Test drive: Peugeot 308 CC

Leopoldo Canetoli
16 Luglio 2009
13 Foto
Test drive: Peugeot 308 CC

La prova su strada della Peugeot 308 CC, coupé-cabriolet facile, divertente e buona per tutte le stagioni

La prova su strada della Peugeot 308 CC, coupé-cabriolet facile, divertente e buona per tutte le stagioni.

Indubbiamente per la serie “CC” (che sta per coupé-cabriolet) la Peugeot 308 è la più riuscita di tutte le precedenti. E non solo perché è l’ultima nata, dopo le varie 206, 307 e 207, ma perché gli stilisti hanno lavorato a lungo e bene sulle linee ottenendo il massimo specie nella parte posteriore, che per queste vetture che inglobano il tetto nel bagagliaio, solitamente diventa la parte peggiore, più alta, della carrozzeria.

Mantenuto il family feeling della 308 e della stirpe CC: la grande presa d’aria a bocca di squalo, il cofano “aquilino” e i fari allungati e appuntiti che sono ormai caratteristiche di Casa Peugeot. Dalla punta del frontale partono le nervature più pronunciate che disegnano una “V” sul cofano e danno origine ai montanti molto lunghi di un parabrezza molto inclinato e di dimensioni generose.

Al di là della protezione eventuale in caso di ribaltamento, questo parabrezza così allungato serve a proteggere in maniera egregia gli occupanti dei due posti anteriori, che possono viaggiare a cielo aperto praticamente senza nemmeno la necessità della griglia paravento posteriore, peraltro disponibile come optional. Forse i montanti limitano un poco la visibilità, ma con la loro robustezza danno una immagine di grande sicurezza.

Le dimensioni, rispetto alla berlina 308 dalla quale la CC deriva, sono leggermente diverse, con una lunghezza aumentata di 12,4 cm e una larghezza superiore di 2 mm. L’altezza è inferiore di 7,2 cm ed il passo è stato accorciato di 3 mm. La struttura del telaio è stata irrobustita, come sono state irrigidite le portiere, di dimensioni generose per dare un buon accesso ai passeggeri del divanetto posteriore.

La fiancata ha un taglio particolare con la linea dei finestrini che scende più in basso della base del parabrezza. La coda, la parte più impegnativa di una cabrio, è allargata e rialzata rispetto a quella della 308 berlina, ma è stata alleggerita da due soluzioni estetiche come due falsi scivoli inferiori di plastica nera, tipo diffusori da auto da corsa, e particolari gruppi ottici spostati verso l’esterno il più possibile, con una forma a goccia.

Dentro la 308 CC

La plancia riprende la forma delle altre 308 con una consolle centrale piazzata in obliquo, ma con tutti i comandi sistemati in modo razionale, anche se sembrano un po’ lontani. La doppia regolazione del climatizzatore (per i due posti anteriori) è automatica e riconosce l’apertura e chiusura del tetto, in maniera da regolare la temperatura impostata in entrambe le situazioni.

La pedaliera è in alluminio, stile rally, il volante ben regolabile in altezza, come i sedili giustamente avvolgenti. Lo spazio a disposizione è abbondante per i sedili anteriori tale da poter essere ridotto per lasciare un po’ più di spazio per le gambe dei passeggeri posteriori, che altrimenti sarebbero un po’ sacrificati. Non mancano ripiani portaoggetti nella plancia, nel tunnel centrale e nelle porte.

I pulsanti per la chiusura e apertura del tetto sono posizionati nella parte posteriore del tunnel, dietro alla leva del cambio. Prima che inizi la manovra di apertura o di chiusura i vetri laterali vengono abbassati di 5 cm. Tutte le operazioni sono visibili sullo schermo a colori al centro della plancia.

L’operazione viene svolta in 20 secondi e la si può fare anche in movimento al di sotto dei 12 km/h. Importante ricordarsi di lasciare al suo posto la reticella che divide il bagagliaio, altrimenti la manovra di apertura e chiusura non avviene.

Tra gli optional inediti, nella versione con tappezzeria in pelle, ci sono nuovi sedili con appoggiatesta integrato, nel quale trova posto la bocchetta del sistema Airwave. Da queste bocchette può uscire aria calda indirizzata sul collo e sulla nuca per rendere meno sopportabili i rigori dell’inverno, consentendo un utilizzo en plein air anche in stagioni avverse.

Su strada

Le motorizzazioni a disposizione, per il momento (dall’autunno dovrebbero arrivarne delle altre) sono le 1.6 a benzina a iniezione diretta (realizzato assieme a BMW), 1.6 8 valvole Hdi e 2.0 Hdi a 16 valvole.

Ed è questa versione, con cambio manuale a 6 marce, che abbiamo provato. Un turbodiesel generoso con 140 CV a disposizione, ma soprattutto con una coppia fantastica di 320 Nm a soli 2000 giri! Elastico quanto basta, veloce anche troppo, visto che supera agevolmente i duecento orari con un consumo di un litro per 16,9 km.

Il cambio manuale, al di là di un pomello in alluminio satinato estremamente piacevole al tatto, ha inserimenti fluidi e abbastanza veloci anche se la corsa non è brevissima. Lo sterzo è abbastanza leggero, nella versione con le ruote da 17 pollici (in opzione ci sono anche quelle a 18″). Guidata al limite la CC tende a un accenno di sottosterzo che si controlla agevolmente alleggerendo il piede dell’acceleratore. Ma le reazioni sono in ogni caso graduali.

Il telaio comunque, pur essendo in presenza di una vettura aperta e quindi con una rigidità limitata, sembra lavorare molto bene, con un ottimo assorbimento delle irregolarità della strada. L’impianto frenante è più che adeguato con dischi autoventilanti all’anteriore da 302 mm di diametro e pieni al posteriore da 249 mm.

Ma chi acquista una vettura del genere deve essere per forza uno che ama viaggiare, il più possibile, a cielo aperto. E dobbiamo ammettere che, in questa condizione, con i vetri laterali alzati, il comfort è notevolissimo, almeno per i due posti anteriori. E’ chiaro che abbassando i vetri laterali la circolazione dell’aria aumenta ed entrano in vibrazione anche le cinture di sicurezza.

Una vettura a tutto tondo, buona per tutte le occasioni e per tutte le stagioni, ottima come giocattolo estivo, ma altrettanto valida per l’uso quotidiano, di robusta coupé anche per l’uso cittadino. Certo il salto di prezzo dalle altre CC è notevole: si passa da un minimo di 25.560 euro ai 31.850 della 2.0 Hdi automatica, che con qualche optional lievita ancora facilmente di almeno un migliaio di euro.

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