Bmw Z4 sDrive 2.0i: la prova su strada

Valerio Verdone
27 Agosto 2012
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Bmw Z4 sDrive 2.0i: la prova su strada

La Bmw Z4 passa al 4 cilindri per i modelli d’accesso alla gamma e con il turbo non delude le aspettative.

La Bmw Z4 passa al 4 cilindri per i modelli d’accesso alla gamma e con il turbo non delude le aspettative.

Affascinante, aristocratica, sportiva, la Bmw Z4 di seconda generazione, quella con il tetto rigido per intenderci, nonostante non sia una novità dell’ultima ora, possiede ancora uno charme che il tempo non è riuscito ad intaccare. Adesso però, sotto il cofano della versione d’accesso, troviamo un 4 cilindri 2 litri sovralimentato, figlio del downsizing che ha rimpiazzato il 6 cilindri 2.5. Una scelta che farà discutere i puristi e rappresenta il nuovo che avanza, una decisione che però va analizzata, mettendosi al volante di questa sportiva classica e moderna allo stesso tempo.

Estetica: linea di gran classe

La linea della Bmw Z4 di seconda generazione, pur mantenendo le proporzioni classiche delle spider di una volta, ovvero coda corta e grande cofano motore, si discosta notevolmente dal modello precedente figlio dei tagli di Chris Bangle. Infatti, grazie al muso con il Doppio Rene di grandi dimensioni e i fari che si prolungano verso i passaruota è molto più personale e aristocratica di quella originale. Molto belle anche le linee del cofano motore che delineano i tratti del frontale e sottolineano l’importanza della calandra e del marchio Bmw. La fiancata è armonica, con la linea di cintura alta e le scalfature che ne vivacizzano l’andamento insieme ai cerchi da 18 pollici (optional). Molto pulita la vista posteriore, dominata dai grandi gruppi ottici e dal doppio terminale di scarico, che a vettura scoperta mette in evidenza i roll-bar fissi. Chiusa o aperta, la Z4 fa sempre la sua figura, cattura gli sguardi e ruba la scena anche alle supersportive più blasonate.

Interni: armonia ed eleganza

Se l’esterno della Z4 è capace di affascinare, l’abitacolo non è da meno, per via dei sedili sportivi (optional) e degli interni chiari che si sposano alla perfezione con la livrea Deepsea Blue Metallizzata. Come da tradizione di Casa BMW, i comandi sono posizionati in maniera razionale, senza troppi pulsanti a generare confusione, con il manopolone dell’iDrive sistemato sul tunnel centrale. Molto belli i pulsanti della climatizzazione al centro della plancia e lo schermo dedicato al sistema multimediale che fuoriesce non appena si accende la vettura. Con i sedili comodi e avvolgenti si viaggia che è un piacere e c’è anche spazio a sufficienza per pilota e passeggero, ma il conducente – nonostante abbia i due quadranti della strumentazione davanti agli occhi e lo sterzo a tre razze dotato di paddles (optional) tra le mani, per tenere tutto sotto controllo – deve abituarsi ad una posizione leggermente disassata a sinistra. Il bagagliaio è ampio, 310 dm3, se si viaggia a capote chiusa, mentre si riduce di molto quando si ripiega il tetto per guidare all’aria aperta. Comode le tasche laterali delle portiere e la rete dietro i sedili che consente di sistemare borse di piccole dimensioni o altri oggetti nell’abitacolo. Utile il frangivento che però limita un po’ la visuale.

Al volante: buon sangue non mente

Una volta acceso, il motore 2 litri da 184 CV dotato di doppio variatore di fase e alzata variabile delle valvole con sovralimentazione twin scrool, si capisce subito che il cuore di questa 2 posti bavarese è respira forte ed è capace di spingere con intraprendenza già dai bassi regimi. Infatti, la coppia di 270 Nm si fa sentire già a 1.250 giri, e basta sfiorare l’acceleratore per riprendere velocità molto rapidamente. I numeri d’altra parte parlano chiaro: 6,9 secondi per passare da 0 a 100 km/h e 235 km/h di velocità massima. Con la Z4 si ha tutto quello che serve per divertirsi su strada, ovvero la trazione posteriore, uno sterzo diretto e un telaio che trasmette con precisione i movimenti della vettura. Basta ripiegare il tetto tramite l’apposito pulsante, selezionare la modalità Sport, quella Sport + disattiva l’ESP ed è meglio provarla solo in pista, e partire alla ricerca di una strada di montagna per scoprire l’essenza della Z4. Con il cofano lungo che funge da mirino si inquadra la curva, si prende la corda e poi, con lo sterzo tra le mani si seleziona il rapporto più adatto attraverso i paddles e si spinge sull’acceleratore per uscirne fuori. La pratica, ripetuta più volte al giorno genera assuefazione, ma ripaga con un divertimento genuino che non sfocia mai in reazioni improvvise o troppo veementi.

L’equilibrio è una delle caratteristiche migliori della Z4 che però non rinuncia ad allargare le traiettorie con il retrotreno quando viene sollecitata a fondo nei tornanti più stretti. Sempre viva e comunicativa, la roadster della BMW della nostra prova era equipaggiata con il cambio automatico ad 8 rapporti con convertitore di coppia, una trasmissione ben abbinata al propulsore, che consente di tirare fuori il meglio da questo due litri senza far rimpiangere un doppia frizione. Tra l’altro è doveroso segnalare il sound che accompagna ogni cambiata quando si sale di rapporto manualmente e il borbottio in rilascio nelle scalate più tirate. Se qualcuno pensa che 184 CV non siano sufficienti dovrà ricredersi perché questa Z4 ha tutte le carte in regola per ben figurare su strada e non beve neanche troppo, circa 11 km con un litro.

A partire da 39.150 euro

Una cifra vicina ai 40.000 euro rappresenta sempre una spesa importante, però considerati i contenuti di questa BMW, la sua guidabilità e la sua fruibilità, sono adeguati al blasone della vettura. Certo che se ci si lascia ingolosire dalla lunga lista degli optional la faccenda cambia e il listino potrebbe lievitare verso l’alto.

BMW Z4 sDrive 2.0i: prova su strada

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