Coronavirus: via l’autocertificazione, le nuove regole per la circolazione

Redazione
14 Maggio 2020
Coronavirus: via l'autocertificazione, le nuove regole per la circolazione

Dal 18 maggio circolazione più “libera” all’interno della propria regione (per spostarsi oltre servirà sempre il modulo compilato). Tutti i dettagli.

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Il primo step di Fase 2,, avviato lunedì 4 maggio, resterà in vigore fino a lunedì 18 maggio. La data di completa riapertura delle attività commerciali, dunque, si avvicina (e questo è un traguardo iniziale che milioni di italiani attendevano da più di due mesi), ed è stata ribadita dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla conferenza stampa di presentazione del Decreto Rilancio; più avanti, potrebbe arrivare anche un ulteriore spiraglio di libertà di spostamento fra diverse regioni. Il condizionale è, in questo caso, più che mai d’obbligo. Tutto sta a conoscere le valutazioni che le amministrazioni regionali consegneranno a brevissimo al Governo in merito allo “stato di salute” dei rispettivi territori: una sorta di pagelle (che riportano le cifre relative all’evolversi dell’emergenza sanitaria in ambito locale e, quindi, permettono di avere un quadro completo su quali territori saranno già pressoché pronti ad un ritorno alla normalità e dove, al contrario, occorrerà ulteriore prudenza) utili a valutare l’opportunità di organizzare gli spostamenti interregionali. Per ora, a chi debba recarsi verso altre regioni, resta valido il mantenimento dell’autocertificazione (la cui ultima formulazione di modulo, in ordine di tempo, è appunto di lunedì 4 maggio).

>> Scarica qui l’autocertificazione Fase 2 aggiornata al 4 maggio in pdf

>> Qui l’autocertificazione “barrata”

Occorrerà, quindi, avere pazienza: l’autodichiarazione servirà per spostarsi oltre i confini della propria regione, e soltanto per i “comprovati motivi” indicati nel modulo:

  • salute
  • lavoro
  • emergenza
  • necessità.

“Evitare troppi trasferimenti interregionali”

In questo senso: tutto come prima, in estrema sintesi. Ciò, ha spiegato il presidente del Consiglio ai giornalisti ed in diretta nazionale, in quanto “In un incontro con le Regioni da parte del ministro Boccia ci è stata prospettata, da quasi tutte le rappresentanze territoriali, la necessità che gli spostamenti interregionali restino ‘congelati’ o quantomeno limitati il più possibile”. Chiaramente non sarà così per sempre: “Almeno in questa prima fase”, dichiara Giuseppe Conte. Il motivo di attendere ancora a concedere libertà di spostamento fra diverse regioni oltre le motivazioni contenute dal modulo di autocertificazione viene individuato nell’esigenza – proprio mentre gran parte delle attività commerciali e dei servizi riapriranno nei prossimi giorni – di avere un quadro completo della valutazione della curva epidemiologica, che non venga condizionato da “Troppi trasferimenti interregionali”, osserva Conte. Una “riapertura dei confini” fra le regioni potrebbe arrivare, forse, il 1 giugno, per quanto questa misura andrebbe definita soltanto dopo lo screening da parte del Ministero della Salute.

Niente più autocertificazione all’interno della regione

Al contrario, e questa è davvero la “big news” che da tempo tutti gli italiani aspettavano, da lunedì 18 maggio il modulo di autocertificazione non sarà più necessario per spostarsi in ambito comunale, intercomunale e regionale. In virtù della riapertura delle attività commerciali, la circolazione delle persone – a piedi, sui mezzi pubblici e con veicoli privati – sarà quindi libera e non più condizionata dalle motivazioni di urgenza, lavoro, salute e necessità che, come detto, resteranno validi se si dovesse avere l’esigenza di spostarsi oltre la propria regione di residenza o di domicilio (analogamente, sarà permesso rientrare a casa se ci si trova al di fuori dei confini regionali, proprio come avviene dal 4 maggio).

