte campione del mondo è stato in alcune occasioni sfortunato protagonista di momenti-no: ecco gli episodi più eclatanti.

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Anche le migliori relazioni hanno degli alti e bassi. Tutto sta a gestire entrambi (e questi ultimi soprattutto) in maniera da non lasciarsi prendere da un eccessivo sconforto. Fra Sebastian Vettel e Ferrari, il rapporto è stato costellato da notevoli acuti (quattordici vittorie: una nel 2015, quattro nel 2017, cinque nel 2018, due nel 2019; 54 volte sul podio; dodici pole position), tuttavia anche da numerose zone d’ombra. Fasi di “up and down” che hanno a volte portato, riavvolgendo il nastro delle ultime sei stagioni di F1, a considerare forse più i momenti no che quelli positivi. Tant’è: il fuoriclasse di Kempten, arrivato a Maranello in quella fine di novembre 2014 con il preciso compito di contribuire alla conquista di nuovi titoli mondiali per il “Cavallino”, è alla fine riuscito a stabilire un singolare record: il più elevato numero di vittorie in una squadra sotto le cui insegne, alla fin fine, non ha mai ottenuto la corona iridata.

Eccessivo nervosismo, una relativa difficoltà a gestire la calma quando messo sotto pressione: sulle prestazioni, talvolta altalenanti, di Sebastian Vettel in Ferrari sono state avanzate le più varie ipotesi e motivazioni. La stagione 2020 della massima Formula lo vedrà per l’ultima volta al volante della “Rossa”: può darsi benissimo che Sebastian Vettel sarà capace di regalare ai tifosi le ultime vittorie, prima dell’”Arrivederci”.

Momenti negativi

Ripercorriamo, dopo avere esaminato alcune delle sue migliori prestazioni in Ferrari, una carrellata di episodi che lo hanno visto sfortunato protagonista. Augurandogli, ovviamente, che tali rimangano: vicende a volte figlie di una (pur umana) foga agonistica, e in altre occasioni frutto di momenti di forte stress. Situazioni che nello sport sono tutt’altro che rare.

GP Singapore 2017

Dopo una prima parte di stagione da incorniciare (un feeling eccezionale con la monoposto Ferrari SF70H e le vittorie nei Gran Premi di Australia, Bahrain, Monaco – sedici anni dopo l’ultimo successo della “Rossa” nel Principato – ed Ungheria, quest’ultima ottenuta nonostante il volante, per buona parte di gara, fosse storto verso la sinistra) e la leadership di campionato fino al GP di Monza che conclude in terza posizione alle spalle del duo-Mercedes Hamilton e Bottas, per Vettel ha inizio una fase più in ombra: da rimarcare, a questo proposito, l’urto al via del GP di Singapore con la monoposto gemella di Kimi Raikkonen e la Red Bull di Max Verstappen, tutte messe fuori gioco, e nel quale a rimanere coinvolta è anche la McLaren-Honda di Fernando Alonso.

GP Baku 2018

L’episodio del GP di Azerbaijan 2018 rappresenta una “delusione” nel caso specifico, tuttavia può essere  annoverato come una umana reazione di nervosismo agonistico per arginare il “grande attack” di una Mercedes che anno dopo anno dimostra un’escalation di risultati pressoché irresistibile. Due vittorie all’inizio di stagione (Australia e Bahrain) sembrano avviare il campionato verso i migliori auspici; Lewis Hamilton ha, dalla sua, una perfetta “tenuta” sugli avversari, e a volte costringe l’eterno rivale di Kempten ad un superlavoro psicologico che aggiunge tensione alla necessità di mantenere la “Rossa” sugli stessi livelli delle monoposto della Stella a Tre Punte. Ciò che avviene a Baku, con Vettel che nelle fasi successive alla ripartenza dopo la safety car tenta un sorpasso in extremis a ruote bloccate sulla Mercedes di Valtteri Bottas, con il risultato di “spiattellare” le gomme e farsi sopravanzare di colpo dallo stesso Hamilton, dal compagno di squadra Kimi Raikkonen e, poco dopo, anche da Sergio Perez, è forse frutto di un eccesso di agonismo umanamente comprensibile (da più parti si è detto: ad Hamilton questo non accadrebbe, ma Vettel non è Hamilton. Punto).

GP Hockenheim 2018

Ed ecco l’episodio che può rappresentare il culmine di un nervosismo forse gestito non nella maniera corretta. Domenica 22 luglio 2018, GP di Germania: nella pista “di casa”, Sebastian Vettel conclude al 53. giro la propria cavalcata che poteva essere trionfale. Ovvero, dritto contro le barriere esterne di protezione alla seconda curva del Motodrom. Un errore che consente a Lewis Hamilton di vincere la gara e rende ancora più dura la lotta per il campionato. “Vietato sbagliare”, si dirà. E del resto, lo stesso Sebastian non ebbe difficoltà, nel dopo gara, nell’addossarsi ogni responsabilità dell’accaduto. Son cose che capitano anche ai più grandi (Senna a Monaco 1988, Mansell a Montréal 1992, Schumacher a Monaco 1996; e ce ne la lista può continuare finché si vuole). Tuttavia, quanto avvenuto ad Hockenheim 2018 inizia a portare alla luce un problema di forse troppa foga che Sebastian sembrerebbe non riuscire a tenere a freno quando si vede sotto pressione. Questo lo rende decisamente “simpatico” e vicino alle incertezze dell’”uomo comune”, ma la Formula 1 è una competizione dove i migliori piloti del mondo devono dare il meglio di se per dimostrare, quando occorre, di essere più forti degli altri anche sul piano psicologico.

GP Monza 2018

Obiettivamente, l’episodio avvenuto al via del GP d’Italia 2018 è stato un incidente di gara come se ne sono visti tanti altri. Tuttavia, il contatto (con testacoda) avvenuto fra Vettel e Hamilton subito dopo la partenza (le due Ferrari in prima fila, con Raikkonen in pole position e Vettel in seconda posizione; dietro a loro le due Mercedes di Hamilton e Bottas) ha, di fatto, gettato un pesante macigno sulle speranze di Sebastian Vettel in ordine di conquista di un quinto titolo mondiale. Anche se, a onor del vero, in quell’occasione il tedesco non è stato del tutto responsabile di quanto avvenuto.

GP Interlagos 2019

In quest’ultimo caso, invece, un “crash” fra le due monoposto della stessa squadra ha assunto le tinte fosche di un peso ancor più gravoso in ottica di campionato. La dinamica è ben documentata dalle sequenze video: durante il regime di Safety car conseguente al ritiro di Vallteri Bottas, Charles Leclerc monta un set di gomme morbide e si inserisce alle calcagna di Sebastian Vettel (che a sua volta era stato superato dalla Red Bull di Alexander Albon); il giovane monegasco, qualche giro dopo, giunti alla chicane Senna di Interlagos tenta il sorpasso su Vettel, il quale si sposta leggermente verso l’interno. Ne consegue un contatto che provoca la foratura ad una gomma di ciascuna delle due monoposto ed un doppio ritiro.

Sebastian Vettel: cinque grandi delusioni in Ferrari

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