Alfa Romeo Giulia 2.2 Turbodiesel Q2 VS BMW 425d GranCoupé

Valerio Verdone
11 Giugno 2018
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L’auto della rinascita del Biscione alle prese con quella che non è la solita tedesca per un testa a testa decisamente emozionante.

Sin dal suo esordio una voce nella pubblicità aveva indicato che l’Alfa Romeo Giulia è l’alternativa alla solita tedesca, con l’arrivo del differenziale posteriore poi, la berlina del Biscione è diventata ancora più irresistibile per gli appassionati del brand, ecco perché l’abbiamo affiancata ad una vettura con altrettanto carisma che è tedesca ma latina nell’animo: la BMW Serie 4 GranCoupé.

Chiamatele coincidenze, confluenze astrali, ma quando in redazione arrivano due vetture così dotate nella dinamica, ecco che la curiosità di esplorane i caratteri all’apparenza simili diventa una missione. Così, non potevo certo perdere tempo, dovevo solo decidere quale guidare prima tra la bianca e la nera, due colori che non potevano essere più azzeccati tanto per sottolinearne le differenze.

Vederle insieme mi ha dato lo spunto per capire quante emozioni trasmettono dal punto di vista estetico. La Giulia rapisce per la cattiveria retrò del “trilobo” anteriore, per i cerchi a cinque fori bruniti e lascia incantati quando si apre la portiera per scoprire gli interni in pelle rossa. Ma la BMW non è certo da meno: il frontale è affusolato, con il caratteristico “doppio rene” ed i bellissimi fari a LED, anche i paraurti affamati d’aria della variante M Sport sono affascinanti, così come le pinze dei freni blu che sottolineano la presenza di un impianto più dotato, e poi c’è quella lettera M che fa sempre un certo effetto. L’interno vanta sedili in alcantara con cuciture blu e accoglie guidatore e passeggero in un abbraccio irresistibile.

E’ davvero difficile scegliere: così le guido entrambe, chiaramente una alla volta. Per non fare torto a nessuno seguo l’ordine alfabetico che dice Alfa Romeo, quindi salto sulla candida Giulia e fuggo dalla redazione, il più lontano possibile, lasciandomi il traffico alle spalle, e pure gli altri impegni. Non prendetemi per scansafatiche, quando si ha a che fare con un’Alfa Romeo berlina a trazione posteriore, erede ideale della mitica 75, bisogna assaporarla. Inoltre, la 2.2 turbodiesel in questione ha anche il Pack Performance con tanto di sospensioni adattive, palette del cambio automatico in alluminio fisse e, udite udite, il differenziale autobloccante. Finalmente un tratto di misto dove posso dar fuoco alle polveri e sentirmi come un calciatore che ha vinto la champions. Sarà lo ZF ad 8 rapporti che si sposa bene con il diesel, la distribuzione dei pesi 50:50 o lo schema delle sospensioni anteriori a doppi quadrilateri deformabili ma la Giulia risponde ad ogni input con la velocità della luce, complice uno sterzo che emoziona come Pavarotti nel finale del concerto di Caracalla. Poi arriva quella curva che sembra più ampia di quello che è in realtà, il retrotreno accenna un sovrasterzo, la motricità potrebbe sembrare compromessa, ma il differenziale mi regala quel surplus di trazione che mi lascia sbalordito. Peccato che non possa disinserire l’ESP in un’eventuale sessione in pista – sì lo so che è un turbodiesel – che non nessuno ci andrà mai in circuito e che non è nata per quello, ma lasciatemi almeno l’idea di poterlo fare. Ecco, se c’è un neo nel comportamento di questa Giulia è questo qui, il fatto di non poterla liberare del tutto, ma chissà cosa farà la Quadrifoglio… ve lo saprò dire non appena ne arriverà una, a questo punto speriamo presto!

Cambio sedile e lo trovo subito più avvolgente, è bello sapere che le “emme” presenti sulla Serie 4 GranCoupé indicano un assetto più incisivo ed un impianto frenante maggiorato. Rispetto alla Serie 3, questa coupé travestita da berlina è stata 1 anno in palestra ingurgitando proteine e lavorando sodo con bilancieri e panca piana, così sfoggia carreggiate allargate di 14 mm all’anteriore e di 22 mm al posteriore. Spalle larghe per restituire alla Giulia ogni colpo ma anche un baricentro abbassato di 30 mm per essere più attaccata alla strada. Ecco, tutto questo, unito alla classica distribuzione dei pesi 50:50 lascia subito intuire le sue potenzialità. Il 2 litri a gasolio da ben 224 CV è più potente, rispetto ai 180 cavalli della Giulia, inoltre la Serie 4 GranCoupé può contare su 450 Nm di coppia massima contro i 380 Nm della berlina italiana, e questo si fa sentire sulle ruote posteriori quando si da il gas con decisione, ma l’erogazione meno ruvida aiuta a gestire la cavalleria. Avete presente il secchione che non sbaglia mai il compito di matematica? Quello che ha sempre la risposta giusta ad ogni domanda? Benissimo, la berlina, pardon, coupé a 4 porte della Casa dell’Elica è così: non lascia nulla al caso, all’improvvisazione, sa sempre come renderti la vita migliore. Ma questo non vuol dire che non sia emozionante: perché quando si spinge con decisione ha un allungo spavaldo che lascia senza fiato, alla faccia dei benzina! Rispetto all’Alfa Romeo la geometria dell’anteriore è diversa con l’asse anteriore a doppio snodo, mentre dietro anche sulla bavarese c’è uno schema multilink, e forse questo rende lo sterzo sempre estremamente diretto ma un filo più filtrato, il che si traduce in un maggiore confort nella vita di tutti i giorni. Una comodità a bordo enfatizzata anche da un infotainment più evoluto, dal quale si possono avere persino le informazioni sulle località che si stanno attraversando, le ultime notizie in tempo reale, e le previsioni del tempo. Ecco, la Serie 4 GranCoupé è come un Concorde: dannatamente veloce ma a suo modo confortevole. Rappresenta un modo diverso di interpretare la guida ma altrettanto valido, anche le palette del cambio automatico (anche in questo caso uno ZF ad 8 rapporti) hanno dimensioni differenti (sono più piccole) e sono solidali con il volante.

In tempi di mondiali sarebbe calzante il paragone tra l’Italia, gloriosa fino a qualche anno fa, e la Germania salita di recente sul tetto del mondo, ma in questo confronto ho guidato per così tanti minuti da superare ampiamente i tempi supplementari, e anche i rigori non mi sarebbero bastati per arrivare ad un risultato preciso.

Sono due prodotti che parlano al cuore, toccano le corde delle emozioni, la Giulia in maniera diretta, la BMW Serie 4 GrandCoupé in modo concreto e preciso. Alla fine, solo dopo averle guidate per ore incrociando lo sguardo con il loro avrete la risposta.

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