Prova su strada e in fuoristrada della Dacia Sandero in versione “country” , dotata del piccolo tre cilindri turbo by Renault.
Prova su strada e in fuoristrada della Dacia Sandero in versione “country” , dotata del piccolo tre cilindri turbo by Renault.
Dopo aver provato la Stepway nella vecchia configurazione pre-restyling ci accingiamo ora a raccogliere la sfida del costruttore franco-rumeno che nel 2013 ha sapientemente rivisitato lo stile della vettura, elevandone gli standard ai canoni e alle aspettative del mercato europeo. La nuova Stepway, così come la Sandero tradizionale, ha beneficiato di un’efficace rivisitazione stilistica che le ha permesso di dare un taglio netto ai canoni del passato, che purtroppo per concetto di base prevedevano di riservare uno stile poco entusiasmante ad una vettura appartenente ad un marchio “economico”.
Esterni: moderna e dinamica
Ora la Stepway è piacevole, appagante, appetibile, ma soprattutto matura per affrontare un mercato in crisi dove la guerra dei numeri va vinta anche a colpi di design. Come per la precedente versione, il corpo vettura rialzato, le barre portatutto sul tetto, gli ampi paraurti con protezioni sottoscocca e i passaruota in materiale plastico, rappresentano il motivo dominante. Questi componenti però sono stati tutti stravolti e rivisitati in chiave dinamica, più leggera e moderna.
Il nuovo frontale, che segue il corso stilistico più attuale, introdotto per primo con la Lodgy, ostenta con fierezza un profilo moderno che ha abbandonato le eccessive rotondità del passato, ispirandosi maggiormente a linee tese e superfici squadrate. Il risultato estetico raggiunto dai nuovi gruppi ottici posteriori, dai fari con luci diurne integrate, dalla calandra e dagli ampi fascioni paraurti che si dividono sapientemente tra il grigio scuro delle plastiche grezze, l’azzurro della verniciatura metallizzata e il grigio chiaro degli inserti satinati, è decisamente appagante. Il nuovo styling rompe completamente con un passato che l’aveva vestita solamente di originalità, senza permetterle il riscatto sociale al quale, con la odierna interpretazione, può certamente sperare di ambire.
Interni: comodi e versatili
Se non fosse per la scelta di adottare delle plastiche poco pregiate per gli interni e per l’infelice posizionamento di alcuni comandi (regolazione dell’assetto fari e alzacristalli elettrici posteriori), il giudizio sulla qualità della vita a bordo della Sandero Stepway sarebbe decisamente a buoni livelli. I sedili anteriori ampi e comodi come una poltrona, la presenza del sistema multimediale Media-Nav, pratico e istintivo nell’uso e soprattutto al passo con i tempi, grazie all’ampio schermo touch screen da 7″, la buona capacità di carico che varia tra 320 e 1200 decimetri cubici la rendono comunque una scelta valutabile, anche se in valore assoluto ancora lontana dai progressi raggiunti dal punto di vista del design degli esterni.
Dal posto di guida si domina la strada con una buona visibilità in tutte le direzioni. Grazie ai sensori di parcheggio di serie, comunque, il disimpegno nelle manovre è facilmente assicurato. L’impianto di climatizzazione con comandi manuali, permette una buon livello di comfort che però non viene eguagliato dalla resa acustica dell’impianto stereo leggermente sotto la media e dalla rumorosità che a talune andature riesce a penetrare in vettura. Gli specchi elettrici, i numerosi vani portaoggetti, tra i quali un pratico “porta guanti” ricavato nella parte più alta del cruscotto, il e il piccolo computer di bordo inserito sotto la palpebra degli strumenti di bordo completano un interno sostanzialmente ben arredato anche se non eccessivamente rifinito.
