GP Toscana Ferrari 1000: storia e caratteristiche dell’Autodromo del Mugello

Redazione
11 Settembre 2020
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5.245 km di circuito “old style” che gli appassionati ben conoscono per le sfide in MotoGP e fra le vetture “a ruote coperte”, e che nasce da una antica tradizione motoristica.

Trends: Formula 1

Domenica 13 settembre 2020 sarà una data epocale nei settant’anni di storia della Formula 1 “moderna”: e per due motivi. Entrambi ben conosciuti da milioni di appassionati, tuttavia meritano un riferimento: il millesimo Gran Premio affrontato da Ferrari (circostanza che vedrà entrambe le monoposto di Maranello di Sebastian Vettel e Charles Leclerc “vestite” con una speciale livrea in tinta Rosso Pantone, una nuance più scura del classico Rosso Ferrari, e che rievoca la variante cromatica utilizzata in occasione del debutto del “Cavallino” nella massima Formula, avvenuto non al GP di Gran Bretagna 1950, ma nella gara successiva, il GP di Monaco); e, ovviamente, l’esordio di un Gran Premio della massima Formula sul tracciato di Scarperia e San Piero a Sieve. Nel cuore del Mugello, appunto; e al centro di una micro-regione a cavallo fra le province di Firenze e Bologna ad elevatissimo grado di passione per le competizioni.

>> GP Toscana Ferrari 1000 2020: programma e orari prove libere, qualifiche e gara

Facciamo la conoscenza con il tracciato

La pista sviluppa 5,245 km di lunghezza, intervallati da 15 curve. La particolare conformazione del terreno determina, come si accennava, un singolare andamento del tracciato, che comporta numerosi cambi di ritmo sul giro. Un rettilineo in salita, lungo più di un km, è preludio ad una serie di curve da affrontare a velocità medio-alte (non ci sono né varianti “guidate” né strette chicane), fra le quali spiccano, nell’ordine, la sequenza formata dalle San Donato, Luco, Poggio Secco e Materassi, la veloce chicane (in leggera discesa) Casanova-Savelli, le due “Arrabbiata” (da velocità quasi piena) e, al termine del giro, la Biondetti che forma una “esse” da affrontare con attenzione per impostare la corretta traiettoria alla lunga Bucine, sinistrorsa, dopo la quale le vetture si ritrovano sul rettifilo di partenza e arrivo.

“C’era una volta”: un secolo di storia e passione

Il GP della Toscana-Ferrari 1000 sarà la “première” della F1 all’Autodromo Internazionale del Mugello (a voler essere precisi: un… quasi debutto, in quanto già nel maggio del 2012 vi si svolsero dei test collettivi). Il complesso è di proprietà Ferrari (le “Rosse” correranno dunque “in casa”; e chissà che questo non porti a quel risultato di prestigio che moltitudini di tifosi attendono da ormai troppo tempo), che lo acquistò nel 1988.

Dove si correva il Circuito Stradale…

I dirigenti dell’Automobile Club di Firenze, nei primissimi anni 70, avevano fortemente desiderato l’edificazione di un autodromo permanente. Una volontà che nasceva dall’importanza creatasi, negli anni precedenti, dalla disputa del leggendario Circuito Stradale del Mugello, competizione su strada aperta per prototipi, vetture Sport, Turismo e Gran Turismo che si era svolta, fra San Piero a Sieve (poi da Scarperia) e il Passo della Futa passando per il Passo del Giogo e Firenzuola, dal 1914 al 1929 e successivamente, sotto la guida di Amos Pampaloni (reduce di Cefalonia e personaggio di spicco della Resistenza) alla direzione del l’AC Firenze, nel 1955 e, in un’ultima “fase”, fra il 1964 ed il 1970.

