Cosa stai cercando?
Cerca

La verità sulle ricariche veloci EV: test choc svelano i tempi reali

Di Fabrizio Gimena
Pubblicato il 5 ago 2025
La verità sulle ricariche veloci EV: test choc svelano i tempi reali
Come le auto elettriche si comportano davvero in ricarica: test indipendenti rivelano differenze tra dati ufficiali e realtà. Consigli utili per EV.

Quando si parla di ricarica auto elettriche, la narrazione dominante dipinge scenari di rapidità e comodità, con tempi di attesa ridotti all’osso e promesse di prestazioni degne di un pit stop di Formula 1. Ma la realtà, come spesso accade, si dimostra ben più sfaccettata. Un’inchiesta condotta da Auto Express ha messo sotto la lente dieci veicoli elettrici di ultima generazione presso l’hub Gridserve di Braintree, in Inghilterra, e i risultati non lasciano spazio a dubbi: tra le dichiarazioni ufficiali dei costruttori e i dati riscontrati sul campo esiste un divario che merita di essere approfondito.

Il nodo cruciale della questione si chiama curva di ricarica, un termine che per molti automobilisti suona ancora misterioso, ma che in realtà è la chiave di volta per comprendere come e perché le promesse di ricarica rapida spesso si infrangono contro la parete della realtà quotidiana. Le batterie agli ioni di litio, cuore pulsante dei moderni EV, sono capaci di assorbire la massima potenza solo in precise condizioni di temperatura e stato di carica. Ed è qui che entra in gioco la differenza tra modelli e tecnologie.

Test ricarica, i segni più e i segni meno

Alcuni sistemi di gestione dell’energia si sono distinti per efficienza e continuità. È il caso della Ford Capri e della Volkswagen ID.7, due modelli che sono riusciti a mantenere livelli di potenza elevati per periodi significativamente più lunghi rispetto alla concorrenza. Questa performance si traduce in tempi di attesa più brevi e in una maggiore coerenza tra quanto promesso e quanto effettivamente ottenuto dal consumatore. Al contrario, altri veicoli hanno mostrato limiti evidenti: basti pensare alla Citroen e C3 e alla Peugeot E 3008, che hanno raggiunto il picco di potenza solo per una manciata di minuti, per poi precipitare su valori molto più bassi. Un dato su tutti: la e-C3 ha impiegato ben 47 minuti per passare dall’80% al 100% di carica, un tempo che, nella quotidianità, rischia di scoraggiare anche il più paziente degli automobilisti.

Il panorama delle ricarica auto elettriche si arricchisce di ulteriori sfumature con modelli come la BYD Seal, che ha evidenziato una curva di ricarica “a gradini”, segno di una gestione piuttosto semplificata dei flussi energetici. Non meno interessante il caso della Tesla Model Y: pur dotata di algoritmi avanzati per la gestione della batteria, ha visto la propria potenza massima fermarsi a 145 kW, ben lontana dai 250 kW dichiarati dalla Casa. Il motivo? La mancata attivazione del precondizionamento batteria, un dettaglio che, come si evince dai test, può fare la differenza tra una ricarica davvero rapida e una deludente attesa al punto di ricarica.

Non si può non citare la Porsche Taycan, modello spesso preso a riferimento per le sue capacità di ricarica ultrarapida. Tuttavia, anche la berlina sportiva tedesca non è esente da flessioni: la potenza massima dichiarata viene mantenuta solo per una breve finestra temporale, per poi calare in modo significativo, specialmente quando la batteria si avvicina al livello di carica ottimale.

Dai dati raccolti emerge un quadro chiaro: in media, i veicoli testati hanno mantenuto circa due terzi della potenza massima pubblicizzata. Questo significa che i valori dichiarati dai costruttori rappresentano condizioni ideali, difficilmente replicabili nell’utilizzo reale, soprattutto nelle stagioni fredde o quando si arriva alla colonnina con la batteria già parzialmente carica. La differenza tra teoria e pratica si fa sentire, e il rischio di disillusione è dietro l’angolo per chi si aspetta prestazioni sempre all’altezza delle brochure.

Per chi desidera ottimizzare i tempi e l’efficienza della ricarica, gli esperti suggeriscono alcune strategie fondamentali: attivare il precondizionamento batteria prima di collegarsi alle colonnine rapide, ricaricare preferibilmente quando la batteria è prossima al livello minimo e, soprattutto, evitare di attendere il 100% di carica presso le stazioni pubbliche. Un approccio consapevole e informato può ridurre notevolmente i tempi di attesa e prolungare la vita della batteria.

Alla luce di queste evidenze, è chiaro che la mobilità elettrica si trova ancora in una fase di transizione, dove la trasparenza delle informazioni e il miglioramento continuo dei sistemi di gestione energetica rappresentano fattori imprescindibili per ridurre il gap tra aspettative e realtà. Solo così si potrà consolidare la fiducia dei consumatori e accelerare il passaggio verso una mobilità davvero sostenibile, dove efficienza e affidabilità non siano solo slogan pubblicitari, ma una concreta esperienza quotidiana per tutti gli automobilisti.

Se vuoi aggiornamenti su Auto elettriche inserisci la tua email nel box qui sotto:

Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.

Seguici anche sui canali social
Seguici su TikTok @motori_it
Seguici su TikTok
Motori_it
Seguici su X

Ti potrebbe interessare