McLaren: Motori.it entra a Woking

Valerio Verdone
26 Aprile 2012
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McLaren: Motori.it entra a Woking

Viaggio a Woking nella futuristica sede della McLaren tra passato, presente e futuro.

Viaggio a Woking nella futuristica sede della McLaren tra passato, presente e futuro.

La McLaren occupa sicuramente un posto di rilievo nel panorama automobilistico, per la sua tradizione in Formula 1, per le qualità e l’elevato contenuto tecnologico delle sue vetture stradali.

Fatta quest’opportuna premessa, comprenderete l’entusiasmo con cui abbiamo accolto in redazione l’invito a trascorrere una giornata alla McLaren per visitare l’avveniristica sede nel Surrey. Una trasferta che è culminata con la prova sul mitico tracciato di Top Gear dell’ultima nata, la sportivissima MP4-12C.

Siamo arrivati a Woking di primo mattino: in mezzo alla campagna circostante, la factory del marchio inglese appariva come un elemento soprannaturale che si sposa perfettamente con il territorio. La grande superficie vetrata, il laghetto e l’armonia della struttura sono di grande impatto ma nel contempo conferiscono equilibrio all’insieme. Appena entrati, balza subito all’occhio la monoposto con cui Hamilton ha vinto il titolo piloti 2008, e la presenza delle F1 che hanno fatto la storia della Casa.

Giusto il tempo per i convenevoli ed ecco che arrivano le prime spiegazioni sulla storia della McLaren dal 1963, quando l’eroico Bruce iniziò a muovere i primi passi, ad oggi con il nuovo impianto in cui prende vita l’ultima sportiva stradale. Dopo 12 campionati del mondo piloti, 8 titoli costruttori in F1 e una sportiva stradale che ha fatto storia, l’indimenticabile F1, la McLaren ha deciso di sfidare sullo stesso terreno Ferrari e Lamborghini con la MP4-12C, una vettura che presenta tutti i componenti costruiti in casa.

In pratica la filosofia della F1 è stata dirottata sulla produzione in piccola serie e per il momento si producono 1.500 vetture l’anno, ma in futuro si potrà arrivare a creare 3.000 vetture l’anno e raddoppiare le 7 sportive che vengono realizzate ogni giorno. Il team di ingegneri che lavora al progetto proviene direttamente dalla massima formula e questa è già una garanzia. Alla McLaren ci tengono molto a sottolineare il legame della MP4-12C con la F1: lo chassis è in carbonio come la MP4/1 del 1981, il Pro Active Chassis Control è un sistema di sospensioni privo di barre antirollio che ha un’efficacia straordinaria come le sospensioni attive sviluppate per la massima formula, il Lounch Control consente partenze da GP e il motore turbo rispecchia la filosofia produttiva dei propulsori di F1 che vedremo nel 2014. Un travaso di tecnologia notevole che, come vedremo, avrà i suoi effetti benefici in pista.

Ma il tempo trascorre veloce quando l’argomento di conversazione è interessante e ben presto ci ritroviamo a camminare attraverso la collezione di F1 e di altre vetture dal fascino ineguagliabile prima di giungere al cuore produttivo di Woking. Diciamo subito che l’impatto di tante vetture uniche è notevole e non può non conquistare il nostro cuore e la nostra totale attenzione. Troviamo l’Austin 7 del 1954, l’auto con la quale Bruce McLaren vinse la sua prima gara a 15 anni, le F1 del 1969 e del 1972, e la spettacolare F1 del 2008 campione del mondo piloti con Hamilton dall’aerodinamica a dir poco esasperata. Ma il cuore batte più forte quando ritroviamo le F1 con livrea Marlboro, dalla MP4/1, la prima F1 con cellula dell’abitacolo in carbonio, alla MP4/8 della 1993. Ovviamente, la mostruosa monoposto turbo motorizzata Porsche con cui Lauda trionfò nel 1988 e le vetture guidate dall’immortale Ayrton Senna sono state quelle che più di tutte ci hanno impressionato. Poi è chiaro che anche le monoposto di Hakkinen, Raikkonen, fino a quelle dei giorni nostri hanno suscitato il nostro interesse, ma l’effetto amarcord dell’auto di Senna non ha eguali. Non mancano le F1 trionfatrici a Le Mans e una F1 GTR stradale, in edizione limitata, realizzata in soli 5 esemplari che oggi valgono ognuno 9 milioni di sterline. Una chicca su questa parte storica dell’azienda: le monoposto vengono continuamente tenute in ordine in un’officina attrezzatissima dagli stessi uomini che le hanno realizzate per le competizioni!

