Spyker ha un piano per il rilancio Saab

Francesco Giorgi
21 Dicembre 2009
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Spyker ha un piano per il rilancio Saab

Ore decisive per il futuro del marchio di Trollhattan. In serata si saprà se sopravvive. Un destino caratterizzato da alcuni modelli sfortunati

Ore decisive per il futuro del marchio di Trollhattan. In serata si saprà se sopravvive. Un destino caratterizzato da alcuni modelli sfortunati

Occhi puntati sulla Saab: oggi pomeriggio (ora di New York) scadrà l’offerta avanzata dalla Spyker alla General Motors. Una vicenda della quale, nelle ultime settimane, si è parlato molto. E che, adesso, si annuncia all’epilogo.

Secondo la olandese Spyker, piccola Casa artigianale, il piano di rilancio della Saab è contenuto in un documento articolato in 11 punti, nel quale emerge il fatto che il salvataggio del marchio svedese sarebbe attuato anche senza l’appoggio economico della Banca Europea di Investimento. Un passo necessario anche a seguito della decisione del Governo svedese di non sostenere Saab, secondo quanto dichiarato nei giorni scorsi dal Ministro dell’Industria Maud Olofsson prima di un incontro con i sindacati Saab, preoccupati per le sorti dei 4.000 dipendenti.

Se la cessione della Saab si concretizzerà, avrà tutte le caratteristiche di una vendita – spezzatino. Alcune “parti” del marchio svedese, infatti, andranno alla BAIC (Beijing Automotive Industry Corporation), il Gruppo cinese che nei giorni scorsi ha annunciato la ripresa delle trattative con la General Motors per la cessione delle linee di montaggio dei modelli 9-3 e 9-5.[!BANNER]

D’altro canto, l’offerta della Spyker potrebbe costituire una boccata d’ossigeno per la Saab, Marchio geniale, che negli ultimi decenni ha pagato lo scotto di essere una Casa troppo piccola per arginare l’offerta di un mercato troppo grande. Come altri Costruttori, infatti, a Trollhattan hanno dovuto fare i conti con le imposizioni di Gruppi di ben maggiori dimensioni che ne hanno in parte condizionato la produzione, prima, e poi ne hanno imposto l’utilizzo del marchio in alcuni modelli sfortunati. Vediamone alcuni.

La sfortunata serie Saab – Lancia 600

Un’operazione di per sé logica: nei primi anni ’80 era iniziata una partnership tecnica tra Fiat, Lancia e Alfa, che avrebbe portato alla piattaforma comune per 9000, Thema, Croma e 164. E, per la Saab, l’occasione di riempire il vuoto rimasto dalla fine produzione della leggendaria 96. La Delta aveva una cilindrata media, era a trazione anteriore (configurazione amata da Saab) e aveva quattro porte. Ne venne, quindi, esportata una serie che in Svezia marchiata Saab. Ma il difetto principale (la ruggine, che si acuiva nel clima freddo svedese) rimase, assieme all’immagine di vettura estranea all’eterna immagine Saab. Inutilmente Saab chiese a Lancia una serie che avesse un trattamento anticorrosione più efficace. Niente da fare. E la Saab – Lancia 600 fu un insuccesso. Che pagò la Casa svedese.

La Saab 9-5, per 13 anni senza un restyling

La Saab 9-5 è stata lasciata nella polvere per quasi 13 anni senza l’ombra di un restyling che la mettesse in grado di reggere una concorrenza sempre più aggiornata. Nata sotto una buona stella, nel 1997 era grande, spaziosa, raffinata, potente (260 CV per il 2.3 turbo). Purtroppo, è stato fatale l’averla mantenuta sul mercato per tutti questi anni sempre nella prima configurazione. A dire il vero, quest’anno è stato annunciato un maquillage per la 9-5. Ma, forse, troppo tardi.

La 900 seconda serie non era a livello della prima

La 900 è stata un modello leggendario per la Casa di Trollhattan. Per alcuni era troppo bella (la 900 è stata una vettura che non ammetteva mezze misure: o piaceva o non piaceva), troppo sportiva (ricordiamo che è stata la prima Turbo a vincere una gara del Mondiale Rally: avvenne nel 1980, in Svezia, con Stig Blomqvist, per tanti anni alfiere della Casa nei rally), troppo avanti nella linea di chiara ispirazione aeronautica. La seconda serie, prodotta dal 1994 al 1998, non riuscì a mantenere a un livello sopportabile le vendite di una Casa che produceva già da 20 anni questo modello. Inoltre, l’acquisizione del pacchetto di maggioranza da parte della GM ne aveva portato all’utilizzo di una “base” Opel.

La SUV Saab 9-7x era proprio indispensabile?

Che senso abbia avuto travestire una Chevrolet Trailblazer da Saab, i puristi della Casa svedese non l’hanno ancora capito. Prodotto dal 2005, è una grossa SUV equipaggiata con un V8 da 6 litri e 390 CV della GM. Risultato? La Saab più grossa, pesante mai prodotta.

La 9-2x? Molto poco “Saab”

Era a quattro ruote motrici… Unica qualità, peraltro “importata”, di una vettura che è stata tutto meno che una Saab. Dov’è il family feeling? La 9-2x, anche se negli USA ha riscosso un relativo successo, è stata una Subaru Impreza travestita. Anni fa, la Casa giapponese era nell’orbita della GM, che prontamente ne trasferì i geni in una Saab. Quando, poi, la Subaru venne ceduta alla Toyota, scomparve anche la 9-2x.

Tra le ultime sacrificate, la 9-3 seconda serie

L’ultima ad essere uccisa (la fine produzione è stata annunciata nei giorni scorsi), è nata nel 2002. Il DNA è quello della 9-3. Sangue nobile, quindi. In effetti, fra le vetture a marchio Saab degli ultimi 15 anni, è fra i modelli che hanno “resistito” di più. Il 2 litri Turbo da 210 CV è una buona scelta: potente e abbinato a una vettura ancora raffinata. Il problema è un altro: perché la Saab (pardon, la GM) ha sacrificato la hatchback in favore della berlina? Un altro patrimonio perduto.

Dulcis in fundo, la Saab 9-4x

Meriterebbe un capitolo a parte la Saab 9-4x. Presentata a Detroit nel 2008 e basata sullo stesso pianale della Cadillac SRX, ma con la scelta di due motori (2 e 2,8 litri, entrambi Turbo, uno a 4 cilindri e l’altro V6), avrebbe dovuto vedere la luce nel 2010. Purtroppo, è stata sacrificata sull’altare delle sorti della Casa madre che ben conosciamo. Ma non tutto è perduto: se la Spyker acquisirà la Saab, la potremo vedere come Model Year 2011.

La sfortunata serie di Saab

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