Ayrton Senna: le sue vittorie più belle

Redazione
01 Maggio 2020
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Ayrton Senna (Lotus) GP Estoril 1985

… Più due “appendici”: il fuoriclasse paulista, tre volte campione del mondo e scomparso nel GP di San Marino 1994, annovera imprese rimaste nella storia.

Trends: Formula 1

Il primo maggio 2020 coincide con il ventiseiesimo anniversario dalla tragica scomparsa di Ayrton Senna. Ciò che avvenne ad Imola 1994 è, da allora, vivido nella memoria di tutti: appassionati e persone meno “addentro” al motorsport. Un weekend di gara funestato ancora prima del via: il grave incidente occorso alla Jordan di Rubens Barrichello durante le prove libere del venerdì; la violenta collisione fra la Lotus di Pedro Lamy e la Benetton di JJ Lehto, rimasta a motore spento proprio al momento del via, i detriti delle due vetture volati fra le tribune che ferirono alcuni spettatori; la seconda partenza e l’incidente occorso ad un incolpevole Michele Alboreto, al termine del pit stop per il cambio gomme, che a causa della perdita di una ruota posteriore perse il controllo della monoposto e provocò il ferimento (per fortuna in modo non grave) di tre meccanici Ferrari, due Benetton e uno del team Lotus. Culmine di quella “tre giorni” rimasta una pagina nera nel mondo delle competizioni, la morte dell’austriaco Roland Ratzenberger, avvenuta durante le prove del sabato; e l’incidente che al “Tamburello”, nel settimo giro di gara, avrebbe portato via per sempre l’asso paulista per consegnarlo definitivamente in una leggenda il cui alone già lo avvolgeva.

Dell’uomo Ayrton Senna moltissimo è stato detto e scritto, in questi anni. Le sue numerose iniziative di beneficenza e solidarietà, molte delle quali emersero dopo la sua scomparsa; l’amore incondizionato da parte di milioni di tifosi; e, vale anche questo, la posizione “irriducibile” di molti fan… dell’altra parte della barricata, cioè Alain Prost che insieme a Senna diede vita ad un lungo dualismo mai del tutto sopito. Anche questo testimonia la grandezza del pilota. È bello, a ventisei anni dalla sua scomparsa, celebrare alcune delle vittorie memorabili di Ayrton Senna.

Cinque vittorie rimaste nella storia

Estoril 1985

Ovvero: la prima vittoria “ufficiale” di Ayrton Senna (quella che per molti tifosi viene indicata come “morale” era avvenuta nel rocambolesco GP di Monaco 1984: ne parliamo più sotto). E fu il primo successo che confermò la straordinaria abilità del paulista, al suo primo anno nel team Lotus dove vi sarebbe rimasto fino a tutto il 1987, di sfruttare al meglio le caratteristiche della monoposto di Hethel motorizzata Renault e e progettata dall’ottimo Gérard Ducarouge, e dei tracciati di gara in condizioni di bagnato. Pioveva, infatti, in quella domenica della seconda metà di aprile di trentacinque anni fa. Per inciso, il GP del Portogallo 1985 portò a Senna la prima pole position della sua carriera (ed un po’ di amaro in bocca per il compagno di squadra, l’indimenticato Elio De Angelis). Dalla partenza in prima posizione, proprio mentre sul circuito lusitano aveva iniziato a piovere ed i team erano stati costretti a rivedere al volo le rispettive strategie di gara, Senna non fu mai seriamente disturbato da ciò che avveniva alle sue spalle e nelle posizioni “calde” di gara. Uniche emozioni nei 67 giri del GP dell’Estoril 1985, un paio di doppiaggi “al limite” (dovuti, tuttavia, alle condizioni di bagnato della pista). La prima vittoria di Senna in F1, dice la storia, fu contrassegnata dall’”Hat trick”. Ovvero: pole position, primo posto finale e record sul giro.

Spa-Francorchamps 1988

Lo storico tracciato delle Ardenne fu, trentadue anni fa, testimone della lotta al calor bianco che infiammò il Mondiale 1988 e si sarebbe protratta per le stagioni successive, dando di fatto il via ad un lunghissimo duello fra Ayrton Senna ed Alain Prost. Partito in pole position, e davanti al compagno di squadra-rivale, Ayrton fu, al momento del via, sorpreso dal migliore scatto di Prost, che terminò la prima curva in testa. Una leadership soltanto momentanea: alla “staccata” dopo il rettilineo di Kemmel, Senna si riprese la prima posizione, che non abbandonò più per l’intero prosieguo della gara. Conclusione: vittoria (con ampio distacco) per il paulista, e suo avvicendamento in testa al Campionato che poi vincerà. Sarà, quello, il primo dei suoi tre titoli iridati.

