Mercedes: passato e presente ad Auto e Moto d’Epoca 2019

Francesco Giorgi
21 Ottobre 2019
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Mercedes W123t 1977

La grande storia internazionale, e lo sviluppo di nuovi segmenti di mercato, alla base della presenza Mercedes alla rassegna di Fiera di Padova.

Trends: Auto d'epoca

All’imminente Auto e Moto d’Epoca 2019 (in programma da giovedì 24 a domenica 27 ottobre a Fiera di Padova), la presenza ufficiale Mercedes, affidata al Mercedes-Benz Registro Italia, viene annunciata in queste ore attraverso un preciso programma espositivo, che abbraccia tre specifici ambiti di storia: la “dinastia” station wagon, inaugurata nella seconda metà degli anni 70 con le versioni “T” allestite sulla serie W123 ed oggi rappresentata dalla aggiornata CLA Shooting Brake dalle linee esterne decisamente personali; l’esclusiva esecuzione artigianale italiana (che alla rassegna di primo piano internazionale nel panorama del motorismo storico verrà rappresentata da una 300S Cabriolet del 1955 allestita da Pininfarina), ed un esemplare di 300SL “Ali di Gabbiano” unico nel proprio genere per l’importantissima stagione storica che lo vide testimone (dopo avere preso parte ad una edizione del Gran Premio de Cuba, venne ritrovato, abbandonato da lunghi anni, all’interno di un capannone nei sobborghi de L’Avana e riportato in Italia “pezzo per pezzo” per superare le forche caudine dei rigidi doganieri cubani). Ma andiamo con ordine.

La prima station wagon di Stoccarda

Verso la metà degli anni 70, il segmento “station wagon” indicava vetture essenzialmente per famiglie (numerose) e da lavoro: erano le classiche “auto del padre di famiglia, del rappresentante e del piccolo commerciante”, da stivare con bagagli per le vacanze, pacchi, scatoloni e merci. Le concessioni allo stile erano ben poche: si badava soprattutto alla praticità. Uno dei primi modelli che avrebbero sdoganato l’immagine paciosa e tutto sommato anonima delle “familiari” fu, nella seconda metà del 1977, la versione station wagon della leggendaria Mercedes W123, prodotta in più di due milioni e mezzo di esemplari dal 1976 a tutto il 1985. L’indistruttibile berlina di segmento medio-alto della Stella a Tre Punte fu, in occasione del Salone di Francoforte 1977, declinata in versione “T” (Traveller), ovvero station wagon: primo modello “ufficiale” appartenente a questo segmento – prima di allora, questa fascia di mercato era stata “occupata” dalla lineup W110 Universal, prodotta nel 1966 e 1967 tuttavia non “in casa”, quanto dalla Carrozzeria belga Ima di Malines, e su specifica richiesta – fece scalpore, a Francoforte 1977, per l’abbinamento fra attenzione ai materiali, elevata cura di esecuzione e dotazioni di alto livello, tanto da diventare uno status symbol per l’epoca, e contribuire ad un radicale rinnovamento di immagine per le vetture “familiari”. Al momento del lancio commerciale, la gamma W123T dall’eccezionale capacità di carico (700 kg di portata utile, ed un vano che, abbattuti i sedili posteriori, misurava ben 2,03 m in lunghezza) si articolava sulle versioni benzina 230 T, 250T e 280TE e diesel 240TD e 300TD, alle quali si aggiunsero nel 1980 le versioni 200T e 230TE, e nel 1981 la declinazione 300TD Turbodiesel.

La Cabriolet Pininfarina in esemplare unico

Più di sessant’anni di “carriera” per la “one-off” Mercedes 300S Cabriolet (appartenente alla serie W188 I) che, completata nel marzo del 1955 a Singelfinden, fu consegnata nelle settimane successive alla concessionaria Mercedes di New York. La prima proprietaria, acquistata la vettura, decise di affidarsi a Pininfarina con la richiesta di apportarvi una serie di modifiche finalizzate ad enfatizzarne l’immagine “en plein air”: nuovo disegno alare ai parafanghi anteriori dai quali venne giocoforza “distaccata” la fanaleria, un nuovo baule posteriore con alloggiamento esterno per la ruota di scorta, ed un nuovo meccanismo per la capote, che aggiungeva una posizione “intermedia” (vale a dire apribile soltanto al di sopra dei sedili) alle posizioni chiusa e completamente aperta. Le forme, decisamente armoniche, conferivano un “quid” old style che metteva ancor più in evidenza l’aspetto elegantemente “loisirs” della vettura. Rimasta in Italia dalla prima immatricolazione (1962) all’inizio degli anni 80, per poi varcare l’oceano alla volta della Florida e poi della California, la 300S Cabriolet Pininfarina del 1955 è nel 2008 tornata in Italia, dove ancor oggi si trova. Particolare da non sottovalutare, e che testimonia le proverbiali doti di robustezza ed accuratezza della produzione Mercedes, la vettura, una volta fatto rientro nel nostro Paese, ha avuto bisogno soltanto di una leggera messa a punto al motore, alla trasmissione ed ai freni, nonché un rapido controllo all’impianto elettrico.

La 300SL giunta “clandestinamente” da Cuba

La terza Mercedes storica “ufficiale” attesa a fare bella mostra di se ad Auto e Moto d’Epoca 2019 è, se si vuole, qualcosa in più di una “semplice” auto d’epoca: rappresenta una vera e propria testimonianza di legame fra storia dell’auto, sport, politica e costume sociale, ed è protagonista di una storia da romanzo “alla Hemingway”. Si tratta di un esemplare di Mercedes 300SL, che all’inizio del 1958 prese parte al Gran Premio de Cuba (la competizione ricordata per il clamoroso rapimento che Juan Manuel Fangio, all’epoca campione del mondo in carica, subì dai “Barbudos” di Fidel Castro): dunque proprio mentre a Cuba la Rivoluzione era in pieno svolgimento. Come sarebbero andate le cose, è ben noto da mezzo secolo: il deposto presidente Fulgencio Batista fuggì a Santo Domingo il 1 gennaio 1959, e il regime castrista si instaurò sull’isola. La gloriosa Mercedes 300SL “Ali di Gabbiano” che sa di storia come poche venne ritrovata, verso la metà degli anni 90, da un appassionato italiano abbandonata in un capannone. Un autentico “barn find” riportato in Italia non in un’unica spedizione, ma poco per volta, a causa dei severi controlli alla dogana di Cuba, ed all’interno di scatoloni con su scritto “Parti di vecchie auto da restaurare”. La vettura, giunta… pezzo dopo pezzo in Italia, è stata completamente ricostruita in una ventina d’anni, per riportarla al primitivo splendore, cioè la livrea del Gran Premio de Cuba 1958. In questo allestimento, ha preso parte alla fine dello scorso marzo alla Coppa Milano-Sanremo 2019.

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