Vendite auto elettriche in Europa: crescita +26,8% ad agosto 2025
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Agosto 2025 si conferma come un mese di svolta per il settore automobilistico europeo, che prosegue la sua corsa verso l’innovazione e la transizione energetica. Il panorama delle immatricolazioni in Europa offre uno spaccato quanto mai dinamico, dove la crescita dei veicoli a basse emissioni e la progressiva affermazione dei costruttori asiatici riscrivono le regole del gioco. Il comparto, forte di 791.349 nuove vetture targate ad agosto, mette a segno un solido +4,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre il consuntivo dei primi otto mesi raggiunge la ragguardevole cifra di 8.691.840 unità, segnalando un timido ma significativo +0,4% su base annua.
Nonostante la cornice positiva, l’andamento dei singoli mercati nazionali racconta una storia fatta di luci e ombre. Spicca la Spagna, che vola con un clamoroso +17,2%, seguita da una Germania in salute (+5%) e una Francia che, pur senza eccessi, si difende con un +2,2%. L’Italia, invece, si trova a dover fare i conti con un’inattesa battuta d’arresto (-2,7%), mentre il Regno Unito accusa una flessione del 2%. Nel dettaglio, la sola Unione Europea si attesta su un +5,3%, ma a sorprendere sono soprattutto i paesi EFTA, capaci di un balzo dell’11,5% che testimonia la vitalità di aree spesso sottovalutate dagli osservatori.
Il vero protagonista di questa fase resta però il processo di elettrificazione, ormai inarrestabile e sempre più centrale nelle strategie dei costruttori. Le auto elettriche a batteria (BEV) segnano un balzo del 26,8% su scala continentale, con la Germania che si conferma locomotiva d’Europa grazie a un impressionante +39,2%, tallonata dal Regno Unito (+29,5%). Ma il dato che fa più rumore è quello delle ibride plug-in (PHEV), che mettono a segno un autentico exploit: +56,3%. A completare il quadro, le ibride tradizionali crescono dell’11,7%, mentre le motorizzazioni a combustione vedono crollare le proprie quote: -17,3% per la benzina e -17,5% per il diesel, segno che la rivoluzione green non è più una suggestione ma una realtà in rapida espansione.
Eppure, nonostante i numeri in crescita, la quota di mercato delle BEV nell’Unione Europea nei primi otto mesi del 2025 si ferma al 15,8%. Un risultato che, se da un lato testimonia il cambiamento in atto, dall’altro evidenzia come la strada verso il target del 30% fissato dall’Europa sia ancora lunga. Ancora più preoccupante, forse, il fatto che il 62% delle immatricolazioni di auto elettriche sia concentrato in soli tre paesi: Germania, Belgio e Paesi Bassi. Una disomogeneità che rischia di frenare la corsa verso gli obiettivi di decarbonizzazione e di lasciare indietro ampie aree del continente.
Sul fronte dei costruttori, il Gruppo Volkswagen continua a guidare la classifica con 219.048 vetture targate (+4,8%), grazie a un portafoglio prodotti capace di coprire tutte le esigenze del mercato. Da segnalare l’exploit di Cupra (+57,1%), che compensa le difficoltà di marchi storici come Audi, Seat e Porsche. Dopo un periodo difficile, Stellantis torna a sorridere, totalizzando 106.078 immatricolazioni (+2,2%). A brillare sono soprattutto Alfa Romeo (+62,2%) e Citroën (+34,4%), mentre DS e Lancia faticano a tenere il passo.
Ma il vero colpo di scena arriva dal fronte orientale: i costruttori cinesi continuano a guadagnare terreno a ritmo serrato. BYD, in particolare, mette a segno una crescita a tre cifre (+215,7%) e, per il secondo mese consecutivo, supera Tesla nelle vendite europee. Un sorpasso che segna una svolta storica, tanto più che il colosso americano deve fare i conti con una brusca frenata (-22,5%). Anche SAIC si fa notare, crescendo del 44,5% e confermando la capacità dei marchi asiatici di intercettare i nuovi bisogni della clientela europea.
Gli analisti sottolineano come la corsa alle tecnologie elettriche sia perfettamente in linea con le strategie di sostenibilità e riduzione delle emissioni promosse dall’Unione Europea. Tuttavia, non mancano le criticità: la penetrazione delle BEV resta troppo concentrata e la frammentazione del mercato rischia di ostacolare la creazione di un ecosistema realmente integrato. Per i costruttori tradizionali la sfida è doppia: da un lato occorre accelerare lo sviluppo di modelli a zero emissioni realmente competitivi, dall’altro è necessario difendere le proprie posizioni dall’avanzata dei nuovi player asiatici, capaci di offrire soluzioni innovative a prezzi spesso più accessibili.
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