Additivo diesel: cos’è, a cosa serve, qual è il migliore

Redazione
01 Dicembre 2020
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Caratteristiche, proprietà, consigli di utilizzo, orientamento sui prezzi e “leggende metropolitane” da sfatare sulle tipologie di additivi protettivi e pulitori per iniettori.

Scegliere un additivo di qualità per la pulizia degli iniettori è essenziale per la durata e l’efficienza del motore. E questo vale, soprattutto, in relazione al processo evolutivo che negli anni (e soprattutto con l’arrivo del terzo Millennio) ha interessato i sistemi di alimentazione, anche in rapporto alle emissioni che costituiscono una “voce” sempre più importante. Ne consegue una “invasione” di prodotti classificati “additivo per motori”, e che riguardano diverse categorie di applicazione (motori benzina e diesel, alimentazioni alternative GPL e metano), oltre alla suddivisione fra additivi protettivi ed additivi per iniettori propriamente detti.

In questa guida analizzeremo le caratteristiche degli additivi per motori diesel, quali sono le loro proprietà e come scegliere quelli più adatti alle proprie esigenze.

Additivo protettivo e pulitore iniettori: quali differenze

Innanzitutto, una precisazione è opportuna: occorre scindere fra due tipi di prodotto che riportano una medesima denominazione (“additivo”, appunto), tuttavia le rispettive caratteristiche sono differenti.

  • Additivo protettivo: serve essenzialmente per evitare il formarsi di depositi ed incrostazioni sugli iniettori
  • Additivo pulitore: impedisce i depositi carboniosi sugli iniettori.

È bene tenere presente che l’additivo protettivo, efficace con il sistema di iniezione pulito (può essere ad esempio utilizzato subito dopo un tagliando o un intervento di pulizia degli iniettori) non risolve alcun problema di “sporcizia”. Cosa che, al contrario, un additivo pulitore è in grado di fare.

Additivi per motori diesel: perché vengono utilizzati

I motori più recenti vengono equipaggiati con sistemi di alimentazione più complessi e delicati rispetto al passato. Ciò in relazione ad un generale aumento delle prestazioni, ma anche riguardo all’adeguamento dei veicoli alle sempre più stringenti normative UE sulle emissioni. In particolare, gli impianti di iniezione nei motori turbodiesel sono più complicati e costosi nella manutenzione, per cui l’utilizzo periodico di un additivo per iniettori è in grado di contribuire a rendere sempre puliti ed efficiente l’impianto di iniezione.

“Ospiti sgraditi”

Va inoltre tenuto presente che ad ogni rifornimento di carburante si finisce spesso per “imbarcare” minime quantità di acqua (in emulsione) e di sabbia (in sospensione). È tutto normale, in quanto deriva dai processi di estrazione degli idrocarburi dal sottosuolo – anche se i procedimenti di raffinazione eliminano in gran parte questi sgraditi ospiti, la loro rimozione completa è difficile – e dallo stoccaggio dei carburanti raffinati nelle cisterne dei distributori. In più, con la direttiva europea 2003/30/CE si prescrive che qualsiasi tipo di gasolio per autotrazione deve contenere una percentuale di biodiesel nell’ordine del 15% (in favore di un minore impatto ambientale). Dunque, nelle cisterne e serbatoi vengono a formarsi dei batteri, i quali dànno origine a depositi che, a lungo andare, possono influire negativamente sulle prestazioni dei moderni motori diesel. Per questo è altrettanto fondamentale che anche il filtro del gasolio sia sempre di qualità OE e sostituito agli intervalli previsti dalla Casa costruttrice ed indicati nel libretto di uso e manutenzione.

L’azione protettiva del filtro carburante è chiaramente efficace; tuttavia questo, da solo, non riesce a “catturare” completamente tutte le impurità. A lungo andare, può dunque essere necessario ricorrere agli additivi.

Come accorgersi che c’è bisogno di un trattamento

A meno che non sopraggiungano malfunzionamenti di una certa importanza (anche… “economica”), come ad esempio l’improvviso accendersi della spia di avaria del motore o delle candelette ed il conseguente passaggio automatico in “recovery”, non è facile interpretare i segnali che, da sotto al cofano, avvertono il conducente che sia opportuno procedere ad un trattamento con un additivo per il gasolio. Questo, il più delle volte, avviene in quanto la perdita di “brio” del motore si verifica in maniera graduale, dunque poco avvertibile da parte dei guidatori con meno esperienza.

In linea di massima, ecco a cosa prestare attenzione:

  • si nota una notevole fumosità dall’impianto di scarico
  • l’avviamento del motore risulta difficoltoso
  • il motore è soggetto a frequenti fenomeni di arresto anomalo
  • l’accelerazione non è più “brillante” e costante
  • si avvertono consumi più elevati.

C’è una scadenza precisa per l’utilizzo degli additivi?

In genere non c’è un intervallo specifico entro il quale provvedere all’impiego di un additivo pulitore per iniettori diesel. È in ogni caso essenziale attenersi alle indicazioni riportate sulla confezione. Gli esperti consigliano di mantenersi su un trattamento di protezione ad ogni tagliando. Il discorso è differente nel caso dell’additivo pulitore per iniettori, che va utilizzato soltanto quando si verifica un problema agli iniettori stessi (dunque nella casistica che abbiamo riportato qui sopra).

Come si usa l’additivo

Non è necessario procedere a smontare alcunché: molto semplicemente, gli additivi vanno emulsionati con il carburante contenuto nel serbatoio. Non si fa altro che versarli dal bocchettone, e il gioco è fatto. Anche qui è tuttavia importante rispettare la quantità di gasolio (sebbene ciò valga anche per i motori a benzina, ma in questa sede ci occupiamo degli additivi per iniettori diesel) che l’azienda produttrice riporta sulla confezione: c’è chi consiglia di emulsionare il prodotto in 20 litri di carburante, chi in 50 litri e così via. È consigliabile versare l’additivo prima di rifornire il serbatoio, per aiutare il processo di miscela.

Quanto costa un additivo per motori diesel?

Il mondo dei prodotti aftermarket è quanto mai vario: tipologie, varianti e offerte abbondano tanto nei negozi di autoricambi quanto negli scaffali della grande distribuzione come nell’e-commerce. La gamma dei prezzi di vendita, scorrendo nelle proposte online con una rapida indagine inserendo “Additivi diesel migliori”, si attesta su una forbice nell’ordine di 20-40 euro al litro.

“Leggende” da sfatare

È bene non prestare attenzione a soluzioni “fai-da-te” che con emulsioni varie promettono miracoli. Ad esempio, quella che riguarderebbe l’aggiunta di una piccola parte di benzina nel gasolio, in occasione di un rifornimento. Posto che – in assoluta teoria – occorrerebbe valutare attentamente la composizione della “miscela”, in realtà si tratta di un suggerimento non propriamente corretto, in quanto i vantaggi che la benzina potrebbe offrire per la “pulizia” degli iniettori di un impianto a gasolio non sono paragonabili a quelli di un buon additivo. In second’ordine, è da considerare la proprietà lubrificante offerta dalla benzina, inferiore rispetto a quella del gasolio. Molto meglio, quindi, affidarsi ad un additivo (senza esagerare con il suo impiego ma anzi, come detto, rispettando le indicazioni del produttore). Tanto più che la spesa non è elevatissima, ed il procedimento altrettanto semplice.

 

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