Renault: Carlos Ghosn si prepara a lasciare l’incarico di CEO?

Francesco Giorgi
14 Giugno 2018
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Il top manager di origine brasiliana resterebbe a capo della alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, che in queste ore annuncia una crescita delle sinergie annue. Confermati i progetti al 2022.

Mentre gli analisti internazionali interpretano le performance in crescita della “big alliance” Renault-Nissan-Mitsubishi, comunicate nelle scorse ore dai vertici delle rispettive società (+14% di sinergie annue, che si traducono in 5,7 miliardi di euro), una clamorosa news viene “captata” dal Web: secondo quanto riporta l’edizione online del Financial Times, il numero uno della Marque à Losange Carlos Ghosn potrebbe dimettersi dall’incarico di amministratore delegato dell’azienda francese ancor prima che scada il proprio mandato, ovvero nel 2022.

“Si può pensare che prima di quella data io non sia più CEO di Renault”, ha dichiarato Ghosn ai taccuini dell’autorevole quotidiano economico-finanziario di oltremanica. Più in dettaglio, Ghosn resterebbe ai vertici Renault in qualità di presidente, nonché di amministratore delegato e presidente dell’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi: fra i programmi operativi al vaglio, ci sarebbe un progetto relativo alla conduzione delle tre società verso una singola holding globale, riporta il Financial Times.

Da parte dei “piani alti” di Renault, le bocche sono cucite: al momento non c’è alcuna replica in tal senso. Tuttavia, l’impegno di Ghosn in prima persona finalizzato ad una concreta unione tra il colosso francese e Nissan è sotto gli occhi di tutto il mondo: l’alleanza, che si avvia a celebrare i suoi primi vent’anni (venne avviata nel 1999) è finalizzata allo sviluppo di tecnologie di propulsione eco friendly e di sistemi di guida autonoma. A questo proposito, lo scorso febbraio il 64enne top manager di origine brasiliana, al timone di Renault dal 2005 e principale attore del percorso evolutivo (tecnico e di immagine) per la Marque à Losange anche in virtù dell’alleanza con Nissan e, successivamente, con Mitsubishi, aveva siglato un nuovo impegno per il 2022: l’obiettivo dichiarato era, in effetti, di rendere “irreversibile” la partnership fra le tre società. Tuttavia, come pubblica il Financial Times, “Potete iniziare a pensare che nel 2022 io non sarò già più CEO di Renault”, è la dichiarazione che il redattore  riporta “firmandola” Ghosn.

A ben vedere, la notizia, seppure di primaria importanza, non sembrerebbe del tutto “straordinaria”: già nel 2012, in un report curato dalla società internazionale di consulenza manageriale McKinsey, Carlos Ghosn aveva comunicato di non essere intenzionato a sedere per lungo tempo al vertice del Gruppo francese, motivando la dichiarazione con il fatto che si stava avviando verso i sessant’anni. Presto, dunque, potrebbe scattare il “toto-nomine”: secondo un “lancio” Bloomberg, fra i papabili potrebbe esserci il 54enne Thierry Bolloré, già Chief Operating officer di Renault: un incarico che potrebbe proiettarlo, in un prossimo futuro, nel nuovo ruolo di CEO della Marque à Losanges.

Nel frattempo, il comparto automotive riceve i primi dati sulla big alliance Renault-Nissan-Mitsubishi: come riporta una Web news de La Repubblica, per il 2017 si annuncia un aumento del 14% relativamente alle sinergie annue, che quindi andrebbero a raggiungere 5,7 miliardi di euro (700 milioni in più rispetto ai 5 miliardi del 2016): tale risultato verrebbe reso possibile anche in virtù di un’attenta strategia di attenzione al risparmio, all’ottimizzazione dei costi industriali e di incremento dei redditi. Complessivamente, il monte-vendite Renault-Nissan-Mitsubishi ha totalizzato, nel 2017, più di 10,6 milioni di unità (10.608.366 veicoli venduti nel mondo, compresi quelli prodotti dai “brand” che fanno parte di ciascun Gruppo: Renault, Nissan, Mitsubishi Motors, Dacia, Renault Samsung Motors, Alpine, Lada, Infiniti, Venucia e Datsun): cifra che pone l’Alleanza guidata dallo stesso Carlos Ghosn ai vertici internazionali quanto ai volumi di vendita di autovetture e veicoli commerciali. Tale quantitativo, come era stato evidenziato all’inizio di quest’anno, ha superato i 10.413.455 veicoli venduti nel 2017 dal Gruppo VAG (Volkswagen, Audi, Seat, Skoda, Porsche, Bentley, Lamborghini, Bugatti), e ha messo al terzo posto il colosso giapponese Toyota (Toyota, Lexus, Hino, Daihatsu), che l’anno scorso ha totalizzato 10.163.801 veicoli venduti.

Da segnalare, a questo proposito, la positiva performance siglata da Mitsubishi Motors, che, afferma Ghosn, “Nel 2017 ha registrato il primo anno di guadagni che provengono dalla sinergia”. Le “convergenze parallele” fra Renault, Nissan e Mitsubishi Motors sono destinate, in un’ottica a breve-medio termine, ad una fase di crescente incontro fra le tre realtà: questo, grazie ad un più intenso utilizzo di linee di produzione congiunte, di piattaforme globali in condivisione fra più lineup di veicoli, ad una più ampia condivisione di tecnologie e alla presenza di tutte e tre le aziende sui mercati già maturi così come su quelli emergenti. “L’obiettivo resta rivolto al raggiungimento di un livello di sinergia di oltre 10 miliardi di euro entro la fine del 2022”, puntualizza Ghosn.

Concretamente, i programmi a medio termine per Renault-Nissan-Mitsubishi puntano a un quantitativo di vendite globali di oltre 14 milioni di veicoli entro fine 2022; dal punto di vista dell’ottimizzazione delle risorse, è da rimarcare come, secondo i piani dei vertici della “Alliance”, si prevede la realizzazione di 9 milioni di unità sull’impiego di quattro nuove piattaforme globali in comune, che comprendano anche auto elettriche e “supercompatte” di segmento B, nonché un aumento dell’incidenza di sistemi di propulsione condivisi: da un terzo attuale al 75% del totale.

Da considerare, infine, l’importanza dell’auto elettrica fra le priorità della “big Alliance”: ricordiamo, a questo proposito, l’ambizioso documento di programma riassunto lo scorso ottobre da Carlos Ghosn: un report programmatico strategico, rivolto al 2022, finalizzato ad un sostanziale aumento di produzione (fino a 5 milioni di veicoli fra cinque anni) e allo sviluppo di una nuova lineup di veicoli a propulsione elettrica, elettrificata e guida autonoma.

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