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Unrae: 5 proposte per il settore auto

Di Andrea Barbieri Carones
Pubblicato il 16 dic 2011
Unrae: 5 proposte per il settore auto
In visto di un 2012 con vendite di auto al ribasso, l'Unrae propone al governo 5 interventi volti a risollevare la filiera.

In visto di un 2012 con vendite di auto al ribasso, l’Unrae propone al governo 5 interventi volti a risollevare la filiera.

In occasione dell’assemblea generale dell’Unrae, il presidente Jacques Bousquet ha rivolto una sorta di appello alle istituzioni con alcune indicazioni volte a risollevare l’industria dell’auto, che nel corso dell’ultimo biennio ha registrato notevoli cali di vendite che hanno portato alla possibile chiusura di 1 concessionario su 5.

“Un settore – ha ricordato il numero uno dell’associazione che rappresenta i costruttori esteri in Italia – che dà lavoro a 1,2 milioni di persone e che contribuisce al 16,6% del  gettito fiscale complessivo”.

Unrae parte dalle cifre con cui presumibilmente si chiuderà il 2011: 1,75 milioni di nuove immatricolazioni, in calo del 10,8% sul 2010. Numeri troppo bassi per far sopravvivere tutti i soggetti della filiera, soprattutto se si pensa che per il 2012 – stando così le cose e senza misure da parte del governo – le previsioni indicano un ulteriore calo del 4% fino a 1,68 milioni, con diminuzione ancora maggiore per i veicoli commerciali.

Diverse invece le previsioni a livello mondiale, visto che per il biennio 2012-2013 si prevede una crescita del 18% con 84,9 milioni di vetture vendute, grazie soprattutto a Brasile, Cina e India mentre Europa e Giappone vivono un momento di stagnazione.

Che cosa fare allora? “Il nostro obiettivo è riportare il mercato nazionale a toccare nuovamente quota 2 milioni con interventi che non costino nulla allo Stato ma che incentivino l’acquisto per giovani e famiglie”.

Come? “Agendo in 5 direzioni principali: puntando sull’innovazione (soprattutto per i motori a basso impatto ambientale), ossia creando delle novità che spingano i consumatori ad acquistare. Poi occorrono nuove infrastrutture nel campo stradale e lo sviluppo di una rete di colonnine di ricarica per auto elettriche. Come terzo intervento proposto al governo c’è un sistema fiscale basato non più sulla potenza dei veicoli ma sulle emissioni di CO2, con interventi che facilitino la sostituzione delle auto aziendali. Occorre poi puntare su un 4° punto: i giovani e la creazione di un fondo prestiti a tasso agevolato che si accompagni all’abolizione delle spese extra legate alle pratiche di finanziamento. C’è poi un 5° fondamentale punto che riguarda le famiglie e l’incentivazione a sostituire quei 12 milioni di veicoli con più di 10 anni di età”.

Secondo Bousquet, quest’ultima misura sarebbe a costo zero per lo Stato e porterebbe a una crescita delle immatricolazioni. “Sarebbe poi molto importante – conclude – che almeno una parte dei 4,8 miliardi di euro di accise sui carburanti, dei 168 milioni del superbollo e dei 102 milioni di Iva tornasse a finanziare la crescita di tutto il settore auto italiano”.

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