Stella Li (BYD): "Attenta Europa, tardare lo stop all'endotermico non vi aiuterà"
Quando si parla di rivoluzione nel settore automobilistico, è ormai impossibile non pensare a BYD, il colosso cinese che sta letteralmente riscrivendo le regole del gioco. In un contesto europeo ancora indeciso tra vecchie abitudini e nuovi paradigmi, la casa asiatica si muove con una determinazione che ha il sapore della svolta epocale. A guidare questa marcia trionfale c’è Stella Li, figura carismatica e concreta, che sembra aver compreso prima di tutti la direzione in cui soffia il vento dell’innovazione. Mentre le case automobilistiche europee arrancano, divise tra il desiderio di proteggere il motore termico e la necessità di abbracciare l’elettrico, BYD accelera senza esitazioni, portando avanti una strategia chiara e priva di compromessi.
La fotografia degli ultimi dieci mesi parla chiaro: BYD mette a segno una crescita del 285% nelle immatricolazioni, passando da 36.000 a 138.000 veicoli consegnati nel Vecchio Continente. Una cifra che non lascia spazio a interpretazioni e che mette in evidenza come il mercato europeo delle auto elettriche sia pronto a una scossa, proprio grazie all’arrivo di un player che non teme le incertezze regolamentari. E mentre la quota di auto completamente elettriche in Cina vola al 60%, l’Europa resta ferma al palo con un modesto 16,4%, segno di una strategia ancora tutta da definire.
Stella Li non le manda certo a dire: “Non ci interessano le revisioni del Green Deal“, afferma senza mezzi termini. “L’Unione Europea sta cercando di spingere avanti e indietro il ‘Green Deal’, e per molte aziende automobilistiche la ricerca e sviluppo è un continuo andirivieni. Come possono competere con un’azienda [come BYD] che crede in una sola direzione?" Il messaggio è limpido e diretto, come nello stile che contraddistingue la comunicazione di BYD. In un mercato che si interroga sul futuro dei motori a combustione interna, la casa cinese risponde con la propria tecnologia DM i, capace di sostituire il tradizionale ICE offrendo al tempo stesso prestazioni superiori e consumi ridotti. Non si tratta di semplici slogan, ma di una filosofia industriale che punta tutto sull’elettrificazione senza compromessi, in netta contrapposizione con l’approccio attendista di molti costruttori europei.
Il vero colpo di scena, però, arriva con l’annuncio della produzione europea: lo stabilimento in Ungheria è destinato a diventare il fulcro di una strategia che mira a triplicare la capacità produttiva entro il 2026. Si parla di 300.000 unità annue, una cifra che testimonia la volontà di radicarsi in modo profondo nel tessuto industriale continentale. E non è tutto: la rete di concessionari, oggi già in forte espansione, è pronta a raddoppiare fino a raggiungere quota 2.000 punti vendita, una presenza capillare che mette in difficoltà i concorrenti storici.
Ma BYD non si accontenta di presidiare il segmento delle auto elettriche di massa. Il prossimo aprile segnerà il debutto europeo di Denza, il marchio premium che promette di ridefinire gli standard del lusso sostenibile. La gamma Denza si distinguerà per soluzioni all’avanguardia come il flash charging, che consente di ricaricare in tempi record, e per autonomie che sfidano i limiti della tecnologia attuale. Un vero e proprio affondo nei confronti dei costruttori premium europei, chiamati ora a difendere la loro leadership su un terreno che pensavano di dominare incontrastati.
E se la strategia di BYD vi sembra già aggressiva, basta dare uno sguardo ai modelli pronti a invadere il mercato: la Dolphin Surf e la Sealion 5 DM i sono solo l’inizio di una nuova ondata di veicoli pensati per soddisfare ogni esigenza, dal commuting urbano alle lunghe percorrenze. Ogni dettaglio, dalla piattaforma modulare alle soluzioni di infotainment, racconta la stessa storia: quella di un costruttore che ha fatto della coerenza e della visione a lungo termine i suoi punti di forza.
L’Europa, dal canto suo, si trova ora di fronte a un bivio. Continuare a tergiversare, lasciando spazio a competitor determinati come BYD, o imboccare finalmente la strada dell’elettrificazione totale, senza più tentennamenti. Il rischio, altrimenti, è quello di trovarsi spettatori di una partita già decisa altrove, con la tecnologia e la produzione che migrano sempre più verso Est. In un settore dove l’innovazione corre veloce, chi resta fermo è destinato a essere superato. E BYD, con la sua offensiva senza precedenti, sembra averlo capito meglio di chiunque altro.
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