Martin Motors Bubble: com’è la Smart cinese?

Stefano Panzeri
14 Luglio 2010
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Martin Motors Bubble: com'è la Smart cinese?

Martin Motors raggiunge l’accordo con Daimler per commercializzare la Bubble. In Italia da ottobre: 4 posti e alimentazione bifuel a 11.400 euro

Martin Motors raggiunge l’accordo con Daimler per commercializzare la Bubble. In Italia da ottobre: 4 posti e alimentazione bifuel a 11.400 euro

In vendita in Cina con il nome di Shuanghuan Noble e presentata in Europa nel 2007 a Francoforte e al Motor Show di Bologna, approda in Italia a ottobre la “Smart cinese” con il nome Bubble.

Un ritardo di tre anni dovuto al lungo contenzioso legale tra Daimler e OMCI, l’importatore italiano che ha siglato un’intesa per la distribuzione della city car in Europa con il marchio Martin Motors, conclusosi con un accordo amichevole.

A sbloccare la diatriba con Daimler è la differente impostazione della piccola con gli occhi a mandorla, a cominciare dalla lunghezza di 3,28 metri, 58 cm in più della Smart. Un allungamento per lo più dovuto alla presenza della ruota di scorta esterna tipo fuoristrada, ma che ha consentito di accrescere l’abitacolo di circa 30 cm per creare la seconda fila di sedili.

Quattro posti, ma è comoda solo davanti

In realtà, i posti dietro sono piuttosto sacrificati e sembrano adatti a bambini o a spostamenti molto brevi. Viceversa, lo sviluppo in altezza della Bubble (è alta 1,65 metri, esattamente come la larghezza) ha permesso di ricavare spazio adeguato per i passeggeri anteriori che possono usufruire anche di diverse regolazioni del sedile, compresa la funzione basculante e lombare. Manca, invece, la possibilità di regolare il volante, sia in altezza sia in profondità.[!BANNER]

La posizione di guida è comunque comoda, merito della lunga leva del cambio manuale a 5 velocità, della consolle centrale orientata verso il conducente, della strumentazione di facile lettura e della buona visibilità anteriore, mentre quella posteriore è in parte limitata dalla ruota sul portellone. Qualche appunto può essere fatto all’allineamento tra volante e pedali, alla posizione di alcuni comandi, quale l’accensione dei fari, e alla qualità di qualche materiale, come quelli della parte superiore della plancia.

Con 4 posti, il bagagliaio non c’è

L’omologazione 4 posti ha come contrapposto l’ulteriore riduzione del vano bagagli che appare ancora più piccolo di quello della Smart e adatto al massimo per una borsa 24 ore. In compenso, la presenza dello schienale sdoppiato e abbattibile separatamente consente di ricavare un vano decisamente più ampio e di ottenere diverse configurazioni.

Si può abbassare un singolo schienale e viaggiare in tre o entrambe per ottenere un vano grande, ma non piatto. Per ricavare una superficie piana si deve procedere alla rimozione della seduta della panca, operazione un po’ più scomoda per la necessità di svitare la manopola che àncora il sedile al telaio.

A rendere ancora più scomodo lo sfruttamento del piccolo bagagliaio è il
complesso sistema di apertura del vano posteriore: si deve usare la chiave
per sbloccare il portaruota, aprirlo sperando di avere circa 1,5 metri di
spazio a disposizione, riprende la chiave per azionare la serratura che
consente di liberare il lunotto, e sbloccare le due leve che permettono l’
apertura della parte bassa del portellone. Un po’ troppo complicato per non
invogliare a buttare la spesa nel sedile posteriore.

Affidabile meccanica giapponese

Il motore, montato in senso trasversale nell’anteriore, è un Suzuki di 1,1 litri con omologazione Euro 5 che eroga 68 CV di potenza e 88 Nm di coppia massima. Un’unità che consente una velocità di 160 km/h e che è accreditata di un consumo medio di 6 l/100 km, che diventano 7,5 con l’alimentazione a Gpl.

La Bubble, infatti, sarà venduta di serie (le auto in prova erano solo a benzina) con impianto a gas realizzato e omologato direttamente dalla OMCI. Il sistema prevede l’iniezione diretta del Gpl grazie a un dispositivo che “alza” gli iniettori della benzina per lasciare posto a quelli del gas dopo la conversione. Oltre a consentire un risparmio del 40% circa sui costi per il rifornimento, la presenza del sistema bifuel incrementa l’autonomia di circa 250 km (per un totale di 850 km) grazie al serbatoio toroidale da 25 litri lordi (20 effettivi) posto sotto la panca posteriore.

Su strada: fatta per la città, non le piace viaggiare

La breve prova sulle strade di Monza ha consentito di ricavare alcune impressioni di massima. In particolare, il motore non è apparso particolarmente brillante, ma comunque adeguato a una mobilità cittadina e in linea con la concorrenza. L’assetto, dichiarato rigido, è in realtà molto più morbido della rivale tedesca, fattore che garantisce un maggiore comfort sui fondi sconnessi.

Apprezzabile anche la frenata, assicurata dall’impianto con 4 freni a disco e dalla presenza di ABS con EBD e lo sterzo servoassistito, che appare preciso e abbastanza diretto. Non giudicabile la tenuta di strada che, assicurano i responsabili Martin Motors, offre buoni livelli di sicurezza grazie al telaio rigido, ai pneumatici di 195/50 R15 e allo schema delle sospensioni, McPherson con bracci oscillanti e molle elicoidali nell’anteriore, ad assale rigido del posteriore. Grande assente l’ESP, ritenuto non necessario.

Il prezzo? Ci aspettavamo qualcosa in meno

Il prezzo? 11.400 euro, comprensivi di impianto Gpl, doppio airbag, climatizzatore manuale, radio con mp3, Usb e Aux, chiusura centralizzata con telecomando, specchietti elettrici, sedile posteriore sdoppiabile, cerchi in lega, fendinebbia e barre portatutto.

Tra gli optional citiamo gli interni in pelle (1.560 euro), pelle/Alcantara (1.380 euro) e pelle/tessuto (1.250 euro), nonché il copriruota posteriore (95 euro), il tetto in cristallo (700 euro) e il volante in pelle (270 euro).

La rete di vendita attuale è di circa 50 concessionari multimarca, numero che raddoppierà entro la fine del 2011, mentre quella di assistenza raggiungerà le 400 unità tra 12 mesi. L’anno prossimo potrebbero debuttare anche la versione con cambio automatico e, forse, quella elettrica.

Foto Martin Motors Bubble

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