Ricarica aria condizionata auto: costo in officina e kit fai da te

Redazione
12 Novembre 2020
aria condizionata auto

Utile non soltanto in estate ma tutto l’anno, l’impianto A/C va controllato periodicamente: ecco come funziona e quanto si spende per ricaricare il gas.

Gli interventi di manutenzione per gli autoveicoli comportano sempre più spesso la verifica all’impianto A/C e la ricarica periodica del climatizzatore. Con questo termine si intende, in buona sostanza, il ripristino della corretta quantità di gas refrigerante che deve scorrere nel circuito di climatizzazione.

Come funziona l’impianto A/C

Innanzitutto, una rapida occhiata al funzionamento dell’impianto di aria condizionata. Base di partenza è un semplice principio fisico: nella trasformazione di un gas in liquido (condensazione) avviene assorbimento di calore; viceversa, quando un gas si trasforma in liquido (liquefazione) avviene una fase di rilascio di calore. Quest’ultimo passaggio, per il quale si necessita di portare il gas al di sotto della sua temperatura critica, viene favorito dalla compressione. In poche parole: il climatizzatore, più che produrre aria fredda, si incarica di sottrarre aria calda dall’abitacolo.

Alla più semplice: l’aria calda nell’abitacolo viene raffreddata quando entra in un evaporatore che contiene del liquido freddo, a sua volta immesso in circolazione da un compressore che lavora a mo’ di pompa. Lo stesso gas viene inviato al condensatore, assume forma liquida e viene mandato in un serbatoio per eliminarvi le impurità ed umidità. Al termine di questa fase avviene la vaporizzazione.

Usare al meglio il condizionatore

Se in buone condizioni, e utilizzato in maniera corretta, l’impianto A/C è in grado di rifrescare molto rapidamente l’abitacolo. È buona norma, una volta saliti a bordo, non accendere subito il condizionatore, ma aprire i finestrini per favorire il ricambio dell’aria e azionare per alcuni minuti il ventilatore con funzione di riciclo.

Come accorgersi quando “qualcosa non va”

Questi piccoli ma importanti accorgimenti non esimono l’automobilista ad un’operazione che, del resto, va effettuata con cadenza periodica: la ricarica del gas refrigerante. Se, come si accennava in apertura, il suo livello è basso, l’impianto non funziona nella corretta efficienza. Inoltre, se il condizionatore non “sforza”, non si trova a dover incidere in maniera negativa sui consumi e, conseguentemente, sulle emissioni dai gas di scarico.

>> Impianto A/C: come sfruttarlo al meglio, cura e manutenzione

Ricarica in officina: modalità e costi

In linea generale, la ricarica del gas refrigerante va messa in conto ogni due anni, oppure avendo cura di non superare i 60.000 km dall’ultima ricarica avvenuta.

Se si avverte che la temperatura all’interno dell’auto non scende molto, è un chiaro sintomo della necessità di provvedere ad una ricarica dell’impianto di aria condizionata. Operazione piuttosto semplice e rapida, “di routine”, e relativamente poco costosa. Oltre che utile per sottoporre l’intero impianto ad un salutare check-up che, se “funziona” bene, assicura una lunga durata. Quindi: in occasione dei tagliandi periodici al veicolo, è consigliabile chiedere all’autoriparatore di dare un’occhiata alle tubature ed ai raccordi dell’impianto A/C. Con il trascorrere del tempo, oppure se la vettura viene utilizzata sovente su strade sconnesse, i tubi e i manicotti potrebbero allentarsi leggermente e provocare delle piccole perdite di gas.

Molte autofficine sono in grado di effettuare gli interventi di ricarica del gas refrigerante, ed a costi piuttosto contenuti: fra materiale e manodopera, siamo nell’ordine di 50-70 euro, e fino a un centinaio di euro. Se ci sia da sostituire il filtro disidratatore, che serve ad eliminare impurità e tracce di umido ed impedire a lungo andare l’inceppamento della valvola di espansione, oppure ci sia da cambiare anche il filtro antipolline (anche questo componente influisce sul corretto funzionamento del condizionatore), possono servire altri 30-50 euro.

>> Filtro antipolline o abitacolo: costo e quando cambiarlo

Analogamente, nel malaugurato caso che in sede di controllo si ravvisi un malfunzionamento al compressore, che ne determini la necessità di essere sostituito, giocoforza il conto sale, e anche parecchio: si parla di prezzi nell’ordine di qualche centinaio di euro.

Va tenuto presente che il costo del gas refrigerante è funzionale anche in base alle dimensioni dell’impianto A/C. Il contenuto di gas negli impianti più piccoli è inferiore; dunque in questi casi il prezzo è mediamente più basso.

Igienizzazione ok contro le allergie

Una buona norma, fra l’altro utile per chi soffre di allergie, consiste nell’igienizzazione dell’impianto: con una decina di euro in più si ha la sicurezza di eliminare dall’impianto della propria auto il rischio che, con il tempo, vengano a formarsi le muffe che causano allergia. L’intervento è semplicissimo: si estrae la cannuccia flessibile dalla bomboletta e la si dirige “fino in fondo” in tutte le bocchette di aerazione, si spruzza il prodotto – avendo cura di estrarre immediatamente la cannuccia da ogni bocchetta dopo ciascuna spruzzata -, si attende qualche minuto e successivamente si avvia il motore, si accende il condizionatore e si lascia funzionare l’impianto per una decina di minuti.

>> Coronavirus: come sanificare e igienizzare l’abitacolo dell’auto

Con il fai-da-te: meglio pensarci bene

La ricarica del gas dell’impianto A/C può, in linea di massima, essere effettuata anche attingendo ad un kit aftermarket. Occorre tuttavia prestare estrema attenzione all’”anzianità” della propria vettura: le auto un po’ più datate – in genere quelle prodotte fino a tutto il 2016 – utilizzano il gas R134 (CH2 FCF3), mentre a bordo dei modelli di ultima generazione c’è il gas R1234yf (ovvero  Tetrafluoropropene, formula chimica C3H2F4).

La differenza sostanziale fra i due tipi di gas viene rappresentata dal fatto che l’R1234yf è infiammabile, e presuppone il ricorso ad attrezzature (stazioni di ricarica) che possano consentire la necessaria cura durante le operazioni di ricarica. Gli addetti, inoltre, devono indossare guanti e mascherina di protezione, ed effettuare il lavoro in locali ventilati.

Attenzione al tipo di gas

È poi impossibile sostituire con il nuovo R1234yf un impianto A/C che utilizzi il precedente R134a (lo dimostra il fatto che le valvole di riempimento sono differenti). Nel caso che sia necessario sostituire il gas di ultima generazione, è quindi consigliabile rivolgersi ad un’officina specializzata che, del resto, risponde a precisi standard di sicurezza, leggi specifiche VDA e normative TÜV per le attrezzature di ricarica.

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