Tesla sotto indagine: ritardi nella segnalazione incidenti Autopilot e FSD
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Nelle ultime settimane, il settore dell’automotive è tornato sotto i riflettori a causa di una nuova indagine che vede protagonista Tesla, il colosso californiano dell’innovazione su quattro ruote. A scatenare l’attenzione dei media e delle autorità è stata la decisione della NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration) di avviare un’azione formale per far luce su presunti ritardi nella segnalazione incidenti che coinvolgono i sofisticati sistemi di assistenza alla guida del marchio guidato da Elon Musk. Un’iniziativa che, ancora una volta, mette al centro del dibattito pubblico la questione della sicurezza stradale e la trasparenza delle informazioni in un settore sempre più dominato dalla tecnologia.
La vicenda ruota attorno ai sistemi Autopilot e Full Self-Driving (FSD), i fiore all’occhiello della strategia di Tesla per la mobilità del futuro. Secondo quanto emerso dall’indagine, la casa americana avrebbe violato la normativa federale che impone la comunicazione degli incidenti entro cinque giorni dall’evento. Eppure, nonostante l’azienda disponga di un’infrastruttura avanzata, capace di inviare in tempo reale i dati relativi agli incidenti ai server centrali, la NHTSA avrebbe riscontrato ritardi anche di diversi mesi nella trasmissione ufficiale dei rapporti. In molti casi, le segnalazioni sarebbero state inviate in modo cumulativo, privando le autorità della possibilità di intervenire tempestivamente e valutare i rischi in modo puntuale.
Un aspetto che desta particolare preoccupazione riguarda la trasparenza nella gestione delle informazioni. In passato, Tesla era già finita nel mirino degli enti regolatori per presunti tentativi di occultare dati sensibili, invocando la necessità di tutelare la riservatezza commerciale. Ora, però, la situazione appare più delicata: la NHTSA ha infatti deciso di procedere con un’Audit Query, una verifica approfondita per determinare la reale portata delle irregolarità e individuare eventuali altri incidenti non ancora dichiarati. Una mossa che conferma come la fiducia tra azienda e istituzioni sia ormai ai minimi storici, soprattutto dopo le recenti controversie legali che hanno visto Tesla accusata di manipolazione dei dati sugli incidenti.
Nel tentativo di difendersi, la società di Elon Musk ha attribuito i ritardi a un malfunzionamento dei sistemi di raccolta dati, un problema che – secondo quanto dichiarato – sarebbe stato già risolto. Tuttavia, la NHTSA non sembra disposta a prendere per buone le giustificazioni fornite, preferendo andare a fondo per capire se si tratti di semplici disguidi tecnici o di una strategia volta a minimizzare l’impatto mediatico e regolatorio degli incidenti legati ai sistemi ADAS (Advanced Driver Assistance Systems).
Il confronto con i principali concorrenti del settore non lascia spazio a dubbi: secondo i dati ufficiali, Tesla ha comunicato oltre 2.300 incidenti riconducibili ai suoi sistemi di guida assistita di livello 2, una cifra nettamente superiore rispetto a quella di General Motors, che con il suo SuperCruise si è fermata a 55 casi. Questo dato, se da un lato testimonia la diffusione e la complessità delle tecnologie sviluppate dalla casa californiana, dall’altro alimenta il dibattito sull’efficacia e la sicurezza di questi strumenti, specie in assenza di una segnalazione incidenti tempestiva e trasparente.
Il tema della sicurezza stradale resta centrale, soprattutto in un contesto in cui la transizione verso la guida autonoma procede a ritmi serrati e la fiducia degli utenti nei confronti dei sistemi ADAS è fondamentale per il successo di questa rivoluzione. Le autorità americane, dal canto loro, hanno intensificato il monitoraggio e il controllo, consapevoli che ogni episodio non correttamente segnalato può avere ripercussioni dirette sulla sicurezza pubblica e sull’immagine dell’intero settore.
Il caso Tesla si inserisce dunque in una fase di crescente scrutinio per tutto il comparto della guida assistita. Da una parte c’è chi riconosce all’azienda il merito di aver accelerato l’innovazione e di aver reso accessibili tecnologie fino a pochi anni fa impensabili; dall’altra, cresce il fronte di chi chiede maggiore chiarezza, responsabilità e attenzione verso la tutela degli utenti. La partita si gioca tutta sulla trasparenza e sulla capacità di garantire che la segnalazione incidenti avvenga nei tempi e nei modi previsti dalla legge, senza scorciatoie né zone d’ombra.
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