Renault-Nissan-Mitsubishi: arrestato il presidente Carlos Ghosn

Francesco Giorgi
19 Novembre 2018
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L’accusa è di avere fornito false informazioni sui propri compensi e sui bilanci. Tutto è nato da una indagine interna svolta da Nissan, che si dichiara pronta a collaborare con la giustizia giapponese.

Un provvedimento di arresto, improvviso come un fulmine a ciel sereno: e la ventennale carriera di Carlos Ghosn alla guida di Nissan potrebbe presto terminare nel peggiore dei modi. Vale a dire, con il licenziamento – non soltanto dal “timone” del marchio giapponese, ma anche da quello degli altri marchi dell’alleanza, cioé Renault e Mitsubishi– ed un pesante strascico giudiziario. La notizia del fermo cautelare, avvenuto a Tokyo, per il 64enne top manager brasiliano di origini libanesi, fino al 2017 anche  amministratore delegato di Nissan, era stata diramata nelle scorse ore dal quotidiano giapponese Asahi; a stretto giro di posta, un comunicato ufficiale Nissan indica che l’azienda ha condotto “Un’indagine interna, negli ultimi mesi”: l’inchiesta (svolta, come indicato “nero su bianco”, sulla base di alcune “soffiate”) ha riguardato una serie di “Condotte scorrette” che hanno interessato tanto lo stesso presidente Carlos Ghosn quanto il direttore rappresentante Greg Kelly.

L’inchiesta, le cui informazioni risultanti sono già state consegnate da Nissan (che si dichiara già pronta a collaborare con le autorità giudiziarie locali) ai pubblici ministeri giapponesi, riporta l’accusa, a carico di Ghosn, di avere violato i regolamenti finanziari che riguardano il proprio compenso e sui bilanci dell’azienda. Inevitabili le conseguenze per il titolo Renault (ricordiamo che è stato proprio Carlos Ghosn a riposizionare il ruolo della Marque à Losange nel mondo, grazie alla nascita della “big alliance” Renault-Nissan, prima, e da un paio d’anni Renault-Nissan-Mitsubishi che nel 2017, con un totale di 10,6 milioni di veicoli, ha raggiunto una posizione leader a livello globale in termini di vendite), che – anche per via dell’orario nel quale la notizia, partita dal Giappone, ha fatto il giro del mondo – al termine della mattinata di contrattazioni hanno fatto segnare un calo del -10,9%.

Ecco, per esteso, il testo del comunicato diffuso da Nissan: “Sulla base di una denuncia interna, Nissan Motor Co., Ltd ha condotto negli ultimi mesi una inchiesta interna in merito a comportamenti scorretti che hanno coinvolto il direttore rappresentante e presidente della società, Carlos Ghosn, ed il direttore rappresentante Greg Kelly. Dall’inchiesta è emerso come per alcuni anni sia Ghosn che Kelly abbiano segnalato alle autorità di vigilanza del Tokyo Stock Exchange un ammontare dei rispettivi compensi inferiore a quello realmente percepito (…) Inoltre, riguardo a Ghosn, sono emersi numerose altre azioni di cattiva condotta significative, fra cui l’utilizzo di beni aziendali per scopi personali; è stato altresì confermato un evidente coinvolgimento per Kelly. Nissan ha fornito le informazioni ai pubblici ministeri giapponesi, ha collaborato in maniera attiva alle loro indagini e continuerà a farlo. Poiché la cattiva condotta scoperta attraverso le nostre indagini interne costituisce palese violazione dell’obbligo di diligenza in qualità di amministratori, il CEO Nissan Hiroto Saikawa proporrà al CdA della società la pronta rimozione di Ghosn dagli incarichi di presidente e direttore rappresentante, così come di Greg Kelly. Nissan si scusa per la preoccupazione suscitata nei propri azionisti e stakeholder. Continueremo il nostro lavoro per identificare problemi di governance, e adottare le misure appropriate”.

Carlos Ghosn, dunque, avrebbe fornito stime inferiori dei propri titoli Nissan con l’obiettivo di ottenere regimi fiscali più favorevoli: ora la palla passa alle autorità giudiziarie giapponesi. La notizia, in ogni caso, non ha lasciato indifferenti i vertici politici francesi: il presidente Emmanuel Macron ha tenuto a puntualizzare che “Lo Stato sarà estremamente vigile perché venga mantenuta la stabilità dell’alleanza e del Gruppo”.

Ghosn, sulla base dei comunicati ufficiali (notizie che, giocoforza, adesso andranno ricontrollate), nel 2017 aveva dichiarato incassi per cifre corrispondenti a circa 9,2 milioni di euro relativamente al proprio incarico in Nissan e Mitsubishi, e più di 7,4 milioni di euro da Renault: cifre approvate “in extremis”, e soltanto dopo una sforbiciata del 20%, da parte dell’assemblea degli azionisti, tuttavia con il parere contrario dello Stato francese. L’intenzione del top manager era di “passare la mano” nel 2022 (qui il nostro approfondimento).

Il ruolo di Carlos Ghosn nell’attuale panorama automotive mondiale è da molti anni di primo piano: 64 anni, brasiliano di origini libanesi, Ghosn, laureato in Ingegneria (titolo conseguito a Parigi), è attivo nella filiera automobilistica da un quarantennio, dapprima in qualità di amministratore delegato per Michelin Nord America. Nel 1999, dopo l’acquisizione del 44% delle quote capitale Nissan da parte di Renault, venne nominato CEO di Nissan Motor per il Giappone. L’operato di Ghosn è stato epocale: a lui, sopranominato “Cost killer”, si deve la decisione di procedere ad un radicale programma di svecchiamento per il management dell’azienda giapponese (permettendo, va detto, a Nissan di mutare radicalmente la propria immagine dopo un periodo piuttosto opaco), con l’obiettivo di mettere le basi al “new deal” tecnologico che negli anni successivi avrebbe caratterizzato il comparto dell’auto, soprattutto riguardo al lancio di modelli-chiave (il crossover Nissan Qashqai) e le strategie di elettrificazione (Nissan Leaf, elettrica-bestseller a livello globale). Fra i progetti strategici messi a termine sotto la sua guida, la partnership con Daimler AG finalizzata alla produzione di Renault Twingo e dell’attuale generazione di Smart forfour accomunate dalla medesima impostazione di pianale e meccatronica, e la fornitura reciproca di unità motrici e sperimentazioni tecniche. Nell’autunno 2016, l’ingresso di Mitsubishi nell’alleanza Renault-Nissan (ufficializzato con l’acquisizione del 34% di Mitsubishi da parte di Nissan) ha ulteriormente rafforzato l’incidenza del “maxi Gruppo” nell’asset automotive globale.

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