Dacia Duster 1.5 dCi 4×2: la prova su strada

Yves D'Alessandro
17 Giugno 2014
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Dacia Duster 1.5 dCi 4x2: la prova su strada

La seconda generazione del fortunato Suv franco-rumeno con il recente restyling conferma tutte le sue doti.

La seconda generazione del fortunato Suv franco-rumeno con il recente restyling conferma tutte le sue doti.

Dopo aver provato tutta la gamma Dacia nelle sue più recenti evoluzioni il verdetto è presto fatto, la Nuova Duster a nostro avviso è la miglior Dacia di sempre. Una scommessa del gruppo Renault – arrivata alla sua seconda generazione – che è stata premiata dai volumi di vendita e dall’accoglienza ben oltre le iniziali aspettative. Una vettura per tutti che ha dimostrato di poter essere veramente economica nel suo allestimento base ma allo stesso tempo appagante e adeguatamente equipaggiata nella sua versione top di gamma oggetto della nostra prova. 

Esterni Dacia Duster: il design si affina

Dare un giudizio estetico ad una vettura è sempre un parametro troppo soggettivo, soprattutto quando l’auto non è in assoluto esageratamente bella o decisamente brutta. La Dacia Duster nella sua più recente riedizione conferma appieno la sua filosofia stilistica riservando pochi miglioramenti, anzi affinamenti, a quei componenti che con piccole rivisitazioni riescono a dare un notevole effetto d’insieme. La calandra e i fari anteriori sono stati rivisti con un notevole effetto sul frontale, ma senza interessare il profilo esterno delle lamiere dove sono alloggiati. Allo stesso tempo sono stati ridisegnati anche i gruppi ottici posteriori.

Sulla fiancata le grandi e muscolose lamiere sui passaruota non sono state toccate, cosi come tutto il resto delle superfici, gli unici interventi si sono limitati ad aggiornare le barre portatutto sul tetto, ad inserire dei nuovi e ben riusciti cerchi in lega da 16″ con effetto Dark Metal e ad aggiornare il profilo degli specchietti retrovisori. Degno di nota l’effetto garantito dal montaggio del Pack Look opzionale, un upgrade estetico raccomandabile che prevede vetri laterali e lunotto oscurati, pedane sottoporta e calotte specchi in Dark Metal, scarico cromato, barre sul tetto bi-tono satinate e Pack Sky anteriore e posteriore.  

Interni Duster 2014: sono qui le novità

A bordo della nuova Duster 2014 finalmente si può capire quanto lavoro sia stato fatto per ricompensare la fiducia dei numerosissimi clienti in tutto il mondo. La plancia ora è totalmente nuova nella forma e nei materiali, e finalmente il comando dei vetri elettrici è stato sapientemente spostato sui braccioli negli sportelli. La sensazione di modernità e robustezza delle nuove plastiche è evidente come evidente il progresso tecnologico nell’ergonomia d’insieme. Ora la plancia può ospitare il display touchscreen da 7″ del riuscitissimo sistema Media-Nav, dotato di navigatore integrato e di una ottima sorgente audio disponibile già di serie sull’allestimento Laureate in prova.

Il volante, rivestito in pelle così come il pomello cambio, ha una corona abbastanza generosa nelle dimensioni e purtroppo non risulta essere regolabile in profondità per raggiungere la perfetta posizione di guida. I sedili anteriori, rivestiti nello specifico tessuto Laureate, sono abbastanza contenitivi, soprattutto nella forma dello schienale. Al posteriore il divano frazionabile 1/3-2/3, risulta essere capiente per tre persone cosi come il vano di carico abbondante e ben proporzionato, che può passare dai 475 litri della configurazione 5 posti ai generosi 1636 litri della configurazione due posti. I comandi del climatizzatore sono semplici e comuni a tutta la gamma, la resa dell’impianto è comunque adeguata ai volumi interni della vettura. Lo spazio dedicato ai vani portaoggetti  è stato rivisto e razionalizzato aumentandone la quantità e la distribuzione, anche se ancora non siamo ai livelli di praticità e ridondanza raggiunti da altre vetture.  

Come per le altre Dacia il comando di regolazione dei fari si trova in una posizione scomoda da raggiungere e non illuminata per una sua facile individuazione durante le ore notturne. Il rivestimento del sottotetto sembra rimanere la nota maggiormente stonata nel rivestimento dell’abitacolo, il materiale non è dei migliori e il sistema di fissaggio con dei fermi a bottone in bellavista, evidenzia una qualità di assemblaggio approssimativa, con delle grinze poco piacevoli da vedere sulla superficie del tessuto intorno ai fermi stessi. Molto buona la visibilità sui 360° dal posto guida, efficacemente coadiuvata dagli specchi retrovisori e resa a prova di errore grazie ai sensori radar posteriori.

