Taxi: a Roma aumenti "solo" del 23%. E' scontro
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La storia infinita sull’aumento delle tariffe dei taxi di Roma passa attraverso la decisione di una commissione “bipartisan” del comune
La situazione dei taxi di Roma è ancora nella bufera. Nulla a che vedere con le precipitazioni atmosferiche, ma con la questione delle nuove tariffe proposte, che piacciono agli autisti delle auto pubbliche e molto meno all’amministrazione comunale e agli utenti.
In questi giorni, un nutrito gruppo di tassisti si è radunato in piazza Esedra – a poche centinaia di metri dalla stazione Termini – per far capire all’opinione pubblica che gli aumenti per i quali si sta discutendo in Campidoglio farebbero salire il tassametro di non più del 23%. In un primo momento, infatti, tali tariffe (che sarebbero dovute entrare in vigore il 1° novembre) sembravano invece portare ad aumenti anche del 54%.[!BANNER]
Questi tassisti – il cosiddetto “fronte dei volonterosi”, facenti parte di una decina di sigle sindacali – avevano dimostrato la fondatezza dei propri calcoli effettuando dei viaggi sperimentali col doppio tassametro, uno con le tariffe ancora in vigore e uno con quelle proposte dalla stessa categoria e in fase di approvazione (sembra). Il risultato mostra incrementi tra il 19 e il 23%.
La giunta, però, non è molto intenzionata ad accogliere le richieste dei titolari di licenza, al punto che le nuove tariffe pare saranno decise dalla commissione competente che rivedrà gli aumenti con il contributo degli interessati e anche dell’opposizione.
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