Piccolo ma frizzante tre cilindri turbo
Come già avvenuto per Sandero, la nuova Stepway introduce come novità in gamma l’inedito motore 3 cilindri 12 valvole turbo benzina di 898 cc, già visto debuttare sulla nuova Clio 4 con la quale condivide il cambio a 5 marce ed altri componenti meccanici. Il piccolo cuore francese eroga 90 cv e 13,5 Nm di coppia già a 2500 giri, anche se sull’esemplare provato le prestazioni sono risultate leggermente meno brillanti che sulla Sandero stradale già testata con lo stesso motore. La velocità di punta di 168 Km/h ci è sembrata decisamente ottimistica così come l’accelerazione di 11,1 secondi per passare da 0 a 100 Km/h, che risente tra l’altro di un vuoto nell’erogazione ai bassi regimi.
Il corpo vettura rialzato di 4 cm, l’abbigliamento da trekking e le ruote maggiorate 205/55 r16 hanno sicuramente fatto la loro parte nell’ oscurare le potenzialità del piccolo propulsore sovralimentato. Lo schema meccanico collaudato delle sospensioni di tipo tradizionale, con Avantreno MacPherson e ponte interconnesso al posteriore, riesce a mantenere buone doti di tenuta e stabilità in condizioni di strada asciutta nonostante l’assetto rialzato. Per contro se si allunga molto il passo sul misto bagnato le reazioni tendono ad accentuarsi con un Sottosterzo maggiormente evidente, e un accenno di Sovrasterzo in fase di brusco rilascio in curva. L’elettronica comunque, disponibile di serie con il controllo di stabilità e l’abs Bosch 8.1 di ultima generazione provvede sempre entro i giusti termini a ripristinare ogni eccesso. La parte meccanica dell’impianto frenante è affidata a dischi autoventilanti per l’anteriore e tamburi al posteriore, che anche sotto sforzo garantiscono sempre un buon livello di prontezza e modulabilità.
Ma è nel moderato fuoristrada e sui terreni semipreparati che la vettura può fare la differenza. Anche se le sospensioni risultano rigide sulle piccole incoerenze del fondo stradale provocando saltellamenti e limitando il comfort degli occupanti, l’aumentata escursione fa il suo dovere quando il gioco si fa duro. Risulta difficile trovare una strada, un sentiero o una mulattiera non percorribile con disinvoltura, l’unica limitazione viene dalla motricità sui fondi sdrucciolevoli o resi viscidi dal fango, dove la presenza di gomme specifiche M+S e un dalla taratura più performante avrebbero garantito delle doti di disimpegno di gran lunga superiori. Per chi intende usare l’auto solamente in città, può comunque fare affidamento sulle potenzialità della vettura per circolare senza timore anche in caso di buche impreviste o allagamenti. Il terminale di scarico posto molto in alto garantisce il superamento di qualsiasi guado si possa normalmente dover affrontare in condizioni meteo avverse. Alla voce consumi, durante la nostra prova abbiamo raggiunto una media di 7,5 L/100 Km, ma va considerato che i nostri test toccano tutto l’inviluppo prestazionale della vettura in ogni circostanza e che il valore medio del consumo complessivo è difforme da quello ottenibile nella guida riposata di tutti i giorni. Come per la Sandero stradale i valori assoluti sono comunque risultati eccedenti di circa due punti sul dichiarato.
Prezzo competitivo per contenuti e dotazioni
La vettura provata, nell’appagante allestimento “Prestige”, promette la giusta dotazione di serie con un prezzo di base altrettanto competitivo. Gli 11.800 euro di listino, con pochi e ponderati colpi di portafoglio sono saliti a 12.480 euro, ricevendo in dote: il piacere di una azzeccatissima tinta metallizzata in “blue azzurrite”, la indispensabile ruota di scorta di misura normale, il kit fumatori per essere ospitali anche con chi non sa rinunciare ai propri vizi, e la cartografia europea, ideale per espandere le potenzialità del nostro Media-Nav su tutto il territorio comunitario.
Considerando le potenzialità della vettura e il buon livello sia estetico che di praticità raggiunto dalla seconda generazione della piccola arrampicatrice franco – rumena, l’ago della bilancia pende nettamente a suo favore, riconoscendole il merito di aver introdotto qualità e contenuti che vanno oltre il concetto di low cost in tutto e per tutto, tranne che nel prezzo.