Volkswagen EVX: il coupé elettrico firmato Italdesign che accende la fantasia
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C’è chi dice che il futuro dell’auto passi dalla concretezza dei numeri, chi invece si lascia ancora sedurre dai sogni a quattro ruote. Ed è proprio in questa terra di mezzo che si inserisce la nuova Volkswagen EVX, una concept car che ha acceso i riflettori al Salone IAA Mobility di Monaco, sorprendendo appassionati e addetti ai lavori. Dietro questa visione c’è la mano raffinata di Italdesign, storica firma del design automobilistico italiano, oggi fiore all’occhiello sotto l’egida Audi, che per l’occasione ha saputo mescolare sapientemente tradizione e avanguardia.
Immaginate una coupé elettrico compatta, 2+2 posti, con dimensioni pensate per la città ma uno spirito da vera sportiva: 4,23 metri di lunghezza, 1,82 di larghezza e 1,49 di altezza. Un esercizio di stile che sembra voler dialogare con il passato glorioso della casa di Wolfsburg, ma con uno sguardo ben piantato sulle sfide del domani. Ecco, la EVX non è solo un oggetto di design: è la dimostrazione plastica che anche i costruttori generalisti sono pronti a rimescolare le carte e a scommettere su un segmento – quello delle sportiva elettrica accessibili – ancora tutto da scrivere.
Il cuore tecnologico della EVX è la piattaforma MEB plus, evoluzione dell’architettura modulare elettrica che il gruppo tedesco sta perfezionando per accogliere la prossima generazione di modelli a zero emissioni. Non è un caso che proprio su questa base nascerà la futura ID2 Polo GTI, la compatta sportiva che promette prestazioni da vera GTI con il suo motore anteriore da 223 CV. Se è vero che Volkswagen non ha ancora svelato dettagli ufficiali sulla motorizzazione della EVX, appare verosimile che il legame tecnico con la ID2 Polo GTI sia tutt’altro che casuale: la casa tedesca sembra voler trovare un equilibrio virtuoso tra prestazioni brillanti e una soglia d’accesso più “democratica” rispetto ai soliti sogni proibiti.
A livello stilistico, la EVX gioca su contrasti e suggestioni: linee tese, proporzioni compatte, ma anche una coda che strizza l’occhio – con una certa malizia – a modelli come la Toyota C-HR. L’altezza da terra superiore rispetto alle coupé tradizionali potrebbe far storcere il naso ai puristi, ma risponde a una logica di mercato che privilegia oggi la versatilità e l’uso quotidiano. In fondo, il bello delle concept è proprio questo: mettere in discussione le certezze, aprire nuove strade e lasciare spazio all’immaginazione.
Il posizionamento della EVX, se mai dovesse arrivare in produzione, sarebbe decisamente più abbordabile rispetto alle future sportive elettriche di lusso come la Porsche Boxster EV o le proposte Audi. In questo senso, Volkswagen potrebbe finalmente colmare quel vuoto lasciato da prototipi rimasti sulla carta, come la W12 Nardo, la BlueSport o la EcoRacer. È come se il marchio volesse dire: “Sì, anche noi possiamo offrire una sportiva elettrica che non sia solo per pochi eletti”.
Ma attenzione: la storia insegna che dalle parti di Wolfsburg le concept più affascinanti spesso rimangono sogni nel cassetto. Eppure, in un momento in cui Volkswagen sta cercando di riscrivere la propria narrazione dopo lo scandalo Dieselgate e di posizionarsi come leader della mobilità sostenibile, questa concept rappresenta molto più di un semplice esercizio di stile. È un segnale forte, quasi una dichiarazione d’intenti: la voglia di osare, di esplorare nuovi territori e di dare una scossa al segmento delle coupé elettriche accessibili.
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