Interlagos 1991

Prima di allora, Ayrton Senna non aveva mai vinto “in casa”. Per di più, nella sua San Paolo, dove dal 1990 si svolgeva il GP del Brasile. Sul tracciato che porta il nome dell’indimenticato Carlos Pace, nell’edizione del 1991 Senna costruì una delle sue vittorie memorabili. Ecco come si svolsero i fatti. Partito in pole position e dopo avere mantenuto la prima posizione, Ayrton fu costretto a difendersi dagli attacchi di un arrembante Nigel Mansell ancora una volta in credito con la fortuna (una sosta ai box più lunga del previsto per il cambio gomme, e, più avanti, una seconda fermata a causa di una foratura; per salutare anzitempo la compagnia per un problema al cambio). La gara, tuttavia, non fu interamente “rose e fiori” per Ayrton: rimasto senza la quarta marcia nel corso del sessantesimo giro, e tutti gli altri rapporti (dalla “prima” alla “quinta”) nei giri successivi, Senna rimase con la sola sesta marcia, riuscendo con grande abilità – ed a costo di un grande sforzo fisico – a “tenere” la McLaren in gara, nonostante nelle curve più lente la monoposto rischiasse di fermarsi. Ayrton, una volta tagliato il traguardo da vincitore, per la fatica dovette essere aiutato ad uscire dall’abitacolo della vettura.

Suzuka 1988

Ecco una vittoria in super-rimonta. Partito dalla prima fila, Ayrton resta “al palo” mentre le altre monoposto prendono il via. Una “impasse” di qualche secondo, che nel motorsport equivale a una vita, costringe il paulista (alla sua prima stagione in McLaren) a ripartire in quattordicesima posizione. Ed ha inizio una sarabanda nella quale il paulista, implacabile, detta un ritmo che i “colleghi” non riescono a sostenere. Un “grande attack” che tiene col fiato sospeso il pubblico e milioni di telespettatori nel mondo: al ventottesimo giro, Ayrton tiene già il battistrada Alain Prost “nel mirino” (dietro il francese, peraltrro, fino alla sedicesima tornata c’era uno splendido Ivan Capelli sulla March-Leyton House). Il momento del sorpasso avviene al 28. giro, anche complice un po’ di traffico causato da alcuni doppiati. Da quel momento, Senna prende il largo, e martella giro su giro per terminare la corsa con 13 secondi di vantaggio su Prost. Al termine della stagione, Ayrton conquisterà il primo dei suoi tre titoli mondiali. A dire il vero, il compagno di squadra in McLaren avrebbe raggranellato più punti; tuttavia, per la regola degli scarti che all’epoca teneva conto degli undici migliori piazzamenti, campione del mondo sarà il paulista.

Donington 1993

Ennesima corsa dominata per il brasiliano, che nella stagione successiva sarebbe approdato in Williams. Alle sue ultime gare con la McLaren, Ayrton – nell’unica “tappa” inglese sul circuito del Leicestershire nella storia della massima Formula – condusse un Gran Premio da par suo. Complice la gran pioggia che, dopo le prove libere del venerdì, era tornata a scatenarsi a Donington in quella domenica di Pasqua di ventisette anni fa, Ayrton costruì un autentico capolavoro. Partito dietro le due Williams di Prost e Damon Hill, e “chiuso” dopo il via da Michael Schumacher (Benetton), manovra che avvantaggiò Karl Wendlinger, Senna diede il via ad un arrembaggio rimasto nella storia. In un solo giro ebbe la meglio sullo stesso Wendlinger come pure su Hill ed Alain Prost, che terminarono la corsa in quest’ordine.

Una… quasi vittoria e l’ultimo gradino più alto del podio

Appendice 1: Monaco 1984

I fatti raccontano che non fu una vittoria; tuttavia, la storia ed il cuore dei tifosi non la pensano allo stesso modo. Come andò quel Gran Premio di trentasei anni fa è ben noto agli enthusiast di motorsport: Montecarlo 1984, più che una gara di F1, fu una… competizione di motonautica. Sotto un autentico nubifragio, che portò alcuni dei piloti nelle prime posizioni (compreso Niki Lauda, che avrebbe conquistato il suo terzo mondiale al termine della stagione) a commettere degli errori, si rivelò la sensibilità di guida sotto l’acqua del giovane brasiliano alla sua prima stagione in F1. Al volante della Toleman-Hart, Senna fu protagonista di una rimonta che, dal tredicesimo posto, lo condusse proprio dietro Alain Prost che conduceva il plotone delle monoposto. Al termine del 31. giro, sui 78 previsti, dopo che nella tornata precedente lo stesso Prost aveva, con gradi gesti delle braccia, chiesto la sospensione della gara, il direttore di gara Jackie Ickx espose bandiera rossa (interruzione della corsa) proprio mentre Senna stava “infilando” il francese della McLaren e suo futuro avversario diretto; e contestualmente diede bandiera nera. Un ufficiale di gara aveva in mano la bandiera a scacchi.

Appendice 2: Adelaide 1993

Il GP di Australia 1993 è entrato di diritto nella storia dei grandi momenti delle competizioni (e dello sport in generale) per una serie di circostanze: dal punto di vista tecnico, l’ultima corsa della stagione fu l’unica in cui la pole position venne conquistata da una monoposto che non fosse una Williams. E fu la quarantunesima ed ultima vittoria per Ayrton Senna, peraltro autore del miglior tempo nelle prove ufficiali, nonché l’ultima al volante di una McLaren. Per la stagione successiva, il tre volte iridato sarebbe passato in Williams, a sostituire l’eterno rivale Alain Prost. Il quale, ad Adelaide 1993, concludeva la propria carriera nella massima Formula. Fu sul podio che fra i due avvenne un episodio da allora mai dimenticato: la stretta di mano e l’abbraccio, a testimonianza di un reciproco e pubblico attestato di stima che, di fatto, chiuse il voluminoso libro della lunga rivalità fra i due fuoriclasse.

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