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Sette anni di attesa e ancora niente: che fine ha fatto il nuovo Tesla Roadster?

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 29 ott 2025
Sette anni di attesa e ancora niente: che fine ha fatto il nuovo Tesla Roadster?
Il futuro del Tesla Roadster rimane incerto: ritardi ripetuti e depositi elevati. Un annuncio di lavoro del 2025 indica sviluppo in corso.

La saga del Tesla Roadster è diventata, negli anni, una delle narrazioni più emblematiche e, per certi versi, emblematicamente tormentate del mondo automobilistico contemporaneo. Chi pensava che la Casa di Elon Musk avesse ormai trovato la ricetta per trasformare in realtà anche i sogni più audaci, si trova oggi a fare i conti con una storia fatta di promesse reiterate, attese prolungate e un mix di entusiasmo e frustrazione che coinvolge clienti, analisti e appassionati. Eppure, se c’è un modello che ha saputo alimentare le aspettative e, allo stesso tempo, mettere a dura prova la pazienza del mercato, quello è proprio il Roadster.

Annunciato con grande enfasi nel 2017, il nuovo Roadster avrebbe dovuto rappresentare il salto definitivo di Tesla nel mondo delle hypercar elettriche, una vera e propria dichiarazione di guerra alle sportive tradizionali. Ma il percorso verso la produzione si è rivelato ben più accidentato del previsto: la data di debutto, inizialmente fissata per il 2020, è stata oggetto di una serie di ritardi che ormai fanno parte della mitologia aziendale. Dopo una lunga trafila di posticipi – 2021, 2022, 2023 e poi ancora 2024 – le stime più prudenti degli analisti spostano l’orizzonte temporale addirittura al 2027. Un’attesa che si allunga come l’ombra di un sogno ancora da realizzare.

A complicare ulteriormente la situazione, ci sono le migliaia di prenotazioni raccolte nel tempo. I clienti che hanno creduto fin dall’inizio nel progetto hanno versato un deposito di 50.000 dollari per la versione standard e l’intero importo di 250.000 dollari per la “Founder Series”, a testimonianza di una fiducia quasi incondizionata nelle promesse di Elon Musk. Tuttavia, a distanza di anni, la fiducia inizia a vacillare, alimentando un malcontento che si riflette in forum, social e richieste di maggiore trasparenza sulle tempistiche.

Le ragioni di questi continui ritardi sono molteplici e, a ben vedere, rappresentano un concentrato delle sfide che l’industria automobilistica elettrica si trova ad affrontare quando si spinge oltre i limiti del possibile. Da un lato, Tesla ha scelto di concentrare le proprie risorse su progetti di maggiore impatto commerciale come il Cybertruck e le berline di massa, lasciando il Roadster in una sorta di limbo progettuale. Dall’altro, la complessità ingegneristica di un’auto capace di uno 0-60 mph in 1,9 secondi e un’autonomia di 620 miglia impone sfide tecniche non indifferenti, soprattutto quando si tratta di garantire al tempo stesso prestazioni e sicurezza.

Un segnale di timida ripresa è arrivato nell’ottobre 2025, quando un annuncio di lavoro presso lo stabilimento di Fremont ha lasciato intendere che il progetto non è stato abbandonato. La ricerca di un ingegnere di produzione dedicato, con particolare attenzione allo sviluppo delle attrezzature per le batterie, ha riacceso le speranze di chi vede in Fremont la possibile culla della futura hypercar. Ma la strada verso la catena di montaggio sembra ancora lunga, e ogni piccolo passo avanti viene seguito con la stessa trepidazione di chi attende un evento storico.

Sul fronte delle specifiche, il Roadster continua a brillare sulla carta: numeri che fanno impallidire la concorrenza, ma che rischiano di trasformarsi in un boomerang se la realtà produttiva non riuscirà a stare al passo con le aspettative. Non è un caso che, nel settore, si sottolinei come la scelta di promettere prestazioni così aggressive abbia complicato ulteriormente la vita agli ingegneri di Tesla, costretti a misurarsi con soluzioni tecniche ancora in fase di sviluppo.

Nel frattempo, la raccolta delle prenotazioni prosegue, alimentando da un lato la cassa dell’azienda e dall’altro il nervosismo di chi ha già investito somme considerevoli. In un contesto in cui la trasparenza sulle tempistiche è diventata merce rara, le attività di reclutamento e le indiscrezioni sulla localizzazione della produzione vengono lette come segnali positivi, ma non ancora sufficienti a rassicurare il mercato.

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