Stelvio e Giulia: perché Alfa Romeo punta sul 2.0 turbo ibrido
C’è chi pensava che il futuro di Alfa Romeo Stelvio e Alfa Romeo Giulia fosse già scritto, con il debutto della nuova generazione fissato per il 2025 e il 2026. Ma la realtà, come spesso accade nel mondo dell’auto, si rivela ben più sfaccettata. Un colpo di scena, quasi da romanzo: il gruppo Stellantis ha scelto di prendersi il suo tempo, rimandando la presentazione della nuova Alfa Romeo Stelvio al 2027 e della prossima Alfa Romeo Giulia addirittura al 2028. Un doppio slittamento che non nasce dal caso, ma da una strategia precisa, pensata per affrontare le onde lunghe di un mercato sempre più imprevedibile e di una normativa europea che cambia il vento da un giorno all’altro.
Dietro questo rinvio, che qualcuno potrebbe scambiare per esitazione, si cela invece una scelta ponderata. Stellantis ha deciso di puntare tutto su una gamma ancora più flessibile, capace di rispondere alle richieste di un pubblico frammentato tra nostalgia del passato e voglia di futuro. In questa partita, la parola d’ordine è ibrido, e non è un caso se la nuova piattaforma STLA Large diventa il terreno di gioco ideale per le future regine di Arese.
Al centro della scena troviamo il motore Hurricane 4, il 2.0 turbo a quattro cilindri da 328 cavalli già noto agli appassionati della nuova Jeep Grand Cherokee. Un propulsore che promette di essere la sintesi perfetta tra prestazioni e sostenibilità, grazie anche all’abbinamento con il sistema mild hybrid e alla raffinata trasmissione ZF8 P2.5 MHEV. Un connubio che consente di mantenere quel piacere di guida tutto italiano, fatto di agilità e risposta immediata, ma con un occhio attento a consumi ed emissioni, vero tallone d’Achille delle auto ad alte prestazioni nell’era della transizione energetica.
Ma perché questa insistenza sull’ibrido, invece di tuffarsi a capofitto nell’elettrico puro? La risposta, a ben vedere, è scritta tra le righe del mercato: infrastrutture di ricarica ancora lontane dalla sufficienza in molte regioni, clienti affezionati al rombo e alla dinamica di guida tradizionale, e una normativa europea che sembra cambiare idea ogni sei mesi. Non dimentichiamo il famigerato ban alle auto termiche previsto per il 2035, un orizzonte che però appare sempre più sfocato, complice una trattativa politica che lascia spazio a possibili ripensamenti. Stellantis, in questo scenario, sceglie la via della prudenza e della versatilità, offrendo una gamma scalabile che possa adattarsi rapidamente ai cambi di rotta imposti dal legislatore o dalle tendenze dei consumatori.
Non manca, naturalmente, il capitolo dedicato alle versioni più “pepate”. Qui, tra i corridoi di Mirafiori e Modena, si rincorrono le voci su un possibile impiego del V6 Nettuno di Maserati, un sei cilindri che ha già fatto sognare sulle sportive del Tridente. Tuttavia, tra costi di integrazione e compatibilità tecnica, la strada sembra ancora lunga. Molto più probabile, almeno per la maggior parte dei modelli, la conferma della soluzione 2.0 turbo ibrida, che promette di coniugare performance e efficienza senza scendere a compromessi con l’identità sportiva del marchio.
Il cambio al vertice di Stellantis, con Antonio Filosa che ha preso il timone da Carlos Tavares, ha impresso una nuova direzione al progetto. La parola d’ordine è equilibrio: tra sostenibilità, redditività e quella vocazione premium sportiva che ha reso Alfa Romeo un nome leggendario nel panorama automobilistico mondiale. Il nuovo management ha ricalibrato i tempi e le priorità, consapevole che la posta in gioco non è solo la sopravvivenza di due modelli iconici, ma la credibilità stessa del marchio nel difficile passaggio verso la mobilità del futuro.
Nei prossimi mesi, sarà la fase di validazione tecnica a occupare il centro della scena: test su strada, collaudi in pista e una lunga serie di prove che dovranno dimostrare la bontà delle scelte tecniche e la coerenza con la tradizione del Biscione. Le prime presentazioni pubbliche, però, non arriveranno prima del 2027. Una lunga attesa, certo, ma che promette di essere ripagata da un prodotto all’altezza delle aspettative, capace di traghettare Alfa Romeo Stelvio e Alfa Romeo Giulia nella nuova era dell’automobile senza rinunciare a quell’inconfondibile sapore di passione italiana che, da sempre, fa battere il cuore agli alfisti di tutto il mondo.
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