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Briatore chiede un budget cap anche per piloti e tecnici

Di Fabrizio Gimena
Pubblicato il 23 giu 2025
Briatore chiede un budget cap anche per piloti e tecnici
Flavio Briatore e la FIA discutono sull'inclusione degli stipendi di piloti e tecnici nel budget cap della Formula 1. Scopri i dettagli

Formula 1, la massima categoria del motorsport, è in fermento per una questione che sta polarizzando opinioni e strategie: il futuro del budget cap. Introdotto nel 2021 con l’obiettivo di rendere più equilibrata la competizione e ridurre i costi, il tetto di spesa attuale di 135 milioni di dollari presenta delle lacune che molti ritengono urgano una revisione.

L’appello del manager di Alpine

Una delle voci più autorevoli a esprimersi su questo tema è quella di Flavio Briatore, consulente speciale del team Alpine. Secondo Briatore, “il budget cap deve rimanere, ma è necessario includere gli stipendi dei piloti”. Una dichiarazione che ha acceso ulteriormente il dibattito, evidenziando un aspetto cruciale del sistema attuale: gli stipendi dei piloti e delle figure tecniche di rilievo non sono inclusi nel limite di spesa, creando una evidente disparità tra i team.

Prendiamo ad esempio il caso di Adrian Newey, celebre progettista passato da Red Bull ad Aston Martin. Il suo contratto, che include uno stipendio di circa 150 milioni di sterline annui e quote societarie, supera da solo l’intero budget cap di una scuderia. Situazioni simili si verificano anche per i piloti di punta: Max Verstappen guadagna circa 50 milioni di euro all’anno dalla Red Bull, mentre Lewis Hamilton, futuro pilota Ferrari, percepisce tra i 30 e i 40 milioni di euro a stagione. Questi numeri evidenziano come i team con maggiori risorse economiche possano beneficiare di un vantaggio competitivo significativo.

Modiche al sistema

In vista del 2026, anno in cui entrerà in vigore un nuovo ciclo regolamentare, FIA e Liberty Media stanno valutando modifiche strutturali al sistema. Tra le proposte più concrete vi è la creazione di un sottotetto di spesa dedicato esclusivamente agli stipendi dei piloti e dei tecnici principali. Parallelamente, si prevede un aumento del limite complessivo a 215 milioni di dollari, anche in previsione dell’ingresso di General Motors-Cadillac come undicesimo team.

Il cuore del problema resta trovare un equilibrio tra il contenimento dei costi e l’attrattività della Formula 1 per i migliori talenti del motorsport. L’inclusione degli stipendi nel budget cap, come suggerito da Briatore, potrebbe rappresentare un passo importante verso una maggiore equità competitiva. Tuttavia, il rischio è quello di snaturare il DNA della Formula 1, che da sempre si distingue per l’eccellenza tecnica e lo spettacolo offerto.

Il sistema attuale, pur avendo introdotto elementi di controllo sui costi, rischia di vanificare l’obiettivo originario del budget cap: rendere la Formula 1 più sostenibile e accessibile. La sfida per i regolatori sarà definire un framework che limiti realmente le spese complessive senza compromettere il prestigio e l’appeal della competizione. In questo contesto, le parole di Briatore risuonano come un monito: la riforma del budget cap non è solo necessaria, ma inevitabile per il futuro della Formula 1.

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