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Sorpassi vietati? Ora ti becca il sorpassometro, anche nelle curve cieche

Di Vincenzo Calvarano
Pubblicato il 17 ott 2025
Sorpassi vietati? Ora ti becca il sorpassometro, anche nelle curve cieche
Il Sorpassometro SV3 utilizza sensori nel manto stradale e telecamere per rilevare i sorpassi vietati. Multe, decurtazione punti e ricorsi.

Negli ultimi tempi, il panorama della sicurezza stradale italiana si arricchisce di un nuovo protagonista, destinato a far discutere: il sorpassometro. Sotto il nome tecnico di SV3, questa innovativa tecnologia promette di rivoluzionare la lotta contro il sorpasso vietato, una delle manovre più rischiose e purtroppo ancora troppo diffuse sulle nostre strade. Ma, come spesso accade quando si introducono strumenti ad alto tasso tecnologico, il dibattito tra sostenitori e detrattori è tutt’altro che sopito.

Il sorpassometro nasce dalla volontà di arginare un fenomeno che, ogni anno, miete vittime e alimenta il bollettino degli incidenti stradali. Il sistema SV3 non è un semplice “occhio elettronico”, ma un concentrato di tecnologia: sensori annegati nel manto stradale, telecamere HD capaci di immortalare ogni dettaglio e una centrale operativa dove ogni infrazione viene valutata da personale specializzato. Una vera e propria cabina di regia, pronta a intervenire quando il rispetto delle regole viene meno.

Il funzionamento è tanto semplice quanto efficace: quando un veicolo oltrepassa la linea continua o effettua un sorpasso vietato in zone ad alto rischio – pensiamo a curve cieche, dossi o tratti con visibilità ridotta – i sensori si attivano e le telecamere registrano l’intera sequenza. Il filmato, della durata di circa 15 secondi, viene inviato tramite un sistema protetto alla centrale di controllo, dove ogni dettaglio viene passato al setaccio. Solo dopo questa verifica, si procede eventualmente con la contestazione e la notifica della sanzione.

Non basta, però, la sola volontà delle amministrazioni locali per vedere comparire il sorpassometro sulle nostre strade. Serve il via libera del prefetto, figura centrale nel garantire che l’installazione avvenga esclusivamente nei punti più critici. Ecco allora che ogni dispositivo trova spazio solo laddove il rischio è realmente elevato, con la possibilità per i cittadini di verificare la legittimità dell’installazione consultando i decreti pubblici. Una procedura che mira a tutelare la trasparenza e a prevenire abusi.

Quando si parla di multe, il sistema SV3 non fa sconti, ma applica un criterio di proporzionalità che tiene conto sia della gravità dell’infrazione sia del contesto in cui essa avviene. Si parte da sanzioni minime – 42 euro e 2 punti decurtati dalla patente per chi sgarra in ambito urbano – ma si può arrivare fino a 666 euro e 10 punti nei casi più gravi, come il sorpasso vietato in curva o in presenza di dossi, con la concreta possibilità di sospensione della patente. Le manovre in contromano, poi, rappresentano il picco massimo di rischio e possono costare oltre 1.300 euro. Un sistema sanzionatorio che richiama quello già visto con strumenti come l’autovelox, ma con un’attenzione particolare alle dinamiche più pericolose.

Non mancano, ovviamente, le garanzie per gli automobilisti. Ogni sanzione scaturita dal sorpassometro prevede la revisione umana del filmato prima dell’emissione della multa, un passaggio fondamentale per evitare errori o contestazioni ingiustificate. Inoltre, chi si ritiene vittima di una sanzione ingiusta può ricorrere entro 30 giorni al Giudice di Pace o entro 60 giorni al prefetto, esercitando così il proprio diritto di difesa. Un meccanismo di controllo che rappresenta una vera e propria ancora di salvezza per chi si trova a dover fare i conti con la rigidità delle macchine.

Nonostante le rassicurazioni delle autorità, le perplessità non mancano. Le associazioni di automobilisti e diversi esperti sollevano dubbi sulla privacy, sulla corretta calibrazione degli apparecchi e sulla trasparenza delle procedure. C’è chi teme che il sorpassometro possa trasformarsi nell’ennesimo strumento di repressione, più che di prevenzione, e che si apra una stagione di ricorsi e contenziosi sulla validità delle riprese o sulla comunicazione delle sanzioni.

Alla luce di tutto ciò, il consiglio rimane quello di attenersi scrupolosamente alla segnaletica e di informarsi sempre sull’esistenza dei decreti prefettizi che autorizzano l’installazione dei sorpassometri nei tratti che si percorrono abitualmente. Solo così si potrà evitare di incorrere in spiacevoli sorprese e, soprattutto, contribuire a rendere le nostre strade più sicure per tutti. In fondo, la sicurezza stradale non è solo una questione di regole, ma di responsabilità condivisa.

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