Fase 2: come spostarsi in auto dal 18 maggio

Redazione
18 Maggio 2020
Autostrada

Prima riapertura: via libera agli spostamenti nella propria regione, ma osservando le regole di autoprotezione; riflettori puntati sul 3 giugno.

Trends: Coronavirus

Il secondo step di “Fase 2” dell’emergenza sanitaria ha ufficialmente preso il via. In perfetto ordine su quanto indicato prima dell’inizio della precedente misura, avviato lunedì 4 maggio, il Consiglio dei ministri ha firmato il decreto legge che organizza tutte le riaperture delle attività commerciali di vendita al dettaglio e di servizi alla persona, e gli spostamenti a partire da oggi (lunedì 18 maggio), con l’obiettivo, ha indicato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, di tornare ad una piena circolazione delle persone sull’intero territorio nazionale per mercoledì 3 giugno. Con questa novità, che di fatto rappresenta la “big news” comunicata dal premier – e che milioni di italiani aspettavano da tempo -, compito del Governo consisterà nel pianificare da quella data gli spostamenti al di fuori della propria regione di residenza o di domicilio. Questo riguarderà, nello specifico:

  • gli spostamenti con mezzi di trasporto propri
  • gli spostamenti su mezzi pubblici.

Come ci si può spostare dal 18 maggio

Ricordiamo che nelle prossime due settimane (da lunedì 18 maggio a martedì 2 giugno) restano in vigore le limitazioni disposte dal precedente Dpcm del 26 aprile 2020 in materia di spostamenti delle persone.

  • Ci si può spostare liberamente all’interno della propria regione di residenza o domicilio
  • Decade l’obbligo dell’autocertificazione nella circolazione territoriale (a piedi, su mezzi propri, a bordo di mezzi pubblici)
  • Viene mantenuto il divieto di spostarsi verso altre regioni, fatti salvi i “comprovati motivi” di salute, lavoro, emergenza e necessità; dunque, chi debba recarsi verso altre regioni ha l’obbligo di presentare l’autodichiarazione (la cui ultima formulazione di modulo in ordine di tempo è del 4 maggio) alle forze di polizia, in caso di controllo
  • Viene fatto obbligo di restare in casa se si accusa uno stato febbrile oltre i 37,5 gradi
  • È obbligatorio osservare in maniera rigorosa la distanza di almeno un metro o di due metri nelle attività sportive, ed il rispetto delle disposizioni previste dal Governo, e dalle amministrazioni regionali, relativamente alle modalità di accesso alle attività commerciali ed agli spazi chiusi aperti al pubblico (utilizzo di mascherine, guanti monouso oppure di gel disinfettanti), nonché – dove sia richiesto – sottoporsi al controllo della temperatura corporea
  • Tornano le visite agli amici: oltre alla possibilità di rivedere i propri “congiunti” ed “affetti stabili”, come già disposto dal precedente decreto, da oggi (lunedì 18 maggio) decade il divieto di incontrare i propri amici, dai quali siamo tutti stati forzatamente “separati” dallo scorso 9 marzo
  • No agli assembramenti: in relazione al “punto” precedente, e più in generale per quanto riguarda la ripresa della “vita sociale”, il Governo mantiene ben chiare le misure di autoprotezione che tutti ben conoscono: restano vietati gli assembramenti, è obbligatorio indossare la mascherina, occorre mantenere almeno un metro di distanza fra le persone, tanto al chiuso quanto all’aperto, e feste ed eventi pubblici restano vietati
  • Seconde case: è ora possibile recarsi verso le proprie seconde case, sebbene fino a mercoledì 3 giugno sia, come detto, vietato spingersi oltre i confini regionali.

>> Coronavirus: via l’autocertificazione, le nuove regole per la circolazione

Occhio alle sanzioni

Da qui, il mantenimento delle sanzioni per chi viola le disposizioni del Governo: salvo che ciò non costituisca più grave reato, l’inosservanza ai provvedimenti dell’Autorità comporta una sanzione che va da un minimo di 400 euro ad un massimo di 3.000 euro e l’aumento di un terzo dell’importo se si è alla guida di un veicolo.

Come usare l’auto dal 18 maggio

Riportiamo brevemente le misure di autoprotezione comunicate dal Governo lo scorso 4 maggio, dove era stato prescritto che le auto possono essere utilizzate da più passeggeri soltanto se venga rispettata la distanza minima di un metro, e obbligo di circolare con il solo conducente a bordo per le moto; ovviamente, ciò esclude il caso in cui conducente e passeggero siano conviventi.