Sarà possibile incontrare gli amici, ma niente assembramenti

In merito al nuovo provvedimento che torna a dare liberà di spostarsi, sebbene in un ambito “locale”, è importante tenere conto che, dopo più di due mesi, sarà possibile incontrare nuovamente i propri amici, oltre che – “ovviamente” – i congiunti. Più libertà non significa, tuttavia, dire addio alle misure di autoprotezione che nelle ultime settimane hanno avuto carattere di obbligatorietà: dunque, “sì” agli incontri con parenti, congiunti, “affetti stabili” (leggi: fidanzati) e amici, ma con l’avvertenza di non creare affollamento di persone. Attenzione, quindi, agli “appuntamenti conviviali” nelle case: molto meglio, in questa prima fase, rivedersi all’aperto, e – sempre – mantenendo la distanza fra le persone e con indosso almeno la mascherina di protezione.

Responsabilità è la parola d’ordine

La nuova fase di prima ripartenza è cruciale: è in effetti da come evolverà l’emergenza sanitaria nelle prossime settimane che si definirà l’asset socio-economico dell’Italia per i mesi a venire. Più libertà di movimento deve, in questo caso, equivalere a prestare un’attenzione almeno uguale, se non maggiore, rispetto a come ci si è comportati nei due lunghi mesi di drammatico “lockdown”.

>> Mascherina in auto: sì o no, consigli e suggerimenti

Come comportarsi in auto

Sulla base delle linee-guida, da parte di Inail e Istituto Superiore di Sanità, che fissano i provvedimenti da adottare dopo il 1 giugno per ristoranti, bar e parrucchieri (fra le quali ci sarà il mantenimento di una distanza minima di due metri fra le persone), è possibile ipotizzare che, almeno in questa prima fase di ripartenza, bisognerà osservare le misure di autoprotezione comunicate dal Governo lo scorso 4 maggio:

“Le auto possono essere utilizzate da più passeggeri solo se si rispetta la distanza minima di un metro. Non è possibile andare in due in moto, non essendo possibile la distanza minima di un metro. Entrambi questi limiti non valgono se i mezzi sono utilizzati solo da persone conviventi”.

>> Fase 2: quante persone possono viaggiare in auto e in moto

Si desume (ovviamente restando attenti a captare eventuali comunicazioni in merito) che valgono le regole adottate in questi primi giorni di “Fase 2”, e che riportiamo per maggiore chiarezza.

Autovetture per uso privato

  • Se a bordo, oltre al conducente, c’è un familiare convivente: è possibile il trasporto anche sul sedile passeggero anteriore, senza obbligo di mascherina
  • Se a bordo c’è una persona non convivente: vale la regola del distanziamento minimo di un metro, e occorre indossare la mascherina
  • Se a bordo ci sono due persone conviventi, oltre al conducente: una delle due può viaggiare sul sedile passeggero anteriore; non vige l’obbligo di indossare la mascherina
  • Se a bordo ci sono due persone non conviventi, oltre al conducente: è necessario mantenere il distanziamento interpersonale minimo di un metro, e occorre indossare la mascherina. I due passeggeri, quindi, dovranno accomodarsi su ciascun lato del divanetto posteriore.
  • Se a bordo ci sono tre persone conviventi con il conducente: non è necessario indossare la mascherina
  • Se a bordo, oltre al conducente, c’è una persona che con lui convive ed un terzo non convivente: questo è il numero massimo di persone che, in tale situazione, possono prendere posto a bordo di un’autovettura; i due passeggeri devono sistemarsi ciascuno su un lato del divanetto posteriore, avendo cura di rispettare al massimo la distanza interpersonale (e indossare la mascherina, conducente compreso.

Taxi e NCC

  • Se a bordo, oltre al conducente, c’è una persona convivente: quest’ultima deve sedersi dietro, e in maniera opposta al sedile di guida; non c’è obbligo di mascherina per il passeggero
  • Se a bordo, oltre al conducente, c’è una persona non convivente: come sopra
  • Se a bordo, oltre al conducente, ci sono due persone che con lui convivono: devono sedersi dietro, e non hanno l’obbligo di indossare la mascherina
  • Se a bordo, oltre al conducente, ci sono due persone non conviventi: vale quanto sopra, con l’obbligo di indossare la mascherina
  • Se a bordo, oltre al conducente, c’è una persona convivente e una no: obbligo di utilizzare la mascherina.

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