L’assistenza al conducente secondo Volkswagen

Francesco Giorgi
04 Aprile 2018
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20 anni di continua evoluzione degli ausili alla guida hanno portato, nell’attuale generazione, a monitorare gli angoli ciechi, correggere i “salti” di corsia e parcheggiare la vettura in spazi utili sempre più ridotti.

Le attuali dotazioni hi-tech possiedono, fra le proprie peculiarità, quella di assumere ruoli attivi nell’assistenza alla guida. Lo dimostra, all’atto pratico, il ricorso sempre maggiore da parte dei big player del comparto automotive nei confronti dei dispositivi elettronici che assicurano al conducente un livello superiore di sicurezza. Fra questi, c’è il sistema Rear Traffic Alert, messo a punto da Volkswagen come complemento all’azione dei sensori di parcheggio e che, in linea temporale, rappresenta uno degli ultimi sistemi di assistenza (in ordine di tempo) sviluppati dai tecnici del marchio di Wolfsburg.

Queste tecnologie hanno da poco compiuto vent’anni: le prime applicazioni, nel 1997, sotto forma di sensori ad ultrasuoni nel paraurti posteriore, seguiti dai sensori a ultrasuoni anteriori e posteriori, nel 2005, da una prima generazione di Park Assist con sterzata automatica, nel 2006, da un primo Rear View integrato nel “monogramma” posteriore di VW Golf, nel 2008, da un primo Area View per VW Touareg, nel 2010, e in tempi più recenti da OPS-Optical Parking System, Park Assist 2.0, Optical Parking Assist a trecentosessanta gradi e Park Assist con funzione di parcheggio perpendicolare. Fra i sistemi introdotti nell’attuale ultima generazione di lineup, una seconda serie dell’Area View e il Park Assist 3.0.

Nel dettaglio, il Rear Traffic Alert, unito al dispositivo Blind Spot Monitor per il controllo degli angoli ciechi della vettura, si rivela particolarmente utile nelle fasi di uscita da un parcheggio in retromarcia, nel senso perpendicolare alla strada (situazione, quest’ultima, nella quale solitamente chi è alla guida di un veicolo si trova ad avere una pessima visuale di ciò che avviene “alle proprie spalle: traffico degli altri veicoli, pedoni, ecc.).

Con il Rear Traffic Alert, proposto insieme al Blind Spot Monitor, il “cervello” del veicolo rileva in automatico ciò che il conducente non è in grado di vedere con i propri occhi: ad esempio, qualora un veicolo si stia avvicinando in direzione trasversale dietro all’auto, il Rear Traffic Alert rileva questa situazione e avvisa in tempo reale il conducente sul pericolo potenziale di urto. Se il guidatore non reagisce, compito del dispositivo è l’azione autonoma sui freni: in questo modo, vengono ad evitarsi (o, nella peggiore delle ipotesi, a ridurli notevolmente) i danni da impatto.

Complementare al Rear Traffic Alert, indica una nota Volkswagen diffusa nelle scorse ore, è il Blind Spot Monitor, il cui compito consiste nell’assistenza al conducente durante le fasi di marcia. Lo sviluppo di questo sistema è stato messo a punto dai tecnici VW partendo da un’esperienza comune a tutti i guidatori: una delle prime azioni che si imparano stando al volante di un’auto è l’istintiva occhiata che si dà dietro le proprie spalle per valutare un eventuale avvicinamento di un veicolo nell’angolo cieco. In supporto al conducente, in queste situazioni particolarmente delicate riguardo alla poca visuale che potrebbe verificarsi, c’è il rilevatore di angoli ciechi: tecnicamente, questo sistema si attua mediante l’azione di una serie di sensori radar, installati nella zona posteriore della vettura, i quali controllano costantemente l’area dietro e accanto il veicolo e sono in grado (attivandosi a velocità superiori a 15 km/h) di rilevare la presenza di un’altra auto entro una distanza di 20 metri. L’avviso al conducente avviene con un indicatore Led integrato nello specchio retrovisore esterno corrispondente al lato interessato. Nel caso in cui chi si trova alla guida attivi ugualmente la “freccia” nonostante l’avviso, il Led comincia a lampeggiare con intensità maggiore per richiamare l’attenzione del conducente sul potenziale pericolo.

Esiste un secondo abbinamento per il Blind Spot Assist: se viene “associato” al dispositivo di monitoraggio corsia Lane Assist, il modulo provvede alla correzione della manovra potenzialmente pericolosa con un impulso di controsterzo e con una vibrazione del volante per rendere il guidatore ancora più consapevole del pericolo, oppure effettua un leggero e continuo controsterzo (a seconda del modello sul quale questo sistema viene montato). Dal canto suo, il conducente – che, Volkswagen avvisa, “Non è mai sollevato dalla sua responsabilità di controllo del veicolo” – ha la possibilità di scegliere di non assecondare il Lane Assist: ciò avviene esercitando una leggera resistenza sul volante oppure una forza contraria su di esso.

Per concludere, una panoramica sul sistema Park Assist 3.0 sviluppato da Volkswagen ad integrazione del precedente “2.0” (il cui impiego risale al 2010) e che, negli anni, venne preceduto da un primo dispositivo ad ultrasuoni (nel 1997, in occasione del debutto di Volkswagen Golf IV), da un’integrazione con avviso acustico (2005, a bordo di VW Passat B5 nella quale, fra l’altro, venne raddoppiata la presenza dei sensori, aggiungendone anche all’anteriore) e, nel 2006, la prima applicazione a livello mondiale di un sistema di assistenza alle manovre di parcheggio con sterzata automatica. L’attuale generazione Park Assist 3.0 – presente, insieme ad un ampio ventaglio di sistemi di assistenza su tutta la gamma Volkswagen ad eccezione della piccola up! – permette alla vettura il parcheggio anche nel più piccolo degli spazi, in senso longitudinale e perpendicolare, nonché la frenata automatica in caso di emergenza. Nello specifico, la più recente generazione di Park Assist, appunto la “3.0”, venne sviluppata nel 2015 ed immediatamente introdotta nella lineup di Wolfsburg. Rispetto alle precedenti serie, che presupponevano quale requisito-base di spazio manovra rispettivamente 1,4 m e 90 cm, il Park Assist 3.0 “si accontenta” di 80 cm, andando quindi a consentire la sosta della vettura all’interno di aree che molti conducenti non prenderebbero in considerazione. In più, tra le funzioni più aggiornate del Park Assist 3.0 c’è il parcheggio perpendicolare alla strada entrando con l’anteriore del veicolo e la frenata d’emergenza, che (tenuto conto dei limiti del sistema) aiuta ad eliminare (o ridurne al minimo) eventuali collisioni da parcheggio.

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