Ferrari 250 GTO, prezzo record all’asta: 48,4 milioni di dollari

Francesco Giorgi
28 Agosto 2018
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E’ l’importo ufficiale più elevato per un’autovettura resta legato alla leggendaria 250 GTO: l’esemplare “3413 GT” del 1962 e ricarrozzato Scaglietti nel 1964 è stato protagonista indiscusso alla Monterey Car Week.

La Ferrari 250 GTO supera se stessa e si conferma la vettura più costosa di sempre. La Monterey Car Week mantiene la propria fama di “parco giochi per super ricchi”, e mette a segno un nuovo primato di vendita: se i 38 e passa milioni di dollari all’asta Bonhams dell’edizione 2014 vennero salutati come un nuovo record di vendita per la leggendaria GTO, quella cifra ora è stata ampiamente superata. Lo dimostrano gli oltre 48 milioni di dollari (per la precisione: 48.405.000) che all’asta RM Sotheby’s, nell’ambito della Monterey Car Week 2018, hanno decretato il passaggio di mano della Ferrari 250 GTO contrassegnata dal numero di telaio “3413 GT”. Una vettura, costruita nel 1962 quale terza unità sulle 36 prodotte in totale e che vanta un nutrito palmarès sportivo ed eccezionali condizioni di conservazione, fattori che hanno aggiunto valore al ben conosciuto appeal che la “Berlinetta” di Maranello – impostata nel 1961 da Giotto Bizzarrini e “riveduta, corretta e completata” da Mauro Forghieri e dal carrozziere Sergio Scaglietti – suscita da sempre negli appassionati di tutto il mondo.

La cifra record con la quale la “3413 GT” è stata aggiudicata alla Monterey Car Week (manifestazione che rinnova l’irrinunciabile appuntamento per i cultori dell’universo Ferrari, come dimostrato quest’anno con la presentazione di 488 Pista Spider avvenuta al Concorso d’Eleganza di Pebble Beach e nelle passate edizioni, oltre che dal precedente record di aggiudicazione di una GTO, anche dalla monografia del 2011 dedicata alla “Berlinetta”, a celebrazione dei suoi cinquant’anni, anche dal “pieno” di vetture del Cavallino alle aste RM Sotheby’s e Gooding che animò l’edizione 2017 dell’evento), corrispondente a circa 41,5 milioni di euro, rappresenta l’importo più elevato mai raggiunto da una vettura ad un’asta. In ogni caso, per gli esperti della Casa d’aste britannica non si è trattato di una sorpresa: già alla vigilia dell’evento, se ne stimava una realizzazione oscillante fra 45 e 60 milioni. Dunque, tutto come previsto. D’altro canto, il parterre dei contendenti che ambivano a mettersi in garage la 250 GTO “numero tre” sapeva di trovarsi di fronte a una vettura unica nel proprio genere: nonostante appartenga al primo lotto di produzione, la Ferrari 250 GTO protagonista dell’incanto RM Sotheby’s alla Monterey Car Week fa parte del piccolissimo quantitativo di GTO “prima serie” già carrozzate Scaglietti come “seconda serie”.

Oltre a ciò, occorreva tenere conto della ottima carriera sportiva di questo esemplare (che prima della messa all’asta era di proprietà dello statunitense Greg Whitten, amministratore delegato di Numerix Software ed ex dirigente Microsoft, che la acquistò nel 2000), nonché delle sue condizioni di conservazione, fra le quali si segnalava la presenza di alcuni componenti di origine: segnatamente, l’unità motrice – il nobilissimo V12 a 60° da 3 litri di cilindrata, per una potenza di 296 CV a 7.500 giri/min –, la scatola del cambio, il gruppo trasmissione posteriore e i pannelli carrozzeria.

Per non parlare dei grandi nomi che la portarono in gara: inizialmente impiegata come vettura-laboratorio da parte della Casa del Cavallino, il primo pilota ad averla utilizzata fu, in una serie di test preliminari alla Targa Florio del 1962, il californiano Phil Hill, che nella stagione precedente si era laureato campione del mondo F1 con la Ferrari 156 “Shark Nose”. In seguito, la vettura ora protagonista indiscussa del primato di vendita venne ceduta al gentleman driver bustocco Edoardo Lualdi Gabardi (uno dei più quotati “clienti sportivi” di Maranello negli anni 50 e 60 e autore, con le vetture di Maranello, di memorabili stagioni agonistiche in pista e in salita: già campione italiano GT nel 1960 e nel 1961 con la 250 GT, fu dal 1962 al 1966 protagonista in salita ed in circuito con, fra le altre, 196 SP, 250LM e, appunto, 250 GTO, collezionando ben trentasette vittorie), il quale nello stesso 1962 la utilizzò per competere nel Campionato Italiano di velocità-categoria Gran Turismo, dove su dieci gare conquisto ben nove vittorie ed un secondo posto. Dopo l’acquisto di una seconda 250 GTO, Lualdi Gabardi rivendette la vettura a Gianni Bulgari, il “re dei gioielli” capitolino anch’egli parte del “club” di piloti privati che negli anni 60 animarono l’ultimo scorcio di filosofia dell’autentico gentleman driver: nelle mani di Bulgari, la 250 GTO del record all’asta di Monterey si aggiudicò la propria classe alla Coppa FISA di Monza 1963 ed alla Targa Florio in due edizioni consecutive (1963 e 1964), e portò a termine venti gare, tutte senza alcun ritiro né incidente. Successivamente (1964) la vettura venne aggiornata nelle linee da Sergio Scaglietti.

L’enorme importanza che da oltre mezzo secolo Ferrari 250 GTO suscita fra gli enthusiast di tutto il mondo, nonché nell’immaginario collettivo e nella cultura che celebra le eccellenze industriali ed artigianali italiane, viene riconosciuta – oltre che da valutazioni “uniche” pur nell’esiguo club delle auto storiche più prestigiose di tutte le epoche – anche dai grandi attori della filiera automotive. Nei mesi scorsi, Pirelli – nella propria gamma di pneumatici Pirelli Collezione dedicata al mondo delle auto storiche di alta gamma – ha presentato una riproposizione del leggendario Stelvio Corsa, attraverso lo sviluppo di una specifica mescola di pneumatici studiata appositamente per venire incontro alle esigenze dei possessori di una delle unità di Ferrari 250 GTO presenti al mondo. Il debutto della nuova gommatura è avvenuto in occasione della Coppa Milano-Sanremo dello scorso marzo, nella quale l’ultimo arrivato (in ordine di tempo) della lineup Pirelli Collezione ha fatto bella mostra di se, insieme alla linea Cinturato CN72 (ri-creato per Maserati) e la riproposizione in chiave moderna (riguardo ai materiali) ma “antica” (per misure e disegno dei battistrada) di P7 e CN36 per Porsche.

Ferrari 250 GTO 1962 telaio 3413 GT ex Phil Hill

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