Stellantis adotta la ricarica NACS: accesso ai Tesla Supercharger dal 2026
Nel panorama della mobilità elettrica, la notizia che Stellantis ha deciso di adottare lo standard di ricarica NACS rappresenta un vero e proprio spartiacque. L’annuncio, che apre le porte a oltre 28.000 Tesla Supercharger tra Nord America, Giappone e Corea del Sud a partire dal 2026, segna un cambio di passo deciso per il gruppo automobilistico italo-americano. Non si tratta solo di una semplice questione tecnica, ma di una scelta strategica che va a incidere profondamente sulle dinamiche globali della transizione verso la ricarica rapida e sulla diffusione dei veicoli elettrici.
Per anni, Stellantis aveva mantenuto un approccio prudente, scegliendo di adottare soluzioni differenti nei vari mercati. Ora, invece, il gruppo si allinea ai colossi del settore – da Ford a General Motors, passando per Mercedes-Benz, Hyundai-Kia, Toyota e Volkswagen – consolidando di fatto il NACS come lo standard di riferimento per la ricarica dei veicoli elettrici a batteria. Una mossa che, oltre a favorire l’interoperabilità tra i diversi marchi, promette di ridurre drasticamente la necessità di adattatori e di semplificare la vita degli automobilisti.
L’operazione prenderà il via concretamente con i primi modelli dotati della presa NACS, tra cui spiccano la Jeep Wagoneer S e la Dodge Charger Daytona. Questi due veicoli apriranno la strada a una nuova generazione di auto elettriche Stellantis, in grado di sfruttare appieno la rete dei Tesla Supercharger e di offrire un’esperienza di ricarica finalmente all’altezza delle aspettative di chi viaggia spesso su lunghe distanze. L’accesso a una delle infrastrutture più capillari e affidabili del mondo rappresenta infatti un vantaggio competitivo che potrebbe rivelarsi determinante per la crescita delle quote di mercato dei brand del gruppo.
Non mancano però le sfide, soprattutto nei mercati asiatici. In Giappone e Corea del Sud, infatti, la transizione verso il NACS rischia di incontrare più di qualche ostacolo. Questi Paesi hanno investito per decenni nello sviluppo di standard locali come il CHAdeMO e il CCS, costruendo infrastrutture solide e ben radicate nel tessuto industriale. L’arrivo dello standard Tesla, se da un lato apre nuove opportunità, dall’altro genera inevitabili resistenze da parte degli operatori storici e comporta la necessità di affrontare costi non trascurabili per l’adeguamento delle stazioni di ricarica esistenti.
Dal punto di vista dell’utente finale, però, i benefici sono evidenti. L’adozione del NACS e l’integrazione con la rete Tesla Supercharger garantiranno una maggiore interoperabilità, una ricarica rapida più diffusa e affidabile, e la possibilità di pianificare viaggi a lunga percorrenza senza l’ansia di rimanere a corto di energia. Un elemento, quest’ultimo, che rappresenta da sempre uno degli ostacoli principali alla diffusione di massa dei veicoli elettrici.
Non è tutto oro ciò che luccica, però. La fase di transizione porterà con sé una serie di interrogativi ancora aperti: come verrà gestita la coesistenza tra i diversi standard, quali saranno le soluzioni adottate per i veicoli già circolanti dotati di presa CCS o altri connettori, e in che modo Stellantis si coordinerà con Tesla per garantire la piena compatibilità dei protocolli di pagamento e di connettività. Sarà fondamentale anche il lavoro di formazione della rete commerciale e delle officine, chiamate a supportare una clientela sempre più eterogenea e tecnologicamente esigente.
In questo scenario, il ruolo delle autorità nazionali e degli operatori di infrastruttura sarà cruciale per evitare che la corsa verso il nuovo standard penalizzi gli investimenti già effettuati negli standard alternativi come il CCS e il CHAdeMO. Gli esperti del settore, tuttavia, guardano con ottimismo a questa svolta: una rete di ricarica rapida più accessibile e performante potrebbe rappresentare la chiave di volta per superare definitivamente le barriere all’adozione dei veicoli elettrici, aumentando la fiducia dei consumatori e accelerando la transizione verso una mobilità più sostenibile.
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