I grandi nomi della Firenze da corsa

Il capoluogo toscano era tuttavia da lungo tempo al centro del mondo delle competizioni: nel 1902 si era tenuta la prima edizione della Coppa della Consuma; e a Firenze gravitavano alcuni dei nomi di maggiore spicco dell’”Age d’Or” delle corse: su tutti, Gastone Brilli-Peri (che contribuì alla conquista del primo Campionato del mondo nel 1925 per Alfa Romeo e la iconica P2), Emilio Materassi (mugellano di Borgo San Lorenzo, che per primo in Italia ebbe l’idea di fondare una “Scuderia”, da lui ribattezzata con il suo cognome; perito, insieme a più di 20 spettatori, durante il GP d’Italia 1928); e, in anni successivi, Clemente Biondetti, uno dei più grandi (se non il più grande in assoluto) “stradisti” italiani, vincitore fra l’altro di quattro edizioni della Mille Miglia, di due Targa Florio e al via in tre edizioni della 24 Ore di Le Mans.

Contestualmente, gli archivi del motorsport ricordano, all’inizio di giugno 1967, la disputa della Coppa San Piero a Sieve di Formula 3, che si tenne in un percorso stradale ricavato intorno alla antica fortezza medicea. Un esperimento che fu subito dopo accantonato per via del divieto di organizzare corse di velocità su circuiti cittadini in seguito alla tragedia del Circuito di Caserta (la settimana dopo la Coppa San Piero a Sieve) in cui morirono “Geki” Russo, Romano “Tiger” Perdomi e lo svizzero Beat Fehr.

Anni 70: nascita dell’Autodromo

Proprio la determinazione di dare un prosieguo alle attività sportive nella dinamica provincia di Firenze dopo il (sofferto) annullamento, per motivi di sicurezza, del Circuito Stradale (tramontato definitivamente dopo l’edizione 1970), portò alla decisione di creare una struttura permanente al Mugello, che garantisse cioè adeguate vie di fuga per i piloti, strade di servizio per i mezzi di soccorso, box e impianti per il pubblico, uffici per Direzione gara e sale stampa. L’AC Firenze individuò un’area di 170 ettari nelle immediate vicinanze di Scarperia, una collocazione favorevole anche dal punto di vista orografico oltre che paesaggistico e logistico. Una serie di dislivelli naturali, inseriti nelle colline a nord di Firenze, in un contesto facilmente raggiungibile da qualsiasi altra zona d’Italia.

1974, la prima gara con le monoposto di F5000

La costruzione dell’Autodromo Internazionale del Mugello avvenne nel 1972. Il “battesimo della pista” data al 23 giugno 1974: ad inaugurare il nuovo autodromo furono, in quell’occasione, le poderose monoposto di Formula 5000 (ovvero telai per lo più provenienti dalla F1 con motori V8 da 5 litri, in larga parte provenienti dalla produzione di serie americana), che in quell’epoca godeva di un ampio gradimento. Primo vincitore al Mugello fu l’inglese David Hobbs, su Lola T330 motorizzata Chevrolet. I colori italiani vennero difesi dalla “nostra” Lella Lombardi, che con una monoposto analoga a quella del vincitore terminò la corsa al sesto posto assoluto.

Sede del GP Motociclistico d’Italia

Dal 1976, il Mugello Circuit è (tranne qualche “sconfinamento” a Monza e Misano Adriatico) sede del Gran Premio Motociclistico d’Italia, ovvero l’appuntamento “tricolore” più importante nel calendario iridato delle due ruote. Proprio nell’edizione 1976 si lamentarono due tragici incidenti, che portarono alla scomparsa di due dei centauri più amati dell’epoca: Otello Buscherini e Paolo Tordi.

Le altre competizioni di rilievo

Il motorsport a ruote coperte e scoperte è da sempre “cliente” di primo piano al Mugello: oltre alle numerose serie nazionali Turismo, GT e monomarca, il circuito toscano ha ospitato dal 1994 la “tappa” italiana del DTM. Nel tempo vi si sono svolte gare di Formula 2 e Formula 3, Formula 3000, Fia GT e ITCC. I tifosi Ferrari ricordano i festeggiamenti in occasione dei titoli iridati nell'”era Schumacher”; per i sessant’anni del “Cavallino” nel 2007, e – al termine della stagione – la cerimonia per la conquista del Mondiale di F1 da parte di Kimi Räikkönen.

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