Al volante: stradista o fuoristradista, a voi la scelta

Il piacere di guidare questa vettura in ogni circostanza è il più gradito ricordo che la Duster ci potesse lasciare, che si tratti di affrontare i percorsi insidiosi della giungla urbana, le strade semi preparate che si snodano attraverso la macchia mediterranea o la severità delle mulattiere tracciate tra i boschi appenninici, la “tutto terreno” Dacia è sempre pronta ad assecondare le nostre esigenze di mobilità . Potrebbe sembrare eccessivo parlare in questi termini di una vettura sostanzialmente nata come low cost, ma la nuova Duster – più matura e ricca della sua prima versione – ha saputo dimostrare di essere questo e molto altro. Il motore di 1461 centimetri cubici per 110 Cv con un valore di coppia pari a 240 Nm a 1750 giri minuto è potente elastico e parsimonioso, anche se un po’ troppo rumoroso in accelerazione. Una motorizzazione azzeccatissima che in abbinamento ad un cambio manuale con 6 marce dalla non perfetta manovrabilità ma dalla efficace spaziatura, permette con disinvoltura di passare dalla  guida grintosa e “sportiveggiante” a quella più economica e rilassata, adattandosi con disinvoltura alle diverse esigenze del guidatore o agli stili di guida propri delle differenti fasce d’età della sua potenziale vasta clientela.  

Su strada l’assetto risulta sufficientemente cedevole sullo sconnesso tanto da garantirle di filtrare qualsiasi asperità, ma allo stesso tempo abbastanza frenato da mantenere un comportamento stabile lineare e prevedibile, sia in inserimento di curva che durante i bruschi trasferimenti di carico tra curva e controcurva. Le sospensioni con schema classico di tipo MacPherson anteriori e ponte torcente al posteriore garantiscono un buon handling su strada e un ottimo disimpegno in fuoristrada, dove Duster ha tutte le carte in regola per far mangiare la polvere a molte sue concorrenti più snob.

L’elevata escursione delle sospensioni abbinata ai generosi angoli di attacco e di uscita promettono e garantiscono disimpegno quasi ovunque, unico limite fisico la motricità sui fondi a scarsa aderenza dove solo la versione 4WD puoi garantire il massimo del risultato ottenibile. Di buon livello anche l’impianto frenante, che garantisce efficacia, potenza e modulabilità pur essendo affidato ad uno schema semplice che prevede dischi anteriori e tamburi posteriori. La voce consumi, sicuramente una delle più importanti soprattutto se si parla di vetture grosse e pesanti, può lasciar dormire sonni decisamente tranquilli, maltrattando la vettura non siamo riusciti mai a superare i 7 l/100 km e per il resto dell’impiego più normale e parsimonioso da buon padre di famiglia, i valori sono decisamente aderenti al dichiarato, con valori prossimi ai 5,2 l/100 km nel ciclo urbano e ai 4,5 l/100 km nell’extraurbano.     

Prezzo: davvero low cost in rapporto alle dotazioni

La Dacia Duster nell’allestimento Laureate con motorizzazione diesel ha una soglia di ingresso pari a 15.750 euro. In questa versione, che rappresenta la più ricca tra le disponibili si possono scegliere solo pochi utili accessori per ottenere quel pizzico in più di comfort e stile dalla piattaforma Duster. L’auto oggetto della prova e stata arricchita di diversi accessori come la vernice metallizzata, i vetri elettrici posteriori, la ruota di scorta, il cruise control, il radar parking posteriore e il Pack Look, che hanno fatto salire il prezzo a 17.520 euro. Volendo scegliere di risparmiare a tutti i costi, l’entry level della gamma può essere portato a casa per soli 11.900 euro, a patto però di rinunciare a dotazioni, contenuti e alla rinomata parsimonia del motore diesel 1.5 dCi. Per contro la scelta assoluta di inarrestabilità ottenibile con la 4WD avrebbe innalzato il costo della vettura di soli 2.100 euro, una cifra ragionevolmente calibrata, per contenere il costo finale di una ipotetica configurazione pari a quella da noi provata, sotto la soglia dei 20.000 euro.

Dacia Duster 1.5 dCi 4x2 in prova

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