Mazda CX-30 2.0 mild hybrid: la prova su strada

Redazione
31 Gennaio 2020
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Mazda CX30 prova su strada

Con l’ibrido leggero il nuovo SUV di Mazda riduce i consumi senza rinunciare al piacere di guida.

La Mazda amplia la gamma SUV con la CX-30 che si posiziona tra la CX-3 e la CX-5 e punta molto su tecnologia e design. L’abbiamo provata nella variante mild hybrid spinta dal 2 litri benzina da 122 CV accoppiato al cambio manuale a 6 rapporti.

Esterno: equilibrio ed eleganza

La linea della CX-30 stupisce con semplicità perché ogni tratto stilistico dell’auto è levigato e apparentemente essenziale. Poi ci sono i dettagli, come la grande calandra cromata e le superfici a protezione della parte bassa della vettura e dei passaruota che diventano più estese nella vista laterale, dove la linea di cintura alta e le rotondità nella zona posteriore le conferiscono ulteriore carattere. Dietro si apprezza il design dei gruppi ottici, capaci di enfatizzare la larghezza dell’auto, e del piccolo lunotto con tanto di spoiler che ne avvolge la base. Le dimensioni, con una lunghezza di 4,40 metri, sono ideali per un utilizzo a 360° visto che non limitano più di tanto in città.

Interno: pochi pulsanti e tanta pulizia stilistica

Le forme esterne si riflettono in un abitacolo che non vuole stupire, ma accoglie con eleganza guidatore e passeggeri grazie ad una plancia dal design fluido e levigato. La strumentazione è di facile consultazione grazie all’ottima commistione tra elementi analogici e digitali. Il display multimediale si gestisce dal controller sul tunnel centrale e la sua profondità non distrae più di tanto durante la guida, come avviene su altre vetture dello stesso segmento. I pulsanti sono raggruppati sul volante, e, in parte al centro della plancia, per gestire il climatizzatore, non mancano alcuni tasti a sinistra del volante che però non sono così accessibili come gli altri. La connessione con gli smartphone è assicurata dalla compatibilità sia con Apple CarPlay che con Android Auto; ottima la scelta dei materiali che assicurano finiture di alto livello. L’abitabilità è ideale per 4 persone, con più spazio per la testa dei passeggeri posteriori rispetto alla Mazda 3 da cui deriva e non mancano le bocchette posteriori. Buona la capacità di carico con 430 litri utili che diventano 1.406 litri abbattendo il divano posteriore.

Al volante: precisa nella guida e parca nei consumi

Con una maggiore altezza rispetto alla sorella a baricentro basso, a bordo della CX-30 si domina la strada, ma senza salire troppo a livello di seduta come su certe concorrenti. In compenso, la posizione di guida è ideale, con uno sterzo verticale e una seduta che soddisfa anche i guidatori dall’animo sportivo. Quando si incontrano le curve spicca la precisione dello sterzo e la rapidità del cambio manuale a 6 marce, a cui si ricorre quando si cerca maggiore brillantezza in ripresa. Con 122 CV il motore 2 litri a 4 cilindri non è un mostro di potenza, ma assicura comunque uno scatto da 0 a 100 km/h coperto in 10 secondi. Il sistema mild hibrid a 24 Volt sfrutta un motogeneratore per coadiuvare l’azione del motore termico tramite l’energia recuperata in frenata ed in accelerazione e fungendo da motorino d’avviamento per contribuire anche al miglioramenti dei consumi che si attestano sui 15 km/l di media.

Prezzo: 30.050 euro

Il costo della CX-30 della nostra prova è di 30.050 euro e nell’allestimento Exclusive presenta una dotazione che non ha bisogno di integrazioni, eccezion fatta per la vernice Soul Red Crystal, che tanto appartiene all’identità Mazda per enfatizzare il Kodo design, e comporta un esborso di 1.250 euro.

Mazda CX-30 2.0 122CV SKYACTIV-G Hybrid Exclusive

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