Bmw Serie 1 2019: ecco i vantaggi della trazione anteriore

Francesco Giorgi
10 Gennaio 2018
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Sarà bene abituarsi a rivoluzionare le proprie idee: la terza generazione della “piccola” bavarese perderà la trazione posteriore. Ma non sarà necessariamente un male: ne guadagneranno altri fattori.

La terza generazione di Bmw Serie 1, popolare “compatta” di ingresso alla gamma bavarese, è attualmente protagonista dei test di sviluppo in previsione di un suo prossimo ingresso sul mercato. E, dalle informazioni via via giunte dai vertici di Monaco di Baviera e dalle indiscrezioni “captate” dal Web, fra le caratteristiche di rilievo, c’è il passaggio dalla trazione posteriore a quella anteriore: un cambiamento epocale per l’immagine delle berline bavaresi, per quanto anticipato già tre anni fa con le Serie 2 Active Tourer e Gran Tourer. La differenza sta nel fatto che, per le monovolume, si tratta di una necessità dettata da precise esigenze “familiari” e di trasporto bagagli; relativamente a Serie 1, destinata in ogni caso a mantenere l’appeal discretamente sportivo della lineup “entry level” al mondo Bmw, la scelta di rivoluzionario engineering va interpretata.

Per dire: è, l’imminente debutto della trazione anteriore nell’impostazione del gruppo propulsore per la terza generazione di Bmw Serie 1, “un bene” o “un male”? Il quesito va visto nell’ottica dell’immaginario collettivo che da sempre ritrae la produzione Bmw. Motori disposti longitudinalmente e trazione posteriore rappresentano, da sempre, l’atout di riferimento per i modelli di Monaco di Baviera. E però, alla base del progetto per Bmw Serie 1 2019 c’è la piattaforma “UKL2” che già costituisce l’”ossatura” di Serie 2 Active e Gran Tourer e dell’attuale lineup Mini Countryman: tutti modelli, appunto, che fanno della trazione anteriore la propria caratteristica tecnica di rilievo.

Per parlare della “concorrenza” verso la quale Bmw Serie 1 si rivolge e si rivolgerà, a parte Mercedes Classe A c’è Alfa Romeo Giulietta: alcune “voci di corridoio” suggeriscono che la futura nuova generazione (o la sua “erede”) attesa in un’ottica a breve-medio termine, potrebbe essere equipaggiata proprio con la trazione posteriore. Ciò, qualora si verificasse, potrebbe spostare le preferenze degli appassionati di guida sportiva – che, a prescindere dall’evoluzione delle mode e delle tecnologie, resta per i puristi “posteriore” – da Monaco di Baviera al “Biscione”? È ovviamente presto per dirlo.

Tuttavia, non vanno dimenticate le versioni “tuttoavanti” prodotte, con notevole riscontro di gradimento da parte dei mercati, proprio da Bmw: oltre alle monovolume Serie 2 Active Tourer e Gran Tourer, c’è la gamma MINI, le cui peculiarità di risposta “kart-feeling” di telaio, sterzo, acceleratore ne fanno dei modelli di riferimento quanto a maneggevolezza. A ciò si aggiungano le “voci” di razionalizzazione dei processi produttivi (costi, tempi) peculiari di un modulo di pianale a trazione anteriore che vada bene per più lineup di prodotto. Da Mini Countryman alla gamma Serie 2 Active e Gran Tourer (di imminente rinnovamento: la versione aggiornata delle monovolume a 5 e 7 posti è attesa già nei prossimi mesi), la piattaforma sarebbe, come detto, sostanzialmente la stessa.

Ridurre i costi – è risaputo che i modelli a trazione posteriore, più complessi da realizzare perché necessitano di più componenti, all’atto pratico costino di più – per aumentare i ricavi, anche attraverso una razionalizzazione delle fasi di produzione, è un argomento sul quale le Case costruttrici non sono mai state “sorde”. Last but not least, sono da considerare i vantaggi della trazione anteriore in termini di abitabilità: assenza di tunnel di trasmissione e di differenziale posteriore corrisponde ad un “pavimento” più ampio, e quindi ad un più elevato e razionale spazio a disposizione degli occupanti. Tutto questo, in ogni caso, vada letto senza tenere conto delle varianti a trazione integrale, le cui caratteristiche le rendono un poco più vicine ai modelli a trazione posteriore rispetto alla disposizione “tuttoavanti”.

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