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Stellantis studia investimenti da 10 miliardi negli USA per rilanciare Jeep e Ram

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 9 ott 2025
Stellantis studia investimenti da 10 miliardi negli USA per rilanciare Jeep e Ram
Stellantis sta studiando un piano da 10 miliardi di dollari per rilanciare Jeep e Ram negli USA e riaprire stabilimenti in Illinois e Michigan

Un vento di cambiamento soffia sul panorama automobilistico nordamericano: Stellantis si prepara a calare un asso da dieci miliardi di dollari per rilanciare la sua presenza negli Stati Uniti, puntando forte su marchi iconici e su un piano di investimenti che promette di lasciare il segno. Una strategia ambiziosa, che prende corpo tra le strade dell’Illinois e del Michigan, territori che si candidano a diventare il cuore pulsante di una nuova stagione industriale, fatta di riaperture di stabilimenti, nuove assunzioni e un’attenzione chirurgica alle esigenze del mercato americano.

Al timone di questa svolta troviamo Antonio Filosa, nuovo amministratore delegato che dal maggio 2025 è chiamato a interpretare un ruolo chiave: traghettare il gruppo verso una rinnovata competitività, senza perdere di vista la complessità di uno scenario globale in costante evoluzione. La sua ricetta? Un mix di tradizione e innovazione, dove la rinascita di brand storici come Jeep, Ram e Dodge diventa la leva per riconquistare la fiducia di una clientela esigente e, al tempo stesso, per rispondere alle sfide di una concorrenza sempre più agguerrita.

Non si tratta solo di numeri, ma di scelte strategiche che possono ridisegnare la mappa dell’industria automobilistica a stelle e strisce. La partita si gioca su più tavoli: da un lato, la volontà di riportare in auge impianti produttivi oggi silenti, come quello di Belvidere, nell’Illinois, dove la promessa di riassumere circa 1.500 dipendenti si traduce in un segnale forte di attenzione al tessuto sociale e industriale locale. Dall’altro, la necessità di investire in formazione, ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di dare vita a modelli capaci di parlare la lingua degli automobilisti americani.

Ma il progetto va oltre la semplice riapertura delle fabbriche: il focus si sposta anche sull’innovazione di prodotto, con l’ipotesi di rilanciare il marchio Dodge attraverso una nuova muscle car equipaggiata con motore V8, simbolo di una tradizione che non vuole cedere il passo all’omologazione. E non manca l’attenzione verso il brand Chrysler, segno che la strategia di Stellantis mira a coprire ogni segmento chiave del mercato.

Tuttavia, il contesto europeo presenta una realtà ben diversa: mentre negli Stati Uniti si parla di espansione e crescita, nel Vecchio Continente si devono fare i conti con stabilimenti come quello di Pomigliano d’Arco, costretto a periodi di fermo programmato, e con una riorganizzazione che potrebbe coinvolgere anche asset come Free2Move, l’unità di car sharing che il gruppo sta valutando di cedere. Una scelta che gli analisti leggono come il segnale di un riorientamento deciso verso i mercati più redditizi, pur consapevoli che la transizione elettrica, i costi energetici e le tensioni sindacali restano ostacoli tutt’altro che trascurabili.

Non è un caso che il prossimo 20 ottobre sia previsto un incontro cruciale tra Antonio Filosa e i rappresentanti dei lavoratori italiani: un appuntamento che potrebbe fare chiarezza sulle reali intenzioni del gruppo riguardo agli stabilimenti europei, mentre i sindacati, con preoccupazione crescente, temono nuove chiusure e ulteriori perdite occupazionali. La partita, insomma, è ancora tutta da giocare, e le decisioni che verranno prese nei prossimi mesi saranno determinanti per definire l’equilibrio che Stellantis intende stabilire tra le due sponde dell’Atlantico.

In questo scenario, il rilancio di Jeep, Ram e Dodge rappresenta molto più di una semplice operazione di marketing: è la scommessa di un gruppo che vuole recuperare terreno in un mercato strategico, puntando su prodotti dal forte carattere e su una filiera produttiva radicata nei territori chiave. Il tutto, senza perdere di vista le sfide della transizione tecnologica, che impone scelte coraggiose e una capacità di adattamento fuori dal comune.

Il piano di investimenti da dieci miliardi di dollari – una cifra che non passa certo inosservata – richiederà un coordinamento serrato tra fornitori, autorità locali e sindacati, in un contesto dove ogni decisione può avere ricadute importanti sia a livello industriale che sociale. La strada è tracciata, ma il percorso si annuncia tutt’altro che privo di ostacoli: il futuro di Stellantis passa da qui, tra le promesse di crescita in Illinois e Michigan e le incognite che gravano sull’Europa. Una sfida a tutto campo, dove solo chi saprà coniugare visione strategica e attenzione al dettaglio potrà davvero fare la differenza.

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