Coronavirus: l’autocertificazione per gli spostamenti è anche online e tramite App

Redazione
16 Marzo 2020
Controlli polizia

Documento ufficiale richiesto dagli agenti se si esce di casa, l’autodichiarazione è ora disponibile in formato multimediale editabile. Alcuni esempi.

Trends: Coronavirus

Le misure di contenimento all’emergenza coronavirus, da parte del Governo, fanno tutte riferimento al Dpcm “Io reso a casa” del 9 marzo 2020, ufficialmente entrato in vigore martedì 10 marzo dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e che resterà valido almeno fino al prossimo 3 aprile. Con il nuovo provvedimento, tutta Italia viene di fatto trasformata in “zona rossa”; e questo, come tutti sanno, vuol dire evitare qualsiasi tipo di spostamento dalla propria abitazione, tranne che per “comprovati motivi”, peraltro ribaditi dal Ministero dell’Interno in una normativa ad hoc.

Gli unici casi per i quali è permesso uscire

  • Motivi di carattere lavorativo, ad esempio nel caso in cui – tranne ovviamente i lavori attualmente sospesi per emergenza coronavirus – non sia possibile lavorare secondo soluzioni di tipo “smart working”
  • Necessità, ad esempio qualora si debba acquistare un particolare farmaco non disponibile nel proprio Comune, o ancora fare la spesa
  • Motivi di salute: a questo proposito, il certificato medico fa fede.
    Esclusi questi casi, è necessario stare a casa.

Quando entra in gioco l’autodichiarazione

Chiunque debba spostarsi, è tenuto a portare con se un’autodichiarazione. Il modulo (scaricabile a questo link) contiene, nell’ordine:

  • dati personali della persona che chiede di potere spostarsi
  • la dichiarazione di responsabilità
  • le motivazioni relative allo spostamento (appunto, gli unici tre casi che abbiamo citato).

Autodichiarazione telematica: il modulo online e la App

Per venire incontro alle esigenze di quanti debbano utilizzare con rapidità l’autocertificazione, esistono alcune soluzioni in grado di agevolare l’individuazione e favorire la esatta compilazione del modulo. Si tratta di autodichiarazioni online editabili (qui un esempio); oppure, come riporta una news de Il Corriere della Sera, l’idea di un programmatore 30enne di Cagliari, Cristian Pibia, che ha sviluppato una App – gratuita e sicura – attraverso cui l’autocertificazione può essere compilata e generata sul proprio smartphone, in maniera da esibire il Pdf alle forze di polizia nel caso di un controllo. Tanto nel caso dei moduli editabili online quanto della App per device portatile possono, una volta create, essere inviate via mail a terzi, “Forze di polizia comprese”, assicura il programmatore cagliaritano, aggiungendo che “In meno di 24 ore dall’apertura si sono registrato 15.000 utenti che hanno scaricato la App, utilizzata e mostrata ai controlli”.

L’autocertificazione va sempre portata con sé

Tutto questo serve a ricordare che il modulo di autodichiarazione deve sempre essere esibito agli agenti preposti ai controlli (Polizia stradale, Carabinieri, Polizia locale). Se non si è provveduto a stamparne una o più copie in ragione dei propri spostamenti inderogabili (e ciò vale, quindi, anche per chi debba usare l’auto), l’autocertificazione può anche essere compilata testualmente, parola per parola, su un foglio bianco (“carta libera”), firmata e compilata davanti agli agenti in caso di stop per controllo.

Non si scherza: è un documento ufficiale

L’autodichiarazione va compilata in ogni sua parte, e ovviamente chi se ne serve deve farlo esclusivamente per una delle tre casistiche indicate dal modulo. Bisogna quindi stare ben attenti a dichiarare il vero: ciò in quanto possono configurarsi:

  • il reato di dichiarazioni mendaci a pubblico ufficiale (punito dall’art. 495 del Codice Penale in materia di “Falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri”), nel quale viene indicato che “Chiunque dichiara o attesta falsamente al pubblico ufficiale l’identità, lo stato o altre qualità della propria o dell’altrui persona (2) è punito con la reclusione da uno a sei anni”
  • il reato di inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, disciplinato dall’art. 650 del Codice Penale, in cui si prescrive che “Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 206 euro”.

Gli strumenti per spostarsi (sempre tenendo presenti i “comprovati motivi” indicati dal Dpcm 9 marzo 2020 e ribaditi nel modulo di autodichiarazione) ci sono: è quindi bene servirsene e non “sperare di farla franca”. A questo proposito, è utile sapere che ogni giorno il Ministero dell’Interno pubblica i risultati dei controlli sulle strade da parte delle forze di polizia. A titolo di esempio, questo è il monitoraggio delle attività sul territorio svolte venerdì 13 marzo scorso (fonte: Ministero dell’Interno):

  • Persone controllate: 160.772
  • Persone denunciate ai sensi dell’art. 650 del Codice Penale: 6.977
  • Persone denunciate ai sensi degli artt. 495 e 496 del Codice Penale: 278.

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