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Sistemazione di conducente e passeggeri su auto privata

  • Un conducente e un familiare convivente: permesso il trasporto sul sedile anteriore, non c’è obbligo di mascherina
  • Un conducente e una persona non convivente: obbligatori il distanziamento minimo di un metro e la mascherina indossata
  • Un conducente e due persone conviventi: una delle due può sistemarsi sul sedile passeggero anteriore; non c’è l’obbligo di indossare la mascherina
  • Un conducente e due persone non conviventi: bisogna mantenere la distanza minima di un metro e indossare la mascherina; dunque i due passeggeri dovranno accomodarsi su ciascun lato del divanetto posteriore
  • Un conducente e tre persone con lui conviventi: non è necessario indossare la mascherina
  • Un conducente ed una persona convivente e una non convivente: i due passeggeri devono sistemarsi ciascuno su un lato del divanetto posteriore, avendo cura di rispettare al massimo la distanza interpersonale (e indossare la mascherina, conducente compreso).

Sistemazione di autista e passeggeri su taxi e NCC

  • L’autista e una persona convivente: il passeggero deve sistemarsi sul sedile posteriore ed in maniera opposta al conducente; non c’è l’obbligo di indossare la mascherina
  • L’autista e una persona non convivente: vale quanto indicato qui sopra
  • L’autista e due persone con lui conviventi: devono accodarsi sul divanetto posteriore; non c’è l’obbligo di indossare la mascherina
  • L’autista, una persona con lui convivente e una no: vige l’obbligo di indossare la mascherina.

Dialogo quotidiano con le Regioni

In base alle disposizioni di Palazzo Chigi, il progetto di consentire la piena libertà di movimento nel territorio nazionale è chiaramente condizionata dal confronto con le amministrazioni regionali – che avranno il compito di fornire ogni giorno un “bollettino” sull’andamento dell’emergenza sanitaria – le quali, dal canto loro, potranno (previo accordo con il Governo) istituire ulteriori eventuali limitazioni, o limitare ancora gli spostamenti sulla base dell’indice di contagio: è un po’, per fare un esempio, il caso della Lombardia, che continua a mantenere un “regime” di massima osservazione. Potrebbero quindi essere istituite nuove “zone rosse”.

“Prudenza” continua ad essere la parola d’ordine

Per questo, viene raccomandata la massima prudenza negli spostamenti (le prossime due settimane saranno fors’anche più importanti delle due precedenti: dal 18 maggio al 2 giugno il quadro dell’andamento nazionale dei contagi è essenziale per conoscere se il Paese sia pronto per la piena e definitiva ripartenza).

Per conoscere nel dettaglio le disposizioni adottate dalle Regioni, è consigliabile consultare i relativi portali Web istituzionali.

Quali sono i compiti delle Regioni e dei Comuni

Gli uffici tecnici regionali devono, in Fase 2, osservare lo sviluppo dell’emergenza da Covid-19 in maniera costante e la risposta del sistema sanitario in ordine all’evoluzione dei contagi. Queste attività vanno effettuate con cadenza quotidiana, per essere inviate al Ministero della Salute, all’Istituto Superiore di Sanità ed al Comitato tecnico-scientifico. In funzione all’evolversi della situazione, i presidenti delle Regioni potranno, chiaramente previa consultazione con il Ministero della Salute, definire provvedimenti di ampliamento, deroga oppure restrizione rispetto a quanto il decreto firmato dal Consiglio dei ministri dispone. A livello ancora più territoriale (le amministrazioni comunali), viene analogamente disposto che ai sindaci spetti il compito di chiudere, eventualmente, gli spazi e le aree aperti al pubblico nei quali la regola-base della distanza minima di un metro fra le persone non possa essere garantita.

Potrebbe essere possibile viaggiare all’estero

Sempre a partire da mercoledì 3 giugno si attende la riapertura delle frontiere nazionali verso l’estero. L’obiettivo è di tornare a consentire gli spostamenti da e verso i Paesi dell’Unione Europea e dell’Area Schengen, compresi dunque San Marino, Città del Vaticano e Principato di Monaco, e quindi senza che sia più necessario sottoporsi, al rientro, al periodo di quattordici giorni di quarantena.

Conte: “Rischio calcolato”

In diretta nazionale, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato di affrontare la Fase 2 “Con voglia di ricominciare, ma anche con la massima prudenza. I dati sull’andamento dei contagi sono incoraggianti, confermano che gli sforzi collettivi hanno prodotto i risultati che ci si attendeva”. In merito ai provvedimenti di graduale riapertura delle attività commerciali e della libera circolazione, pronti a tornare pienamente usufruibili da tutti gli italiani dopo i drammatici due mesi e mezzo di lockdown, il premier Conte osserva che “Andiamo incontro ad un rischio calcolato, nella consapevolezza che la curva dei contagi potrà tornare a salire”. “I nostri principi rimangono gli stessi: il primo è la tutela della vita e della salute dei cittadini, che sono valori non negoziabili tuttavia dobbiamo declinarli in maniera differente”. Del resto, osserva il presidente del Consiglio, “Non possiamo permetterci di attendere il vaccino”. “Sotto”, quindi, con il dialogo costante con le istituzioni territoriali, ovvero Regioni, Comuni e Province: “Siamo nella condizione di affrontare la Fase 2 con fiducia e senso di responsabilità, sarà importante il lavoro e il dialogo con le Regioni, Anci e Upi, dovranno anche loro assumersi le loro responsabilità”.

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