Cosa stai cercando?
Cerca

Roma accende il caos: blocco dei diesel rinviato, telecamere ferme

Di Vincenzo Calvarano
Pubblicato il 20 ott 2025
Roma accende il caos: blocco dei diesel rinviato, telecamere ferme
La ZTL Fascia Verde di Roma è stata rinviata a novembre 2025: i divieti per diesel Euro 4/5 slittano e le telecamere restano spente, con impatto su qualità dell'aria e sanzioni.

Una vera e propria svolta a sorpresa scuote la viabilità della Capitale: il tanto discusso blocco della ZTL Fascia Verde di Roma per i veicoli più inquinanti subisce una brusca battuta d’arresto. Una decisione che non solo rimescola le carte sul tavolo delle politiche ambientali cittadine, ma accende un vivace dibattito tra chi teme ripercussioni economiche e chi invece vede compromessa la battaglia per la qualità dell’aria. A fare notizia, questa volta, non è solo il posticipo dei divieti, ma anche la scelta di spegnere le telecamere che avrebbero dovuto garantire controlli serrati. Una retromarcia che lascia il segno, soprattutto per chi sperava in una Capitale più vivibile e meno soffocata dai fumi nocivi.

Era tutto pronto per il giro di vite: a partire da novembre 2023, i diesel Euro 4 avrebbero dovuto dire addio alla circolazione all’interno della ZTL Fascia Verde, seguiti a ruota dai diesel Euro 5 da novembre 2024. Invece, a pochi mesi dalla stretta, arriva lo slittamento choc: tutto rimandato a novembre 2025. Una decisione che, di fatto, congela per altri due anni l’ingresso in città di migliaia di veicoli che rappresentano ancora una fetta consistente del parco circolante romano. Il provvedimento era stato annunciato con grande enfasi, presentato come un passo fondamentale per adeguarsi alle direttive europee e ridurre drasticamente l’inquinamento urbano. Ma, come spesso accade, la realtà si è rivelata più complessa delle buone intenzioni.

A pesare sul rinvio, le fortissime pressioni sociali ed economiche che hanno investito il Campidoglio. L’apice è stato raggiunto con la manifestazione dell’11 ottobre 2025: una marea di automobilisti e piccoli commercianti ha invaso le strade per protestare contro restrizioni giudicate troppo penalizzanti in un periodo già segnato da incertezze e rincari. E così, la giunta ha preferito premere il tasto “pausa”, rinviando l’applicazione delle nuove regole e congelando l’attivazione delle nuove telecamere di controllo, che avrebbero dovuto vigilare sugli accessi alla ZTL Fascia Verde.

Il quadro tecnologico era già delineato: 51 dispositivi già operativi, a cui si sarebbero aggiunte altre 71 unità di ultima generazione, pronte a immortalare ogni targa fuori norma. E invece, tutto rimandato. Un colpo di spugna che, di fatto, rende impossibile una verifica su larga scala del rispetto delle restrizioni, vanificando gli investimenti fatti e lasciando spazio a dubbi e polemiche. In molti si chiedono se questa sospensione sia solo un modo per prendere tempo o se, invece, rappresenti un passo indietro definitivo nella lotta all’inquinamento atmosferico.

Il Comune di Roma, stretto tra l’incudine delle proteste e il martello delle direttive europee, valuta ora soluzioni alternative: tra queste, si parla di ritardare l’accensione degli impianti di riscaldamento per contenere le emissioni nei mesi più freddi. Una misura che, secondo gli esperti, avrebbe però un impatto limitato rispetto a quello garantito dal blocco progressivo dei diesel Euro 4 e diesel Euro 5. Non a caso, le associazioni ambientaliste hanno già annunciato battaglia legale, pronte a chiamare in causa le istituzioni per il mancato rispetto degli impegni presi in tema di qualità dell’aria.

La questione non è di poco conto: ogni ritardo nell’applicazione di politiche incisive contro il traffico veicolare si traduce in una maggiore esposizione dei cittadini a polveri sottili (PM10), ossidi di azoto (NO2) e altri agenti nocivi. Dati alla mano, Roma resta una delle città più colpite d’Europa sul fronte dell’inquinamento atmosferico, con conseguenze tangibili sulla salute pubblica e sulla qualità della vita. Ecco perché la decisione di posticipare i divieti, se da un lato solleva le preoccupazioni di chi teme un colpo al portafoglio, dall’altro alimenta la frustrazione di chi si batte per una città più verde e sostenibile.

Non va dimenticato, inoltre, il rischio concreto di una procedura d’infrazione europea: Bruxelles ha già puntato il dito contro l’Italia per i ritardi nell’adozione di misure efficaci contro l’inquinamento urbano. Un nuovo slittamento potrebbe costare caro, non solo in termini di immagine, ma anche sul piano finanziario, con possibili sanzioni e l’obbligo di varare in futuro misure ancora più drastiche per recuperare il terreno perduto.

La partita, insomma, resta apertissima. Mentre le telecamere restano spente e i diesel Euro 4 e diesel Euro 5 continuano a solcare indisturbati le strade della ZTL Fascia Verde, il destino della mobilità capitolina si gioca su un equilibrio sempre più precario tra tutela dell’ambiente e difesa delle esigenze economiche dei cittadini. La sensazione è che, questa volta, il tempo guadagnato rischi di trasformarsi in tempo perso, e che il conto da pagare – in termini di salute, qualità della vita e credibilità istituzionale – possa essere più salato del previsto.

Se vuoi aggiornamenti su News inserisci la tua email nel box qui sotto:

Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.

Seguici anche sui canali social
Seguici su TikTok @motori_it
Seguici su TikTok
Motori_it
Seguici su X

Ti potrebbe interessare