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Addio a Tom Matano: il genio che ha regalato al mondo la Mazda MX-5 e la RX-7

Di Fabrizio Gimena
Pubblicato il 22 set 2025
Addio a Tom Matano: il genio che ha regalato al mondo la Mazda MX-5 e la RX-7
Tom Matano, designer di Mazda MX-5 e RX-7 FD. Il suo contributo ha rivoluzionato il piacere di guida e la sportività accessibile.

Nel mondo dell’automotive ci sono figure che lasciano un segno indelebile, capaci di riscrivere le regole del gioco e di ispirare generazioni di appassionati. È questo il caso di Tom Matano, designer visionario scomparso il 20 settembre, la cui eredità si intreccia indissolubilmente con due icone assolute della sportività giapponese: la Mazda MX-5 e la Mazda RX-7 FD. La sua filosofia progettuale, che ha sempre messo al centro la ricerca dell’armonia tra uomo e macchina, continua a essere una bussola per chiunque sogni di trasformare una semplice automobile in un’esperienza di vita.

La storia di Tom Matano merita di essere raccontata non solo per la portata rivoluzionaria delle sue creazioni, ma anche per il modo in cui ha saputo interpretare e tradurre in forme tangibili il concetto di sportività accessibile. Nel panorama degli anni ’80, dominato da coupé potenti ma spesso fuori dalla portata del grande pubblico, la sua intuizione fu quella di puntare su un’auto leggera, semplice e coinvolgente. Da qui nacque la leggenda della Mazda MX-5, una roadster che ha saputo conquistare milioni di cuori grazie a una ricetta fatta di linee pulite, peso piuma e un equilibrio dinamico invidiabile.

Non si può parlare della Mazda MX-5 senza citare il principio giapponese di Jinba Ittai, ovvero la perfetta sintonia tra cavaliere e cavallo. Questo concetto, che per Tom Matano rappresentava il cuore pulsante del progetto, si traduceva in una guida intuitiva, diretta, capace di mettere il pilota al centro dell’azione. Ogni dettaglio, dal volante al cambio, dal telaio alla disposizione dei pesi, era pensato per massimizzare il piacere di guida e offrire sensazioni autentiche, senza filtri.

La genesi della Mazda MX-5 è un racconto che affonda le radici nella passione e nella determinazione. Tutto ebbe inizio da una conversazione tra Bob Hall, giornalista americano, e Kenichi Yamamoto, allora dirigente Mazda. L’idea di una spider compatta e accessibile restò in incubazione per anni, fino a quando, nel 1983, il progetto ricevette finalmente il via libera. Da quel momento, la strada verso il successo fu segnata da scelte coraggiose: trazione posteriore, motore anteriore longitudinale e una maniacale attenzione alla riduzione dei pesi. In questo scenario, l’arrivo di Tom Matano nel team di design rappresentò la svolta definitiva. Il suo tocco raffinato, maturato tra General Motors e BMW, regalò alla roadster Mazda quell’inconfondibile eleganza sportiva che ancora oggi la rende unica.

 

Non meno importante fu il contributo di Tom Matano alla nascita della Mazda RX-7 FD. Questa coupé, vera e propria opera d’arte su quattro ruote, deve il suo fascino senza tempo alle forme sinuose ispirate – come rivelato dallo stesso designer – alla leggendaria Ferrari 275 GTB. Ma ciò che rende la RX-7 FD un oggetto di culto tra gli appassionati è anche il suo cuore tecnologico: il celebre motore Wankel. Compatto, leggero e capace di regalare un’erogazione di potenza unica, il rotativo Mazda ha contribuito a scrivere alcune delle pagine più entusiasmanti della storia del motorsport giapponese.

L’influenza di Tom Matano va ben oltre la semplice estetica. Le sue auto sono la dimostrazione vivente che la sportività accessibile non è un ossimoro, ma una filosofia realizzabile. Non serve una potenza smisurata per emozionare: bastano equilibrio, leggerezza e un telaio in grado di comunicare ogni minima variazione dell’asfalto. Ecco perché, ancora oggi, chi sale a bordo di una Mazda MX-5 o di una Mazda RX-7 FD percepisce immediatamente quella connessione viscerale, quella gioia pura che solo una vera sportiva sa regalare.

Mentre il mondo dell’auto saluta uno dei suoi più grandi creativi, il lascito di Tom Matano continua a vivere in ogni curva, in ogni sorriso che si accende al volante di una delle sue creature. Le sue parole, “il design di un’auto deve riflettere la sua anima”, sono diventate un mantra per chiunque creda che il piacere di guida sia molto più di una semplice accelerazione: è emozione, passione, sintonia perfetta tra uomo e macchina. E in questo, nessuno ha saputo insegnare meglio di lui.

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