Stellantis abbandona l’idrogeno: focus su elettrico e ibrido, a rischio il futuro di Symbio
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Nel panorama dell’automotive europeo, una notizia destinata a lasciare il segno: Stellantis cambia rotta e saluta l’idrogeno, puntando con decisione sulle tecnologie elettrico e ibrido. Una scelta che fa rumore, non solo per il peso del gruppo automobilistico, ma anche per le implicazioni che questa svolta avrà sull’intero settore della mobilità elettrica e sulle strategie future di innovazione. È una di quelle decisioni che, a ben vedere, segnano un prima e un dopo: non si tratta solo di una variazione di percorso, ma di un vero e proprio cambio di paradigma, frutto di valutazioni lucide e di uno sguardo lungo sul mercato.
Jean-Philippe Imparato, Chief Operating Officer della regione Enlarged Europe di Stellantis, ha messo nero su bianco la posizione del gruppo: “La tecnologia a idrogeno rimane confinata a una nicchia, senza prospettive realistiche di sostenibilità economica a medio termine.” Una frase che pesa come un macigno, soprattutto se si considera che arriva da chi, fino a ieri, aveva investito con convinzione nel progetto Symbio, la joint venture nata in collaborazione con Michelin e Forvia per lo sviluppo di celle a combustibile dedicate ai veicoli commerciali leggeri.
L’uscita di Stellantis dalla joint venture Symbio rappresenta un segnale chiaro: il futuro, almeno secondo il colosso automobilistico, si gioca sulle soluzioni elettrico e ibrido. Le risorse saranno quindi riorientate verso questi ambiti, considerati ormai maturi e in grado di offrire prospettive concrete, sia in termini di sviluppo tecnologico che di risposte alle sempre più stringenti normative europee sulle emissioni di CO2. Non è un caso che, in questo scenario, la ricerca e sviluppo diventi la vera protagonista, chiamata a sostenere la corsa verso una mobilità elettrica più accessibile, efficiente e diffusa.
Antonio Filosa, CEO di Stellantis, ha spiegato con estrema chiarezza i motivi di questa svolta: tre ostacoli principali si frappongono alla diffusione su larga scala dell’idrogeno. In primis, la carenza di infrastrutture per il rifornimento, una questione che pesa come un macigno sulle spalle di chiunque voglia investire seriamente in questa tecnologia. A seguire, i costi di produzione ancora troppo elevati e, non da ultimo, una domanda di mercato che fatica a decollare. Tutti elementi che, se sommati, rendono la strada dell’idrogeno impervia e poco percorribile nel breve e medio termine.
A risentirne sarà inevitabilmente il progetto della gamma Pro One di veicoli commerciali leggeri a idrogeno, la cui produzione era stata pianificata per l’estate 2025 negli stabilimenti di Hordain in Francia e Gliwice in Polonia. Una battuta d’arresto che non lascia però strascichi sul fronte occupazionale: Stellantis ha infatti garantito che non ci saranno conseguenze dirette per i lavoratori, poiché le risorse verranno reindirizzate su progetti di ricerca e sviluppo nel campo elettrico e ibrido. Una rassicurazione che, in un settore spesso attraversato da turbolenze, assume un valore tutt’altro che secondario.
Per Symbio, invece, si apre una fase di profonda incertezza. La joint venture dovrà ripensare la propria strategia, valutando se cercare nuovi partner o se, al contrario, ridisegnare completamente il proprio percorso di crescita nel settore delle celle a combustibile. Una situazione che mette in evidenza quanto sia complesso e mutevole il contesto della mobilità elettrica e delle nuove tecnologie applicate ai trasporti.
La decisione di Stellantis non arriva certo come un fulmine a ciel sereno, ma si inserisce in una tendenza più ampia che sta attraversando l’industria automobilistica europea. Le aziende sono chiamate a muoversi con rapidità, a scegliere la direzione giusta in un mercato che cambia a velocità vertiginosa e sotto la pressione di normative ambientali sempre più stringenti. L’idrogeno, pur rappresentando una soluzione dal grande potenziale tecnologico, fatica ancora a trovare una dimensione economicamente sostenibile. Al contrario, le soluzioni elettrico e ibrido si stanno affermando come opzioni concrete, capaci di coniugare sostenibilità, innovazione e risposte efficaci alle esigenze di un pubblico sempre più attento e consapevole.
Guardando avanti, la partita si giocherà sulla capacità di investire in ricerca e sviluppo, sulla rapidità di adattamento e sulla lungimiranza delle scelte strategiche. In questo scenario, la collaborazione tra giganti come Michelin e Forvia potrà ancora dare un contributo prezioso, ma la strada sembra segnata: la mobilità elettrica e le soluzioni ibrido sono destinate a guidare la trasformazione del settore. Il futuro, insomma, è già qui: sta alle aziende saperlo cogliere, con coraggio e visione.
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