Camminando senza avere la possibilità di scattare foto, è tutto top secret, ci ritroviamo nella zona più calda della Factory, dove nascono le future F1. Qui troviamo banchi da lavoro con fogli di carbonio da modellare, righelli, forbici e phon per creare le parti delle monoposto che poi vengono realizzate in autoclave. Lavorare il carbonio non è facile anche se qui sono maestri; infatti sono necessari 45 giorni per realizzare uno chassis e ne vengono costruiti solamente 4 ogni anno. Come da copione un salto nella galleria del vento è d’obbligo, e il modellino di prova in scala ridotta per l’occasione era quello della F1 del 2008: motivi di sicurezza, perché i segreti quando si lotta per i decimi di secondo devono rimanere tali.

Completato il percorso relativo alla parte sportiva, attraversiamo un corridoio con 180 trofei in bacheca, quelli gentilmente concessi dai piloti nel corso degli anni, tra cui anche la prima coppa Leopold III della McLaren conquistata in Belgio nel GP del 1968.  Proseguiamo il cammino tra ascensori trasparenti, superfici a vista e un colore bianco e grigio che rende l’insieme pulito e privo di imperfezioni, sembra di essere alla Nasa, nella navicella di Star Trek o nel quartier generale dei Man in Black, tutto è così ordinato, composto  e tutti si muovono in maniera decisa e ritmicamente perfetta. Non c’è niente fuori posto, nemmeno un granello di polvere, e l’idea di perfezione totale si percepisce da ogni prospettiva.

Un grande corridoio ci porta nella nuova ala adibita alla costruzione delle vetture stradali e d’improvviso ci ritroviamo nella zona d’assemblaggio della MP4-12C. Il Production Centre, loro lo chiamano così, annovera 110 stazioni dove la macchina sosta per 45 minuti e dove lavorano 300 persone in turni di 8 ore. Tranne il motore, costruito a 70 km di distanza, tutto è prodotto in Casa e il percorso della vettura inizia dall’assemblaggio dei pannelli della carrozzeria al telaio in fibra di carbonio; la linea scorre su dei pannelli che agevolano il passaggio delle vetture su piattaforme rialzate e man mano che si procede la sportiva inglese prende forma. In seguito, quando tutto è controllato, verificato ed esaminato in circa 300 punti, le auto acquistano una delle 17 livree disponibili. Ma non disperate, se siete alla ricerca di un colore particolare a Woking vi accontenteranno, non a caso un cliente ha avuto la sua MP4-12C nel colore della sua Lamborghini d’epoca. Nella linea parallela le auto acquistano il gruppo motore,cambio e sospensioni e, dopo aver percorso 50 km di test, vengono sottoposte ad una scrupolosa pulizia e, infine, ad un controllo finale. Tutto deve essere perfetto ed in effetti lo è!

“Nel costruire la MP4-12C abbiamo osservato la concorrenza all’epoca del progetto, come la Ferrari F430, la Porsche 911 Turbo e la Lamborghini Gallardo – rivela il capo del design Frank Stephenson – per cercare di creare un prodotto innovativo. Abbiamo ridotto le carreggiate, i radiatori sono paralleli per spingere tutto il peso della vettura verso il centro e abbiamo abbassato il cofano motore di circa 4 dita rispetto alla Ferrari 458”. Un lavoro certosino anche se Stephenson è intervenuto sulla vettura a lavoro quasi ultimato, visto che è arrivato a Woking quando il progetto era in fase avanzata. “Sono intervenuto sulla parte anteriore, in particolare sulla presa d’aria e sui gruppi ottici, ho effettuato qualche modifica al posteriore e agli interni”. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, la MP4-12C è molto equilibrata e funzionale, realizzata da un team di ingegneri da competizione e rifinita da un designer dal cuore caldo.

 

McLaren MP4-12C sulla pista di Top Gear

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