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Toyota: contattata Nissan dopo il fallimento della fusione con Honda

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 19 mag 2025
Toyota: contattata Nissan dopo il fallimento della fusione con Honda
Nissan e Honda interrompono le trattative per una fusione. Toyota interviene, mentre Nissan affronta sfide interne con il piano Re:Nissan.

La fusione tra i colossi giapponesi Nissan e Honda, annunciata con grande clamore nel dicembre 2024, si è conclusa con un nulla di fatto il 13 febbraio 2025, dopo meno di due mesi di negoziati. Il nodo cruciale? Il netto rifiuto di Nissan di accettare lo status di sussidiaria di Honda, un punto di rottura che ha mandato in frantumi le ambizioni di creare un nuovo gigante dell’industria automobilistica giapponese.

Nonostante il fallimento delle trattative, le due aziende hanno deciso di mantenere una collaborazione mirata su progetti di elettrificazione e sviluppo software, settori chiave per il futuro del settore. Questa partnership limitata rappresenta un compromesso rispetto all’integrazione totale inizialmente ipotizzata, ma dimostra come anche alleanze strategiche possano essere efficaci in un mercato altamente competitivo.

Il contesto in cui si è svolta questa vicenda è caratterizzato da una crescente pressione sull’industria automobilistica giapponese. Durante il CES di gennaio 2025, il presidente di Toyota, Akio Toyoda, ha sottolineato che Nissan non aveva mai esplorato la possibilità di un’alleanza con la sua azienda, citando i potenziali problemi di antitrust che un’eventuale mega-fusione avrebbe potuto comportare. Tuttavia, indiscrezioni suggeriscono che Toyota abbia contattato Nissan dopo il fallimento delle trattative con Honda, dimostrando il dinamismo e la complessità del mercato.

L’impero Toyota

Vale la pena ricordare che Toyota possiede già partecipazioni significative in altre case automobilistiche giapponesi: il 20% di Subaru, il 5,1% di Mazda, il 4,9% di Suzuki e il 5,9% di Isuzu. Un’eventuale alleanza con Nissan rischierebbe di complicare ulteriormente questo sistema già intricato di partecipazioni incrociate.

Nel frattempo, Nissan sta affrontando una fase di profonda ristrutturazione con il piano Re:Nissan, un programma ambizioso che prevede la chiusura di sette stabilimenti, il taglio di 20.000 posti di lavoro e una drastica riduzione del 70% della complessità dei componenti. L’azienda punta a semplificare le piattaforme veicolari e a concentrare gli investimenti sul marchio premium Infiniti, una mossa strategica per rilanciare il brand in un mercato sempre più esigente.

Il CEO Ivan Espinosa ha dichiarato che, pur essendo aperti a nuove collaborazioni, la priorità rimane la stabilizzazione interna. Espinosa ha attribuito le attuali difficoltà alle ambiziose strategie dell’era Ghosn, che miravano a produrre otto milioni di veicoli annui, contro i soli 3,3 milioni effettivamente venduti nell’anno fiscale 2024. L’ex CEO Carlos Ghosn, da parte sua, ha definito “disperata” la situazione di Nissan, accusando Honda di aver tentato “un’acquisizione mascherata”.

Sebbene la fusione completa sia ormai un capitolo chiuso, il proseguimento della collaborazione su progetti specifici tra Nissan e Honda evidenzia come le partnership mirate possano rappresentare un’alternativa valida e praticabile alle fusioni totali. In un’industria in continua evoluzione, dove l’innovazione e la capacità di adattamento sono fondamentali, le due aziende sembrano aver trovato un equilibrio che, pur non essendo ideale, potrebbe rivelarsi strategico per il futuro.

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