Ecobonus 2020, si abbassa la soglia di emissioni

Redazione
14 Febbraio 2020
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Ecobonus

La Commissione Trasporti alla Camera approva un emendamento M5S al Milleproroghe: la soglia di accesso agli incentivi scende da 70 a 60 g/km.

Il Parlamento approva un “giro di vite” sugli incentivi all’acquisto di autoveicoli eco friendly. Un emendamento M5S al decreto Milleproroghe, che ha ricevuto il “via libera” dalla Commissione alla Camera, abbassa di fatto il limite minimo delle emissioni di CO2 alle vetture di nuova immatricolazione utile ad usufruire del primo scaglione di Ecobonus ministeriale (2.500 euro con rottamazione di un’autovettura fino a Euro 4, oppure 1.500 euro senza rottamazione). Nello specifico, rispetto al precedente “gruppo” 70-21 g/km di CO2, ora la soglia di emissioni per avere accesso agli incentivi sarà di 60 g/km.

È chiaro che l’emendamento approvato dalla Commissione riguarda soltanto le auto ibride: gli autoveicoli ad alimentazione 100% elettrica (ed alcuni modelli ibridi plug-in), infatti, rientrano tutti nella “fascia” inferiore: quella, cioè, che “premia” con un Ecobonus da almeno 4.000 euro (6.000 euro con rottamazione) chi acquista un’autovettura nuova con livelli di emissioni di CO2 al di sotto di 20 g/km.

Ci saranno meno modelli che possono accedere all’Ecobonus?

Ciò che inevitabilmente si troverà ad essere modificato, è il numero di modelli “papabili” per l’erogazione degli incentivi ministeriali, i quali – è utile ricordarlo – per il presente 2020 ammontano a 70 milioni di euro (la stessa cifra verrà stanziata nel 2021). Sebbene, rispetto allo scorso anno, la somma a disposizione dei consumatori sia aumentata di 10 milioni (erano 60 milioni i fondi 2019), con la nuova soglia a 60 g/km di CO2 anziché 70 g/km la platea di vetture che rientrano nei nuovi limiti approvati dalla Commissione alla Camera si fa più sottile. È peraltro possibile che, con la nuova norma del decreto Milleproroghe, a restare a bocca asciutta possano essere nel futuro alcune vetture ad alimentazione mild-hybrid: ad una prima occhiata, dunque, potrebbe essere che tale provvedimento sia stato preso espressamente per incentivare l’acquisto di vetture “full hybrid”, in un’ottica di maggiore diffusione. Osservando i più recenti dati di vendita, emerge che che a gennaio 2020 le vetture ibride immesse in circolazione hanno, nella loro globalità, inciso al 10% sul globale delle immatricolazioni in Italia, laddove nello stesso mese del 2019 la quota di modelli ibridi di nuova immatricolazione si attestava sul 5,2% del totale. Il podio, in effetti, comprendeva due modelli “full hybrid” (Toyota Yaris, leader con 1.699 nuove immatricolazioni; e Toyota C-HR, al terzo posto a quota 1.287), ma anche una “mild hybrid”, ovvero Ford Puma, in seconda posizione con 1.554 nuove unità immatricolate. Tuttavia, nella Top Ten delle ibride di gennaio 2020 non era presente alcun modello ibrido plug-in, sebbene questo tipo di alimentazione arriva anche a consentire l’accesso allo scaglione più elevato di Ecobonus.

Se paghi di più, incentivi l’acquisto di auto ibride ed elettriche

Uno degli obiettivi dell’emendamento approvato dalla Commissione Trasporti alla Camera – osservano, riporta un “lancio” Ansa, i portavoce M5S in Commissione Trasporti alla Camera – è peraltro rivolto anche a miglioramento delle modalità di erogazione dell’Ecobonus. Nello specifico, la norma stabilisce che le risorse finanziarie destinate agli incentivi ma non spese nell’anno corrente, vengano assicurate per quello successivo. Di più: gli importi recuperati dalla Ecotassa che grava sull’acquisto di vetture più inquinanti – ovvero la Ecotassa che stabilisce quattro “gradini” di sovrapprezzo, da 1.100 euro a 2.500 euro, per le  autovetture di nuova immatricolazione aventi livelli di emissioni di CO2 superiori a 161 g/km – servirà ad incentivare l’acquisto di auto ibride ed elettriche. In altre parole: quanto si ricava dall’Ecotassa andrà nelle “casse” dell’Ecobonus.

Suzuki: le immagini della gamma Hybrid

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