Incentivi auto ibride plug-in ed elettriche: un bonus da 15.000 euro per il post Coronavirus?

Redazione
15 Aprile 2020
incentivi auto ibride plug-in elettriche coronavirus

“Semplificare” la burocrazia, installare più colonnine, aumentare i bonus per l’acquisto e “ingolosire” i consumatori per generare un circolo virtuoso.

Affrontare il discorso degli incentivi all’acquisto delle auto elettriche e ibride potrebbe, ad una prima occhiata, apparire poco opportuno nell’attuale drammatica emergenza da Coronavirus che rischia di far sentire i propri effetti nei settori dell’industria, del commercio e dei servizi anche nei mesi a venire. Tuttavia, se individuata in una futura fase “post Covis-19” ed articolata in un programma a più ampio spettro – che, cioè, riguardi lo sviluppo sostenibile, si accompagni ad un progetto di semplificazione burocratica e contribuisca alla ripresa del Paese -, la questione può assumere una valenza più sociale e di evoluzione tecnologica. In più, rappresenterebbe un ulteriore parere favorevole, da parte del Governo, verso la e-mobility e dei bonus per chi intenda passare armi e bagagli dall’auto “convenzionale” (vale a dire: benzina o diesel) a quella elettrica. “Last but not least”, rendendo più semplice l’iter burocratico per l’installazione delle colonnine di ricarica, “conditio sine qua non” per lo sviluppo dell’auto elettrica.

A puntare i propri riflettori sulla mobilità “zero emission” è, in una intervista al Corriere della Sera, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa: riguardo al sostegno al comparto auto – ricordiamo che, a marzo 2020, le nuove immatricolazioni di autoveicoli hanno, in Italia, fatto registrare un vero e proprio crollo (-85%) -, il responsabile del dicastero dell’Ambiente del Governo Conte indica che il rilancio va affrontato anche attraverso politiche di incentivo all’acquisto di nuove auto elettriche, nonché con procedure più semplici per l’installazione delle infrastrutture di ricarica.

Sostenibilità ambientale per il rilancio dell’economia

La “Green recovery”, sostiene il ministro Costa, rappresenta uno dei punti-chiave funzionali al rilancio del Paese che devono essere adottati a partire dalla “Fase 2”: l’obiettivo è rivolto ad un nuovo sviluppo dei settori dell’economia che più soffrono dall’emergenza sanitaria facendo ricorso alla sostenibilità ambientale.

15.000 euro per chi compra una nuova auto elettrificata

Il ministro Costa, nell’intervista al Corriere, dichiara senza mezzi termini che è necessario, per porre le basi di una nuova mobilità ancora più eco friendly, puntare forte sugli incentivi. Ed ecco la sua indicazione: “Chi voglia sostituire una macchina a motore termico da Euro 0 ad Euro 5, invece di dare 5.000 euro come adesso se ne possono dare 15.000”. Triplicare, in buona sostanza, gli attuali importi dell’Ecobonus (ricordiamo che, dalla legge di Bilancio 2019 e fino a tutto il 2021, all’acquisto di un’auto avente emissioni di CO2 inferiori a 20 g/km c’è l’incentivo di 4.000 euro, e 6.000 euro se si “dà indietro” un’auto Euro 0, Euro 1, Euro 2, Euro 3 o Euro 4 da rottamare)? È una proposta che, c’è da scommetterci, farà parlare di se a lungo.

“Sburocratizzare” l’installazione delle colonnine, e metterne di più

L’indicazione del ministro dell’Ambiente si riferisce, come accennato, ad un campo decisamente più ampio, ed alla cui base c’è un sostanziale snellimento del percorso burocratico rivolto alla messa in fase di progetti a tema ambientale. In poche parole, per il titolare del ministero dell’Ambiente è necessario rendere più snella la parte burocratico-amministrativa: Sergio Costa utilizza, a questo proposito, il verbo “Sburocratizzare” riferendosi, ad esempio, al fatto che “Non è possibile che siano necessarie da 11 a 18 autorizzazioni amministrative per installare una colonnina per la ricarica di un mezzo elettrico”. Un paese che ragiona così è, sostiene il ministro Costa, “Ingessato. Come ministro, devo fare in modo che in campo ambientale vengano tenute salde le tutele, ma devo anche agire per cambiare il sistema”. Il discorso è semplice, osserva Sergio Costa: una burocrazia più snella corrisponde a, potenzialmente, più infrastrutture; da qui, l’aggancio alla “proposta-choc” del mega incentivo erogabile a quanti acquistino un’auto ibrida ricaricabile oppure 100% elettrica.

Un circolo virtuoso

Sebbene la cifra dell’attuale Ecobonus ministeriale indicata da Sergio Costa all’intervista rilasciata al Corriere della Sera non sia del tutto corretta (il ministro parla di 5.000 euro, mentre l’incentivo è, per le auto meno inquinanti, di 4-6.000 euro), la sostanza del suo intervento è tuttavia chiara: in realtà, andrebbe a generarsi un circolo virtuoso. Ciò sarebbe in effetti una (felice, negli intenti del ministro) conseguenza di una politica di maggiore attenzione alla mobilità eco friendly (appunto: più colonnine sulle strade, una maggiore presenza, nei Comuni italiani, di “hub” per la ricarica di veicoli elettrici ed auto ibride plug-in; ed incentivi di importo ben più elevato per i clienti finali) che “ingolosirebbe” i consumatori, aiutandoli ad orientare le proprie scelte verso un’auto ibrida ricaricabile oppure a zero emissioni. Le stesse Case auto sarebbero, a loro volta, incoraggiate a produrre più veicoli a basse (o del tutto assenti) emissioni allo scarico. Ciò determinerebbe una diminuzione dei costi (“Più se ne producono, meno costano: ulteriore vantaggio”); ed anche la ricerca tecnologica sarebbe “Invitata ad avanzare più velocemente”. “È un’idea semplice e tocca le famiglie: sono loro a fare il cambiamento del paradigma economico, non le grandi imprese”, osserva il ministro Costa.

La palla passa al Mise

Quanto indicato dal ministro dell’Ambiente ai taccuini del Corriere della Sera è un insieme di proposte: al Ministero responsabile in materia di studio degli incentivi statali il compito di recepirle. Si attende, quindi, una indicazione da parte del ministro dello Sviluppo Economico. Sergio Costa fa notare di avere già informato Stefano Patuanelli, e di avere ricevuto disponibilità. È ovviamente presto per trarre delle conclusioni: occorre aspettare quale sarà, all’atto pratico, la risposta del Paese ai programmi del Governo di rilancio nel dopo-emergenza sanitaria.

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